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07 Giugno 2025 - 19:36
Stranieri in Italia
“Votare SÌ significa riconoscere che chi vive, lavora, studia e cresce in Italia deve poter diventare cittadino italiano in tempi più giusti e ragionevoli”. Con queste parole, la Consulta degli Stranieri del Comune di Ivrea prende posizione in vista del referendum cittadino dell’8 e 9 giugno, esprimendo “pieno sostegno al voto favorevole” sul quinto quesito in programma.
Il quesito riguarda la proposta di dimezzare i tempi di residenza legale richiesti per ottenere la cittadinanza italiana. Attualmente, servono almeno dieci anni di residenza continuativa per poter accedere al riconoscimento. Un criterio che, secondo la Consulta, rischia di essere disancorato dalla realtà di migliaia di persone che, pur vivendo da anni nel nostro Paese, restano escluse da un diritto fondamentale.
Nel documento approvato all’unanimità durante la riunione del 28 maggio, si legge che la misura oggetto del referendum “tocca un tema cruciale: l’inclusione e la piena partecipazione democratica di tutti coloro che vivono stabilmente in Italia”. Accorciare i tempi, secondo i membri della Consulta, “non è solo un atto amministrativo: è un riconoscimento del percorso di integrazione, della volontà di appartenere a una comunità, e del contributo concreto che migliaia di persone di origine straniera danno ogni giorno alla nostra società”.
Il comunicato insiste su un concetto che emerge con forza: la cittadinanza come espressione di riconoscimento sociale, oltre che legale. “La cittadinanza non è solo un documento: è appartenenza, riconoscimento e possibilità di contribuire pienamente alla vita democratica della nostra città e del nostro Paese”.
Un messaggio chiaro, rivolto non solo alle persone straniere con cittadinanza italiana, ma a tutti i cittadini eporediesi: “Crediamo che il referendum rappresenti un’importante occasione per rafforzare i valori di equità, giustizia e coesione sociale, e per dare voce a una parte crescente della popolazione che, pur essendo pienamente integrata, è ancora spesso esclusa da diritti fondamentali come quello di voto”.
Da qui l’invito diretto: “Invitiamo tutte le cittadine e i cittadini di Ivrea – italiani e stranieri con cittadinanza italiana – a partecipare attivamente al referendum e a votare SÌ al quinto quesito”.
Chi si trova a vivere da anni in Italia, ricorda la Consulta, spesso lo fa tra lavoro, scuola, famiglia, tasse versate e partecipazione attiva alla vita collettiva. Eppure, la distanza tra integrazione sostanziale e diritti riconosciuti resta ancora ampia.
Con questo documento, la Consulta degli Stranieri non cerca lo scontro politico, ma afferma un principio: l’inclusione democratica come condizione di civiltà. Il referendum, nel loro sguardo, rappresenta un’occasione per allineare la legge alla vita reale di molte persone.
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