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Ivrea capitale della filantropia: le Fondazioni di Comunità cambiano il volto dei territori

In Santa Marta otto Fondazioni piemontesi raccontano come la solidarietà organizzata generi innovazione sociale, coesione e sviluppo locale. Un modello che coinvolge e trasforma le comunità dal basso

Presidente della Fondazione di Comunità del Canavese

Augusto Vino

In un mondo sempre più interconnesso e complesso, la vera ricchezza non sta nella semplificazione, ma nell’abilità di abbracciare la pluralità. È proprio nell’incontro tra differenze, sfide e punti di vista che si sprigiona un potenziale trasformativo straordinario. Quando un gruppo coeso condivide una visione e coltiva la capacità di ascoltare, può innescare una rivoluzione silenziosa ma profonda: quella che cambia le coscienze e apre nuove vie al progresso collettivo.

Venerdì 23 maggio, in una gremita Piazza Santa Marta a Ivrea, si è svolto un incontro pubblico di grande rilievo che ha riunito le Fondazioni di Comunità del Piemonte. Un appuntamento pensato per raccontare – con voci, numeri e storie – l’impatto della filantropia sul tessuto sociale ed economico dei territori. L’evento, dal titolo “La filantropia di Comunità come strumento per innescare processi di innovazione economica e sociale”, è stato organizzato dalla Fondazione di Comunità del Canavese, in collaborazione con Assifero e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Otto Fondazioni piemontesi si sono alternate sul palco, raccontando esperienze concrete e mostrando come la filantropia, quando radicata nelle comunità locali, possa diventare una leva potente di cambiamento. Non beneficenza estemporanea, ma progettualità duratura e visione sistemica.

In Italia le Fondazioni di Comunità sono 52, di cui 11 attive tra Piemonte e Valle d’Aosta. Alcune operano da oltre dieci anni, altre sono più giovani, ma tutte condividono una missione comune: generare valore nei territori, mobilitando risorse, costruendo reti, ascoltando i bisogni.

Ad aprire l’incontro è stata Francesca Mereta, responsabile Programmi, Reti Internazionali e Comunicazione di Assifero – l’associazione nazionale che riunisce le fondazioni filantropiche italiane. “Ogni Fondazione ha una storia e un’identità specifica”, ha dichiarato, “ma tutte condividono tratti fondamentali: sono presìdi filantropici ad alta produzione di valore”. Un concetto ripreso anche da Marzia Sica, responsabile della Compagnia di San Paolo: “Attivano la partecipazione delle comunità, generano sinergie tra attori diversi e promuovono innovazione sociale su temi strategici”.

L'intervento di Augusto Vino, Presidente della Fondazione di Comunità del Canavese, insieme a Francesca Mereta,  responsabile di Assifero

L'attenta  platea 

Ma cosa significa, concretamente, “produrre valore”? Le testimonianze delle Fondazioni presenti hanno dato una risposta articolata. Dai progetti per la prevenzione del disagio psicologico giovanile, alle comunità educanti contro la dispersione scolastica; dal supporto all’abitare sociale, fino all’inclusione degli stranieri e al sostegno dell’associazionismo locale. Iniziative che non si limitano all’erogazione di fondi, ma che mirano a generare cambiamento strutturale, con soluzioni costruite su misura delle esigenze dei territori.

L’appuntamento eporediese non si è limitato a una passerella di buone pratiche. Il dibattito si è acceso intorno a un tema cruciale: la valutazione dell’impatto. Come misurare l’efficacia degli interventi? Come garantire che il valore prodotto sia duraturo e non effimero? Su questo nodo si sono confrontati amministratori pubblici, consiglieri regionali, operatori del welfare, rappresentanti dei consorzi socio-assistenziali.

A chiudere i lavori, l’intervento della psicologa sociale e docente universitaria Tiziana Ciampolini, insieme ancora a Marzia Sica. Entrambe hanno tracciato le linee su cui si giocherà la sfida futura delle Fondazioni: rafforzare i modelli di intervento, coniugare efficacia e prossimità, adattarsi a una società in rapido cambiamento.

L’incontro di Ivrea ha avuto il merito di rendere visibile al grande pubblico ciò che spesso resta sommerso: la filantropia di Comunità come movimento capace di produrre coesione, innovazione e sviluppo. Un laboratorio a cielo aperto in cui si sperimentano soluzioni nuove per vecchi problemi, dove il capitale più importante è quello relazionale. E dove la vera rivoluzione è fatta di ascolto, partecipazione e coraggio.

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