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07 Giugno 2025 - 15:29
Bottiglie vuote, alcolici sui tavoli, spazzatura ovunque e cestini stracolmi. È questo il disastroso scenario che si è presentato questa mattina a chi ha messo piede nel Parco del Castello Malgrà, polmone verde di Rivarolo Canavese. Un luogo che dovrebbe rappresentare un'oasi di pace, trasformato invece in un ammasso di rifiuti all’indomani della consueta festa di fine anno scolastico.
I segni della baldoria non sono certo passati inosservati. Già dal tardo pomeriggio di ieri erano visibili in ogni angolo del parco i resti del “festeggiamento”: avanzi di cibo, bottiglie di superalcolici lasciate sui tavoli, bicchieri sparsi, cartacce e confezioni di snack. La situazione, se possibile, è peggiorata durante la notte, con l’area che questa mattina sembrava il dopoguerra di un rave non autorizzato.
I cestini, normalmente più che sufficienti per i rifiuti di chi frequenta quotidianamente il parco, sono stati presi d’assalto. Stracolmi, rigurgitano sacchetti di plastica e bottiglie accatastate alla meglio. Tutto ciò che non ci stava è stato lasciato dove capitava: sull’erba, lungo i sentieri, sulle panchine. Nessuna cura, nessun senso del limite, nessun rispetto.
Il Parco del Castello Malgrà è un luogo simbolico per Rivarolo. Lo frequentano anziani, famiglie con bambini, sportivi, studenti. Ma oggi nessuno ha potuto ignorare la devastazione lasciata da chi, in nome del divertimento, ha scambiato uno spazio pubblico per una discarica personale. E viene da chiedersi: è questa l’educazione civica che accompagna la fine dell’anno scolastico? È questo l'esempio che si vuol dare ai più piccoli?
Chi ha organizzato la festa? C’era qualcuno a controllare? Si trattava di un evento autorizzato o di un libero “liberi tutti”? E soprattutto: chi pulirà adesso?
Ancora una volta, una celebrazione si trasforma in una lezione sbagliata. La lezione che tutto è concesso, che gli spazi pubblici non sono di nessuno, e che ci penserà qualcun altro a rimediare. Ma i parchi non si puliscono da soli. E il rispetto non si insegna a suon di lattine vuote lasciate sul prato.
Insomma, una vergogna annunciata, che si ripete ogni anno. E che ogni anno lascia il conto da pagare a chi il parco lo frequenta davvero.
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