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Settimo lancia il primo "censimento" dell'aria che puzza

L'Amministrazione comunale lancia il censimento degli odori: cittadini volontari protagonisti di un innovativo progetto di monitoraggio olfattivo per migliorare la qualità della vita urbana.

Settimo lancia il NASO: Nucleo Annusatori Settimesi Organizzati

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In un’epoca in cui i Comuni italiani faticano a garantire l’illuminazione pubblica, la manutenzione del verde, i trasporti, la sicurezza, la scuola, la sanità e – per carità – pure i bagni pubblici, c’è un Comune che non si arrende e guarda avanti. Anzi, annusa avanti. È Settimo Torinese, amministrato con visione e fiuto (è proprio il caso di dirlo) dalla sindaca Elena Piastra, che lancia un progetto inedito: il censimento degli odori.

Altro che PNRR o piani regolatori: a Settimo si passa all’olfattometria civica partecipata. L’idea è semplice, anche se detta così sembra partorita da un laboratorio teatrale di avanguardia: si cercano cittadini volontari che, armati solo del proprio naso, rilevino gli odori presenti in città e li classifichino con rigore scientifico (e un modulo da allegare con documento d’identità, sia chiaro).

Sì, tutto vero. Lo ha scritto nero su bianco il Comune: “Il progetto ha lo scopo di raccogliere dati sulle percezioni degli odori nel nostro territorio, al fine di comprendere meglio il fenomeno e migliorare la qualità dell’ambiente e la vita dei residenti”. 

E sarà il primo censimento dell'aria che puzza. C'è già uno slogan: sniffare per vivere meglio. C’è una scadenza, il 30 giugno 2025. C’è un modulo da compilare con nome, cognome, codice fiscale, dichiarazione sulla veridicità delle proprie percezioni olfattive e, ovviamente, allegato il documento di identità. Perché la puzza, si sa, è una cosa seria e non ci si può fidare di un cittadino anonimo che confonde un tanfo di fogna con un soffritto mal riuscito.

comune di settimo torinese

Chi si iscrive entrerà a far parte del glorioso corpo dei nasi civici. Avrà l’onore di contribuire alla redazione di una mappa delle puzze settimesi, zona per zona: dal “lievissimo sentore di solvente alle 9 del mattino” alla “bordata industriale con retrogusto chimico al tramonto”. Si tratterà di compilare questionari, seguire istruzioni (non ancora rese note), partecipare a focus group in cui si discuteranno con rigore accademico i risultati delle annusate.
“Secondo me era letame.”
“No, signora, era plastica bruciata con nota legnosa.”
“Io ci sentivo anche un po’ di gomma incandescente.”

Dietro questa brillante operazione c’è il leggendario Tavolo Odori, consesso probabilmente fondato su un tavolo vero, in formica grigia, con una caraffa d’acqua a centro tavola e un paio di nasetti in plastica sopra come logo. Ne fanno parte il Comune, ARPA Piemonte, la Città Metropolitana di Torino e, probabilmente, qualche spirito guida dell'olfattometria urbana. Il loro scopo è nobile: individuare la causa dei “fenomeni odorigeni” che angustiano i settimesi.

Perché la gente si lamenta. E come darle torto? Tra stabilimenti industriali, traffico, isole ecologiche che non si puliscono mai,  e quel certo “non so che” che Settimo emana con fierezza, l’aria a volte è un’esperienza. E ora, finalmente, sarà anche una statistica.

Il timore – o la speranza – è che questo sia solo l’inizio. Se il censimento delle puzze avrà successo, potrebbero seguire: il censimento dei rumori molesti, con app dedicata: “Quanto ti ha svegliato da 1 a 10 la rissa sotto casa?”.

O la mappatura delle buche emozionali: le crepe nell’asfalto che feriscono anche il cuore. O ancora, il censimento delle panchine fredde, per verificare se l’arredo urbano è anche termicamente accogliente.

Ma torniamo ai nostri nasi. Chi partecipa dovrà garantire almeno 3 mesi di olfatto attivo. Nessuna ricompensa economica, solo l’onore di servire la propria città con il naso. C’è chi fa il volontario in Croce Rossa, chi accompagna gli anziani, e poi ci sono gli eroi dell’aria. Il Comune promette che “i dati saranno trattati nel rispetto del GDPR”, quindi niente paura: la puzza sarà anonima, e nessuno potrà dire che quella segnalazione di “odore persistente di cavolo marcio” veniva da casa tua.

La sindaca Elena Piastra, che in passato ha già mostrato sensibilità per insetti impollinatori, cestini della differenziata e piste per monopattini, stavolta si supera.

C’è da immaginare un giorno, forse nel 2030, in cui riceverà il premio “Innovazione Olfattiva Urbana” al Festival di Stoccolma. Con tanto di discorso: “Quando lanciammo il censimento degli odori, ci dissero che eravamo visionari. Oggi possiamo dire che a Settimo, l’aria è cambiata. E anche il naso dei cittadini.”

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