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09 Giugno 2025 - 22:24
Oltre duecento persone si sono raccolte oggi, lunedì 9 giugno 2025, sotto la sede della Prefettura in Piazza Castello, a Torino, per manifestare solidarietà all’equipaggio della Freedom Flotilla, la nave umanitaria abbordata ieri dalle forze israeliane in acque internazionali. La mobilitazione è stata indetta poche ore prima a livello nazionale da una rete di comitati che comprende realtà politiche, sociali e culturali da tutto il Paese. Ma a Torino la risposta è stata immediata, compatta, determinata. Dopo il presidio, i partecipanti hanno dato vita a un corteo spontaneo che ha percorso via Po, costringendo la polizia municipale a deviare il traffico nel cuore della città.
Tra i presenti, visibili le bandiere e gli striscioni di Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Rete dei Comunisti, Cambiare Rotta, oltre a rappresentanti dei collettivi studenteschi delle scuole superiori e dell’università, in larga parte appartenenti all’area autonoma. Alcuni giovani hanno distribuito volantini che denunciano “l’ennesima aggressione militare israeliana contro una missione di pace” e rivendicano “l’urgenza di porre fine al blocco di Gaza”.
Il presidio si è trasformato in corteo senza alcun preavviso, ma senza incidenti. I manifestanti hanno sfilato in maniera compatta, intonando cori come “Palestina libera”, “Israele assassino”, “No al genocidio” e “Complici mai”. In testa al corteo, uno striscione con la scritta “Solidarietà alla Freedom Flotilla – Fermiamo il massacro”.
Intorno alle 19, via Po si è riempita di tamburi, bandiere palestinesi, cartelli improvvisati. Qualcuno ha acceso fumogeni verdi, bianchi e rossi. Altri sventolavano le foto dei dodici attivisti internazionali salpati da Catania il 1° giugno a bordo della Madleen, la nave della Freedom Flotilla fermata e rimorchiata verso Israele nella giornata di ieri. A bordo c’erano anche volti noti come l’attivista climatica Greta Thunberg e l’europarlamentare Rima Hassan, di origine franco-palestinese. Entrambi risultano al momento trattenuti da Israele insieme al resto dell’equipaggio.
La notizia dell’abbordaggio ha fatto il giro del mondo, suscitando reazioni diverse. Amnesty International ha condannato l’intervento militare israeliano definendolo una palese violazione del diritto internazionale: “La Madleen trasportava civili disarmati e aiuti umanitari, non rappresentava una minaccia di alcun tipo. Le convenzioni internazionali impongono a Israele, come potenza occupante, di garantire la fornitura di cibo e medicinali alla popolazione civile di Gaza”.
Il corteo di Torino, come quelli organizzati in decine di città italiane da nord a sud — Milano, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania — si inserisce in una mobilitazione nazionale che punta a riportare l’attenzione sulla condizione della popolazione di Gaza, “ridotta alla fame, sotto le bombe, nella complice indifferenza dei governi occidentali”, come ha denunciato al microfono una manifestante. Altri hanno puntato il dito contro l’atteggiamento dell’Unione Europea e del governo italiano, accusati di “codardia diplomatica” e “totale asservimento ai crimini di Israele”.
In serata, la Freedom Flotilla Coalition ha diffuso un comunicato in cui ribadisce che le missioni non si fermeranno: “Il nostro impegno è portare cibo, farmaci e solidarietà concreta al popolo palestinese. Non ci fermiamo davanti alla violenza e all’arroganza militare israeliana. Anzi, rilanciamo: una nuova nave è pronta a salpare”. E a Torino già si mormora di nuove iniziative nei prossimi giorni.
La giornata di oggi, cominciata come un semplice presidio di protesta, si è trasformata in un segno di indignazione collettiva che ha attraversato le vie storiche della città. Nessun partito di governo ha commentato ufficialmente l’accaduto. Nessun esponente istituzionale si è presentato al presidio. Ma in molti, tra i manifestanti, hanno ricordato un vecchio slogan degli anni Ottanta: “Se non ci rappresentano, rappresentiamoci da soli”.
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