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Labubu, il mostriciattolo che fa impazzire il mondo (e litigare i collezionisti in fila)

Da pupazzo tenero e inquietante a status symbol globale: ecco come un orecchio a punta può valere più di un NFT. Scene da panico in negozio, isteria social e... arrivano pure i falsi, i Lafufu

Labubu: il pupazzo che ha conquistato il mondo e scatenato il caos nel Regno Unito

C’erano una volta le bambole di pezza, i peluche da tenere accanto al cuscino e i pupazzetti Kinder. Poi è arrivato Labubu, e niente è stato più lo stesso. Dimenticate gli unicorni glitterati e i Pokémon tascabili: oggi a far sognare (e urlare) generazioni di ventenni e trentenni è un mostriciattolo con denti aguzzi, occhi spiritati e l'aria di chi la sa lunga. Un incrocio tra il Gremlins ubriaco e il fratellastro punk di Stitch. Una roba da far impallidire persino Hello Kitty.

Dietro la creatura c’è Kasing Lung, artista hongkonghese con un debole per il folklore nordico e i sogni psichedelici. A produrlo ci pensa Pop Mart, azienda cinese che ha trovato la formula magica del successo: design kawaii disturbante, blind box (le famigerate scatole a sorpresa), edizioni limitate e rarità da far tremare anche i collezionisti più navigati. Il risultato? File chilometriche fuori dai negozi, scene da delirio collettivo in stile Black Friday, isterie social da far sembrare i fan di Harry Styles un gruppo di boy scout.

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L’Italia non poteva certo restare immune. Il primo store ufficiale Pop Mart è sbarcato a Milano, in via Castaldi, e ha subito registrato il tutto esaurito. Gente accampata per ore, con la stessa ansia da prestazione di chi aspetta i saldi all’Apple Store. C’è chi entra, scarta con le mani tremanti una scatolina da 15 euro e ne esce in lacrime perché ha pescato l’ennesimo doppione. Subito dopo c’è chi ti ferma e ti sussurra “ce l’hai il Macaron azzurro?” con lo stesso tono con cui ti proporrebbero un Rolex rubato. Il mercato parallelo non perdona: alcune figure rare toccano i 500 euro, altro che vintage. Labubu è diventato un investimento, un feticcio, un feticismo. I genitori non capiscono, i figli si giustificano con frasi tipo “ma è arte contemporanea, dai”. Intanto, le bacheche di Instagram esplodono: Labubu al mare, Labubu sul comodino, Labubu con la Supreme. Nemmeno un neonato riceve tutte queste attenzioni.

Nel Regno Unito, la situazione è degenerata. Risse, spintoni, urla in coda: lo shopping natalizio in un centro commerciale di Manchester si è trasformato in una Royal Rumble. Morale della favola? Pop Mart ha sospeso le vendite fisiche per motivi di sicurezza. Troppo pericoloso. Del resto, quando un pupazzo riesce a scatenare scene che nemmeno i concerti dei Beatles, qualche domanda bisogna farsela.

E ovviamente, come in ogni fenomeno virale che si rispetti, sono arrivati i falsi. Si chiamano Lafufu, sono tarocchi mezzi sfatti, con gli occhi storti e il sorriso da serial killer. Li trovi sulle bancarelle o nei meandri del web. Ma piacciono. Perché il bisogno di possedere qualcosa – qualsiasi cosa – che somigli a Labubu è più forte della qualità.

Intanto Wang Ning, fondatore di Pop Mart, si gode la bolla d’oro: +1,6 miliardi di dollari in un giorno, grazie all'impennata delle azioni. Labubu ha dimostrato che il vero lusso oggi non è un diamante, ma un pupazzo triste con l’aria da punk che ha dormito poco.

Che poi, a guardarlo bene, Labubu siamo un po’ tutti noi: strani, teneri, ansiosi, col sorriso tirato e il bisogno disperato di attenzione. E se bastano due occhi spiritati e una scatola misteriosa per sentirsi meno soli… allora forse vale davvero la pena fare la fila.

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