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09 Giugno 2025 - 12:07
Sabato scorso, nella pagina facebook “Ex sindaco di Montanaro…”, l’ingegner Giovanni Ponchia, che è stato sindaco dal giugno 2014 al giugno 2024, lancia un attacco al nuovo sindaco Antonino Careri, entrato in carica nel giugno 2024. Lo accusa di avere approvato, nell’agosto 2024, un progetto di sistemazione del piazzale del cimitero non conforme, almeno in due punti (autobloccanti e cordoli), alle disposizioni della Soprintendenza alle Belle Arti di Torino. Ponchia sottolinea che quel progetto è opera della SUA amministrazione, ma che ora l’incapace amministrazione Careri lo sta rovinando.
Il sindaco Careri replica nella pagina facebook: “Montanaro: info dal Comune”, ammettendo di avere riscontrato che i materiali impiegati, nello specifico gli autobloccanti, non corrispondevano alle specifiche progettuali e che la collocazione delle cordolature presentava difformità rispetto al disegno esecutivo. In seguito a ciò “questa amministrazione ha immediatamente disposto la sospensione temporanea del cantiere”.
Contemporaneamente “è stata richiesta all'ufficio preposto [l’Ufficio Tecnico] la tempestiva notifica delle suddette difformità all'ente competente [la Soprintendenza]. A seguito di numerosi solleciti formali indirizzati alla Soprintendenza, si rimane in attesa di un riscontro ufficiale per poter procedere nel rispetto delle normative e del progetto”.
A sua volta, l’ex sindaco Ponchia ribatte alzando i toni scandalizzato e usando i soliti paroloni incendiari, come se, invece che da un modesto lavoro pubblico in ritardo, Montanaro stia per venire colpito e distrutto da un meteorite guidato da remoto dal sindaco Careri. L’ammissione del sindaco – osserva Ponchia – è addirittura di “una gravità inaudita” e esigerebbe le “opportune dimissioni”. Di chi non lo dice. Noi invece pensiamo, e lo scriviamo da tempo, che dovrebbe dimettersi Ponchia da consigliere, perché in numerose questioni affrontate del Comune nei suoi due mandati da sindaco, ha dimostrato di non sapere gestire il Comune e non è stato in grado di portare a termine, in dieci anni, alcuni importanti procedimenti, quali il bacino di laminazione e la bonifica di cava Borra, e ora con una discreta impudenza cerca di scaricare le colpe su Careri.
Lavori al cimitero
PONCHIA NON LA RACCONTA TUTTA
Temo però che la ricostruzione degli eventi fatta da Ponchia sia imprecisa o quantomeno lacunosa.
Non c’è, in pratica, un unico progetto di sistemazione del piazzale del cimitero, avviato dalla amministrazione Ponchia e proseguito dalla amministrazione Careri.
Ce ne sono due, o almeno due versioni: il PRIMO PROGETTO, OPERA DELL’AMMINISTRAZIONE PONCHIA (elaborato dal dirigente comunale arch. Recco), RIGUARDAVA IL PRIMO LOTTO, ED È FINITO NEL NULLA. Tanto è vero che – a seguito dell’invito della Soprintendenza a rifarlo – l’amministrazione Ponchia ha dovuto rinunciare e addirittura revocare in autotutela l’affidamento dei lavori, già avvenuto, ad Agriscavi (determina Ufficio tecnico n. 66/195 del 22 maggio 2024, pochi giorni prima delle elezioni). Conclusione: tutto da rifare.
IL SECONDO PROGETTO, O SECONDA VERSIONE, È OPERA DALL’AMMINISTRAZIONE CARERI e RIGUARDA IL SECONDO LOTTO (Il progettista è sempre l’architetto Recco). Perché il secondo lotto? Perché l’amministrazione Careri, viste le difficoltà incontrate dal progetto del primo lotto elaborato da Ponchia, ha scelto di sistemare per intanto il SECONDO LOTTO. Ha fatto elaborare o modificare il progetto dall’UTC (arch. Recco) e lo ha approvato con Delibera di Giunta Comunale n. 98 del 23 agosto 2024. Il Comune ha inoltrato il progetto alla Soprintendenza. La quale, il 1° ottobre 2024, esprime il “parere AUTORIZZATIVO” alla sistemazione del SECONDO LOTTO, sottolineando però che il Comune deve “provvedere all’attivazione dell’assistenza archeologica IN CORSO D’OPERA”. Ottemperando a questa prescrizione, il Comune, con determina n. 29 del 21 marzo 2025, ha affidato ad una archeologa torinese il lavoro di “assistenza archeologica in corso d’opera” per la sistemazione del 2° lotto. Costo per il Comune euro 1.258.
L’INTERRUZIONE DEI LAVORI
Intanto i lavori procedevano ed erano quasi giunti alla conclusione, quando circa un mese fa il cantiere viene provvisoriamente chiuso. Perché? Qui possiamo fare solo delle ipotesi, in attesa di ulteriori informazioni. Può darsi che l’archeologa, oppure l’assessore competente, o entrambe, abbiano avuto dei sospetti che qualcosa nel progetto avrebbe potuto prestarsi a osservazioni critiche della Soprintendenza, che pure nell’ottobre 2024 aveva autorizzato i lavori.
Per prudenza, le due professioniste hanno allora di nuovo interpellato la Soprintendenza, e ora – come si ricava dalla replica del sindaco Careri – il Comune è in attesa della risposta. Nel frattempo, il Comune ha temporaneamente chiuso il cantiere: occorre evitare che, a lavori quasi conclusi, e a soldi spesi (60.000 euro è il costo del lavoro), la Soprintendenza trovi qualcosa che non va o nel progetto Recco o in altro documento dell’Ufficio tecnico e blocchi i lavori. Occorre cioè evitare di cadere nell’incidente occorso a Ponchia, che si è visto respingere dalla Soprintendenza il SUO progetto.
CHI SI DEVE DIMETTERE? CARERI O PONCHIA?
Conclusione: il primo e vero errore l’ha commesso Ponchia, che ha mandato alla Soprintendenza un progetto (primo lotto) che la Soprintendenza stessa ha respinto, costringendo il Comune ad abbandonare il progetto e a revocare l’affidamento dei lavori ad Agriscavi, chissà con quanta felicità per la ditta. Se Ponchia non avesse toppato il suo progetto (primo lotto), oggi forse avremmo almeno una parte di piazzale già agibile, e i cittadini non si dovrebbero preoccupare per l’avvicinarsi del 1° novembre.
Ma Ponchia, inarrestabile, continua nel suo solito atteggiamento: lui per primo non è riuscito a condurre in porto, in dieci anni, le sue iniziative (bacino di laminazione, bonifica cava Borra, piazzale del cimitero, ecc.), e ora scarica le responsabilità su Careri. Omettendo di raccontare ai suoi fedelissimi le PROPRIE responsabilità. Mette fretta a Careri, dopo che lui stesso, Ponchia, non è riuscito a fare in dieci anni ciò che ora pretende da Careri, che è in carica da un anno.
Non solo, ma continua a chiedere le dimissioni, ora dell’uno ora dell’altro membro della giunta Careri, o di Careri stesso. Ma chi deve dimettersi? Careri da sindaco o Ponchia da consigliere? È adatto ad esercitare una carica pubblica chi ha manifestatamente dimostrato in dieci anni di non saper governare il Comune, e che ora cerca di ribaltare le proprie responsabilità sugli altri, scatenando una deleteria bagarre sui social e mettendo i cittadini gli uni contro gli altri?
La Costituzione impone a coloro che ricoprono cariche pubbliche di comportarsi con disciplina e “onore”: ma qui l’onore è scomparso da un pezzo.
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