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ASL TO4, le nuove armi contro il dolore cronico...

ASL TO4 e la Giornata del Sollievo: tra ospedale e territorio per un'assistenza centrata sul paziente

ASL TO4, le nuove armi contro il dolore cronico...

Domenica 25 maggio l’ASL TO4 ha aderito alla 24esima Giornata Nazionale del Sollievo, promossa dal Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione “Gigi Ghirotti”. Un’occasione per ribadire – almeno sulla carta – l’importanza della cura del dolore cronico e della qualità della vita dei pazienti. Anche in Piemonte l’iniziativa è stata rilanciata con forza dall’Assessorato regionale alla Sanità, che ha chiesto alle aziende sanitarie di fare il punto sui servizi già attivi e sui progetti in corso. E l’ASL TO4, che copre un territorio vasto e complesso, ha scelto di mettere al centro gli sviluppi della terapia antalgica, con un occhio particolare al ruolo dei presìdi ospedalieri.

“La Giornata del Sollievo non è una celebrazione, ma un’occasione per parlare seriamente di dolore cronico e per ricordare che il sollievo non è solo auspicabile, ma anche possibile”, ha dichiarato il direttore generale Luigi Vercellino. “Vogliamo mostrare cosa stiamo facendo nei nostri ospedali, quali strumenti abbiamo già attivato e come stiamo costruendo un modello che metta davvero al centro il paziente”.

A Chivasso, Ciriè, Lanzo e Ivrea sono attivi da tempo ambulatori per la terapia del dolore, all’interno delle strutture di Anestesia e Rianimazione dirette dai dottori Marco Fadde, Carlo Frangioni e Bruno Scapino. Fin qui nulla di nuovo. La novità, semmai, sta nell’integrazione progressiva tra ospedale e territorio, grazie a strumenti tecnologici e alla collaborazione con i medici di famiglia. A Chivasso, ad esempio, è già operativa la piattaforma ECW Med, che consente ai medici anestesisti di scambiarsi informazioni in modo diretto e sicuro con i medici di base. Si tratta di consulenze rapide, che servono a orientare il percorso terapeutico e a evitare accessi inutili agli ambulatori specialistici.

È stato attivato anche un numero telefonico riservato ai medici di famiglia, attivo in fasce orarie stabilite, per fornire risposte immediate da parte degli specialisti. L’obiettivo è sempre lo stesso: evitare tempi morti, ritardi e attese che, nel caso del dolore cronico, significano spesso peggioramento della qualità della vita.

Non solo. A breve verrà attivata la piattaforma regionale di telemedicina, che consentirà di gestire da remoto i controlli periodici, liberando spazio per le prime visite e riducendo i disagi per i pazienti, in particolare quelli più fragili o residenti lontano dalle strutture. Un’innovazione che, se funzionerà davvero, potrebbe ridurre le liste d’attesa e razionalizzare l’assistenza.

Un primo incontro di aggiornamento, rivolto a medici di famiglia, ortopedici, fisioterapisti e fisiatri, si è svolto il 17 maggio all’ospedale di Chivasso, sul tema della lombalgia. Il dolore alla schiena è infatti uno dei disturbi cronici più diffusi e spesso trattati in modo disorganico. L’iniziativa rientra in un ciclo di incontri formativi voluti dal gruppo di lavoro sulla Terapia Antalgica per promuovere un approccio multidisciplinare e condiviso.

Tra le esperienze più particolari, spicca quella del presidio ospedaliero di Ciriè-Lanzo, dove da circa un anno viene trattata l’emicrania cronica con un protocollo a base di tossina botulinica, secondo linee guida internazionali. I pazienti vengono selezionati in modo rigoroso, trattati con iniezioni in punti specifici e seguiti con controlli trimestrali. La collaborazione tra terapisti del dolore e neurologi – che in Piemonte rappresenta un unicum – ha permesso di ridurre l’assunzione di farmaci specifici e migliorare la qualità della vita. “Questi farmaci non sono innocui. Ridurne l’uso, grazie a trattamenti mirati e ripetibili, è un passo avanti”, spiegano i responsabili.

emicrania

A Lanzo, invece, è attivo un ambulatorio di agopuntura, con circa 600 accessi annui. Il servizio è gestito da medici con esperienza ventennale e formazione specialistica, e si occupa di trattare diverse forme di dolore cronico, inclusa l’emicrania.

Anche a Ivrea si lavora su più fronti. In particolare, da alcuni mesi la struttura di Anestesia e Rianimazione ha avviato una collaborazione stretta con le Cure Palliative per definire percorsi condivisi per i pazienti ricoverati in condizioni stabili ma con malattie ormai irreversibili. Incontri collegiali tra medico palliativista, paziente e familiari permettono di pianificare in modo sereno e rispettoso la prosecuzione dell’assistenza: a domicilio, in hospice o in RSA, a seconda dei casi. Si tratta di cure che non guariscono, ma che agiscono sui sintomi, in particolare sul dolore, e offrono anche supporto psicologico e sociale.

A Ivrea è attivo anche da anni un servizio domiciliare per la sostituzione delle cannule tracheostomiche nei pazienti affetti da gravi patologie respiratorie o neurodegenerative. Un medico anestesista si reca periodicamente al domicilio dell’assistito, evitando così il trasporto in ospedale e tutelando il comfort del paziente e dei suoi familiari.

Secondo il direttore generale Luigi Vercellino, il futuro della sanità passa proprio da qui: “In questi primi mesi ho trovato un’Azienda molto attenta a costruire un modello che funziona. È un lavoro basato su tre pilastri: programmare bene i percorsi, far dialogare ospedale e territorio e usare la tecnologia per recuperare tempo e risorse da dedicare a più persone”.

Dichiarazioni incoraggianti, certo, ma che andranno misurate – come sempre – con i fatti. Perché i numeri delle liste d’attesa, le difficoltà degli ambulatori e i disagi di tanti pazienti con dolore cronico sono ancora lì, ogni giorno. E rendere “reale” il sollievo, per molti, è ancora una strada tutta da percorrere.

Giornata del Sollievo: che cos’è e perché si celebra ogni anno

Non tutti la conoscono, ma esiste anche una Giornata del Sollievo. Si celebra ogni anno l’ultima domenica di maggio, ed è stata istituita nel 2001 per volontà del Ministero della Salute, della Fondazione Gigi Ghirotti e della Conferenza delle Regioni. Obiettivo: ricordare che il dolore non va mai ignorato, soprattutto quando è legato a malattie croniche o incurabili, e che la sanità ha il dovere non solo di curare, ma anche di alleviare le sofferenze.

Il nome della Fondazione che ha promosso questa iniziativa fa riferimento al giornalista Gigi Ghirotti, colpito da una grave malattia e diventato simbolo di un approccio più umano alla sofferenza. Con i suoi articoli – pubblicati anche su La Stampa – raccontò la solitudine dei malati terminali e aprì in Italia un dibattito che allora era praticamente inesistente.

La Giornata del Sollievo non è un momento retorico. Vuole ricordare a medici, infermieri, dirigenti e istituzioni che il dolore cronico non può essere considerato una “normalità” e che esistono terapie, farmaci, supporti psicologici e cure palliative per dare sollievo a chi soffre. Vuole anche informare i cittadini su diritti e possibilità spesso poco conosciute, come l’accesso agli ambulatori di terapia del dolore, la telemedicina, l’agopuntura o il supporto domiciliare.

Un principio semplice, ma fondamentale: la dignità della persona non si misura solo con la diagnosi, ma anche con la qualità della vita che le si riesce a garantire, anche quando non può più guarire.

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