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06 Giugno 2025 - 15:16
Alessandro Barbero
Un lunedì pomeriggio di giugno, un giardino o un auditorium, una voce che da anni racconta la Storia e riesce a renderla viva come un racconto appassionante. Basta questo per spiegare le 1660 prenotazioni che in poche ore hanno esaurito ogni disponibilità di posti all’incontro con Alessandro Barbero, ospite della libreria Azami lunedì 9 giugno alle 17.30.
Tutto è iniziato con un post su Facebook. Un messaggio semplice, scritto con la consueta misura che contraddistingue chi lavora ogni giorno sul territorio: “Con grande emozione… lunedì 9 giugno sarà ospite di Azami il professor Alessandro Barbero”. Nessuna pompa, nessun effetto speciale. Ma l’effetto, stavolta, è stato travolgente. Decine, poi centinaia, poi oltre mille seicento persone hanno scritto, telefonato, si sono presentate in libreria. Un’adesione che ha superato ogni aspettativa.
Il programma dell’evento è essenziale: Barbero converserà con Stefano Pandolfini, partendo dal suo nuovo libro, Romanzo russo, edito da Sellerio. Se il tempo sarà favorevole, l’incontro si terrà nei giardini del CIAC – spazio verde e aperto, che da anni ospita eventi culturali della città. In caso di maltempo, ci si sposterà all’auditorium del Liceo Gramsci. L’ingresso è gratuito, ma su prenotazione obbligatoria: un dettaglio importante, che riflette la filosofia portata avanti dalla libreria Azami fin dalla sua nascita.
“Non possiamo che ringraziarvi per l’entusiasmo e la partecipazione”, si legge nel secondo post pubblicato poche ore dopo. Un messaggio scritto non per promuovere, ma per avvisare che non ci sono più posti.
E per scusarsi, con tono sincero, con chi è rimasto fuori. “Abbiamo cercato i luoghi più capienti compatibili con la nostra filosofia di non far pagare l’ingresso agli eventi. Ci dispiace non aver potuto accontentare tutti”.
È questo il tratto distintivo di Azami: fare cultura come servizio alla comunità, senza trasformarla in occasione di profitto, senza creare barriere all’accesso, senza selezionare il pubblico.
Il caso Barbero dimostra, una volta di più, che quando l’offerta culturale è autentica, il pubblico risponde. E non è una risposta tiepida o sporadica: è un’adesione forte, affettuosa, riconoscente. In fondo, l’enorme successo di questo appuntamento dice molto anche del legame che unisce Alessandro Barbero alle persone che lo seguono.
Professore ordinario di Storia medievale presso l’Università del Piemonte Orientale, Barbero è oggi una delle figure più note della divulgazione storica in Italia. Lo è diventato senza mai cercare scorciatoie, senza spettacolarizzazioni, ma con una formula che si è rivelata vincente: rigore accademico, profondità di analisi, e un modo di raccontare che non allontana ma avvicina. Le sue conferenze pubbliche, ormai virali online, hanno raggiunto milioni di visualizzazioni. I suoi interventi televisivi, i podcast, i libri – romanzi, saggi, articoli – sono letti e ascoltati da generazioni diverse. Studenti, pensionati, insegnanti, giovani laureati: tutti trovano nel suo modo di comunicare qualcosa che li riguarda.
A Ivrea, Barbero non è un ospite qualsiasi. È già stato in città, ha già parlato davanti a sale piene e a piazze silenziose. Ma questa volta la risposta ha assunto dimensioni del tutto nuove. Probabilmente ha inciso anche la scelta del libro, Romanzo russo, che racconta la Russia attraverso la voce della letteratura e le vicende di uomini e donne travolti dalla Storia. Ma più di tutto ha contato il suo nome, e il rispetto profondo che suscita.
L’evento è stato organizzato senza sponsor, senza grandi budget, senza uffici stampa. È nato e cresciuto con lo stile che contraddistingue la libreria Azami: cura artigianale, relazioni vere, ascolto del territorio. E la città ha risposto con calore. Non con clamore, ma con presenza.
Per chi ha trovato posto, sarà un’occasione preziosa. Per chi non ci sarà, resta la consapevolezza di aver preso parte – anche solo virtualmente – a un momento collettivo raro: quello in cui una libreria, un professore e una città si incontrano, e per qualche ora tutto ruota attorno alla voglia di sapere, capire, pensare.
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