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02 Giugno 2025 - 15:05
2 giugno a Settimo Torinese
Durante la seduta solenne del Consiglio comunale di Settimo Torinese per celebrare il 2 giugno, Festa della Repubblica, si è consumato uno scontro istituzionale che rischia di offuscare il significato stesso della ricorrenza. A sollevare la polemica sono i gruppi consiliari della Lega e di Fratelli d’Italia, che, con un comunicato congiunto, accusano la maggioranza a guida Pd di aver trasformato l’evento in una “passerella elettorale” in favore dei referendum promossi per il prossimo 9 giugno.
Nel mirino dell’opposizione finiscono in particolare l’intervento del sindaco Elena Piastra e quello della scrittrice Luna Esposito, invitata come ospite ufficiale alla cerimonia. Secondo la nota, la sinistra avrebbe approfittato della cornice istituzionale della Festa della Repubblica per “svuotarne il significato profondo” e “piegare una ricorrenza così importante a fini di propaganda”.
I consiglieri di opposizione sottolineano come la cerimonia, che avrebbe dovuto rappresentare un momento di unità nazionale, si sia invece trasformata “in un comizio politico, con un invito esplicito al voto”. “Non si è però ricordato”– si legge nella nota – “che anche il non partecipare al referendum è una scelta legittima e democratica”, in riferimento all’eventuale mancato raggiungimento del quorum, anch’esso espressione della volontà popolare.
Particolarmente critico anche il giudizio sull’intervento di Luna Esposito, che avrebbe paragonato l’Italia alla Sparta antica: “Un commento fuori contesto e poco utile”, scrivono Lega e Fratelli d’Italia, osservando come il paragone sia anche “storicamente errato”. “A differenza di Sparta, Atene era una democrazia – ricordano – e anche se concedeva la cittadinanza solo per sangue, rappresentava comunque un modello più inclusivo. L’Italia, invece, riconosce la cittadinanza anche per residenza, ed è il primo Paese europeo per naturalizzazioni concesse”.
Al centro della polemica anche il passaggio del sindaco Piastra sul “Decreto sicurezza”, recentemente varato dal Governo. Il primo cittadino ha richiamato l’articolo 21 della Costituzione, a difesa della libertà di espressione e di manifestazione. Una presa di posizione che l’opposizione interpreta come un attacco politico fuori luogo: “Il decreto si limita a intervenire in caso di manifestazioni violente, senza intaccare la libertà di espressione”, precisano.
Il comunicato si chiude con un affondo di carattere simbolico: “La Repubblica non si celebra attaccando il Paese: si celebra difendendone i valori, la storia, l’identità e proprio quei confini che ne garantiscono l'esistenza e la sovranità”. Un riferimento, questo, anche a una discussione recente in Consiglio comunale in cui – secondo l’opposizione – la maggioranza avrebbe “negato l’importanza dei confini”, preferendo ora “spostare l’attenzione su temi ideologici”.
Dal canto suo, la maggioranza non ha replicato ufficialmente, almeno per ora. Ma il clima resta teso. Il confine tra celebrazione istituzionale e legittima espressione di opinione politica, in occasione del 2 giugno, sembra essersi fatto più labile. E il dibattito si infiamma proprio su ciò che dovrebbe unire: il senso della Repubblica e la partecipazione democratica, in tutte le sue forme.
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