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Lardo, vino e mortadella avariati: storia di un magazzino operaio a Drusacco

"Tra difficoltà e solidarietà: la storia del magazzeno alimentare della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Drusacco nell'Ottocento. Un testo di Carlo Molinaro per la rivista Canavèis di Baima e Ronchetti

Lardo, vino e mortadella avariati: storia di un magazzino operaio a Drusacco

Il gioco delle bocce, accompagnato dal buon vino del barilot- to, è il passatempo offerto dalla Società negli anni `20.

Alla metà dell’Ottocento, la libertà di associazione di operai, artigiani e contadini era molto limitata. Parallelamente, le classi meno abbienti erano portatrici di complesse problematiche sociali: l’assistenza sanitaria, l’istruzione, la previdenza.
È lo Statuto Albertino, nel 1848, che concede la libertà di riunione ed apre la strada alle varie forme di associazione.
In questo contesto nascono le Società di Mutuo Soccorso: organizzazioni che da un lato consentono un modo per affrontare i problemi sociali e dall’altro permettono alle classi sociali più abbienti di monitorarle. I servizi offerti dalle Società si articolano progressivamente nel corso degli anni: vengono concessi sussidi per disoccupazione, cronicismo, contributi alle vedove e agli orfani, è garantita una decorosa indennità ai soci ammalati.
Il radicamento nell’ambiente circostante consente di calibrare i sostegni più idonei alla popolazione, ma un tratto comune a tutti i territori si riscontra nella creazione di magazzini cooperativi di generi alimentari, dove gli iscritti possono acquistare generi di prima necessità a prezzi calmierati.
L’idea nacque nel 1854, anno difficile, segnato dall’epidemia di colera e da un forte rincaro dei prezzi, che si protrasse per tutta la seconda metà dell’Ottocento.

Occasione di festa, nel primo dopoguerra, davanti al gioco delle bocce della Società.

Occasione di festa, nel primo dopoguerra, davanti al gioco delle bocce della Società.

La popolazione di Drusacco, in bella posa, si stringe intorno al parroco don Cavallo davanti alla tera dal furn nel 1906

La popolazione di Drusacco, in bella posa, si stringe intorno al parroco don Cavallo davanti alla tera dal furn nel 1906

Gli alimenti di prima necessità.

La società operaia di Drusacco il 1° luglio 1887 delibera la costituzione di un mutuo magazzeno:
«per togliere gli operai dalle usure è necessario formare un magazzeno che sia fornito di quei generi alimentari di prima necessità, onde il socio possa giornalmente servirsi di ciò che gli abbisogna; ma siccome che non vi sono fondi disponibili, per poter far fronte alla spesa siamo obbligati a ricorrere per un mutuo almeno di lire duecento e per far cotesto mutuo possiamo rivolgersi al socio Trucco Giovanni di Giovanni, il quale spontaneamente si è esposto a mutuamenti con interesse del quattro per cento. L’amministrazione dopo aver esaminato attentamente tal proposta riconobbe la necessità di formare il magazzeno unanimi deliberarono di accettare dal socio Trucco Giovanni il mutuo di lire duecento, autorizzando fin d’ora il presidente di munire il Trucco di quei necessari onde questi possa immediatamente versare il denaro mutuato nelle mani del cassiere».

Le mansioni del magazziniere.

Quale fosse l’importanza dell’argomento alimentare si deduce dalle disposizioni che vengono inserite nell’organizzazione della vita quotidiana e dall’attenzione con la quale viene monitorata la qualità dei prodotti. La gestione operativa del magazzino è affidata ad un socio il cui mandato è definito dal Consiglio in data 8 febbraio 1888:
«il magazziniere si obbliga di dare l’alloggio pel magazzino senza costo di spesa, (...) si obbliga di recarsi a prendere le merci comperate o condotte nel Mandamento, (...) di avvisare il consiglio, quando voglia lasciar la carica di Magazziniere almeno un mese prima, (...) che quando giungono merci d’avvisare sempre un membro del Consiglio ed il Sigillatore, prima di introdurle nel magazzino, (...) la Società contribuirà al Magazziniere lire 9 e millesimi 91 per cento (9,091 %) sul prezzo di vendita e dopo fatta la distribuzione».
L’affidamento della gestione del magazzino avviene per incanto, e tra le condizioni è stabilito che «chiunque sia il deliberatario dovrà provvedere di prestare cauzione che sarà accettata mediante persone conosciute (sicurtà solidale)».

Il provveditore e il sigillatore.

Per poter rifornire il magazzino viene definito il ruolo di provveditore. Nella riunione del Consiglio del 22 maggio 1887si delibera che «vi è stretta di nominare due provveditori i quali saranno incaricati di far scrupolosamente compra di quei generi alimentari che la Amministrazione vedrà necessaria quando che abbia visto i campioni col suo relativo prezzo, accordando a questi una indennità di lire due al giorno ogniqualvolta che vanno fuori dal Mandamento per interesse della Società».
Una particolare attenzione viene rivolta alle bevande alcoliche con la nomina di un ulteriore ruolo di controllo: il sigillatore. Nel consiglio del 12 febbraio 1888 si delibera che «al sigillatore compete l’incarico della gestione complessiva degli alcolici. Dispone di adeguato sigillo per la piombatura dei contenitori. (...) si osserva la necessità di due soci perché uno alla volta potrebbe essere assente, stando che son quasi tutti operai che esercitano la loro professione anche fuori paese».

Lardo, vino, mortadella e perdite varie.

Nel corso della gestione, quando si riscontrano anomalie qualitative, viene convocato il consiglio che delibera con le seguenti modalità:

31 dicembre 1888. Diminuzione del prezzo del lardo preso ad Ivrea.
Il consiglio «fa osservare che il lardo ha una faccia che diviene ingodibile, perciò è necessario farlo uscire dal Magazzino a qualsiasi prezzo. Verificato il lardo in questione lo dichiarò guasto ed immangiabile e con voti segreti ed unanimi si decide di mettere in vendita i kg. 4,700 di lardo a lire una il chilo, perdendovi così lire tre e 9 centesimi».

2 febbraio 1890. Perdita sulla meliga.
Osservando che «la meliga comperata è invendibile al prezzo di lire tre, sessanta centesimi per caduna emina del peso di kg. diciassette mezzo, perché comincia esserne parecchie grane muffite», il consiglio ritiene sia «necessario di metterla in vendita ad un prezzo inferiore del primo, acciò si possa vendere al più presto possibile senza ulteriore perdita».

13 giugno 1897. Perdita sulla barbera amara.
Il consiglio esamina «la barbera amara comperata due anni orsono e lasciata nel fusto per insufficienza di bottiglie. Fa osservare che la barbera è divenuta acida e non più vendibile come vino perciò propone diminuirlo di prezzo per poter smerciarlo al più presto possibile senza più ulteriori perdite.
Infine prega il consiglio che dopo aver verificato la merce in questione di deliberare in merito per mezzo di voti segreti. Il Consiglio verificato il vino in questione lo dichiara aceto e delibera di mettere in vendita i cinquanta litri di barbera a lire 0,40 centesimi al litro perdendovi in tutto lire quindici».

12 febbraio 1906. Perdita sulla mortadella.
«Il presidente fa osservare che la mortadella trovasi avariata e non più vendibile al prezzo attuale perciò propone che venga diminuita di prezzo per poter scaricarla al più presto possibile senza più ulteriori perdite. Infine prega il consiglio che dopo aver verificato la merce in questione di deliberare in merito per mezzo di voti segreti. Il Consiglio verificata la merce in questione la dichiara avariata e delibera di mettere in vendita kg 6,3 di Mortadella a lire una al chilo perdendovi la somma di lire 2 cmi 50».


La tipologia dei beni disponibili nel magazzeno era effettivamente limitata ai generi di prima necessità quali salame, mortadella, sardelle in scatole, «borgonzola», frumento, riso, civrino, tonno e pochi altri.
Nei liquidi sono inventariati, oltre al vino da pasto, il Fernet, il vermouth, la grappa ed il persico.
Il magazzeno sociale dagli anni Cinquanta del Novecento perde la sua funzione per la diffusione di una capillare rete commerciale, unitamente ad un crescente benessere economico.
La Società mantiene un ruolo significativo nelle attività ricreative e di ristorazione (in virtù della titolarità della licenza), fino a consolidarsi, agli inizi degli anni Duemila, nel ruolo di Società Operaia di Mutuo Soccorso.

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