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Cronaca

Ivrea: nuovo sport cittadino? Lancio di bottiglie dal finestrino dell'auto

Una madre e suo figlio rischiano di essere colpiti da una bottiglia di vetro tra via Jervis e corso Nigra. De Stefano denuncia il gesto, ma è sui social che esplode la rabbia: “Città allo sbando, nessun controllo”.

Ivrea: nuovo sport cittadino? Lancio di bottiglie dal finestrino dell'auto

Il consigliere comunale Massimiliano De Stefano

Una bottiglia di vetro, forse di birra, lanciata con violenza da un’auto in corsa. Un gesto assurdo, sconsiderato, pericoloso. È successo lunedì pomeriggio, poco prima delle 16.30, all’incrocio tra via Jervis e corso Nigra, a due passi dalla stazione ferroviaria.

Alla guida dell’auto colpita, una madre. Accanto a lei, il figlio.

“Ero in coda al semaforo” – racconta la donna – “davanti a me c’era un’auto nera. Dal lato passeggero ho visto volare fuori una bottiglia, lanciata con forza. Mio figlio aveva il finestrino abbassato. Mi sono spaventata a morte. Solo per miracolo i cocci non ci hanno colpiti. Ero così agitata che non ho neppure pensato a segnarmi la targa”.

La scena è durata pochi secondi. Il senso di paura e impotenza, invece, è rimasto addosso a lungo. “Mi chiedo se sia normale che in una città accadano ancora episodi del genere”, aggiunge, ancora incredula.

A raccogliere e rilanciare la sua testimonianza è stato il consigliere comunale di minoranza Massimiliano De Stefano, che su Facebook non ha usato mezzi termini: “Denunciate sempre. Altrimenti vi diranno che va tutto bene. Che sono solo ragazzate o marginalità. Ma non è così. È degrado urbano. È violenza gratuita. È pericolo reale”.

Il suo post ha acceso la miccia. Nei commenti si è riversata una valanga di rabbia, delusione, ironia amara.

“Guarda caso, sempre in zona stazione” – scrive Vincenzo Ceratti“Questa città è sempre meno sicura. In mano alla percezione istituzionale e all’abitudine alla delinquenza comune”. Parole che fotografano il clima diffuso: sfiducia, esasperazione, sensazione di abbandono.

Gabriele Garino, ex consigliere comunale, allarga il quadro: “Non è solo lì. Basta girare per Ivrea e ci sono zone anche peggiori”. Poi aggiunge che in Questura “conoscono già le problematiche”, che le pattuglie ci sono, ma che serve una visione d’insieme, non uno scaricabarile geografico: “Il problema è ovunque, non solo lì”.

Rossella Strazzacappa va dritta al punto: “Non c’è controllo. Fanno tutto quello che vogliono”. Ed è lo stesso smarrimento che si legge nelle parole di Elvira Telegramma: “È andata bene solo per caso. Potevano colpire dei passanti. Ma chi è che lancia bottiglie da un’auto? Dove siamo finiti?”

Nel frattempo ci si interroga se sia possibile identificare i responsabili. Archeologo del Vino ricorda: “Le telecamere ci sono. Bisogna denunciare per facilitare il lavoro delle forze dell’ordine”. Ma Silvia Balì Poli solleva un dubbio: “Sono stati presi? Impossibile che nessuno li abbia seguiti o segnato la targa”. E Marco Marc rincara: “Sì, le telecamere in zona ci sono. Vanno controllate”.

A mettere la ciliegina sulla polemica ci pensa Simona Dallan, con una segnalazione altrettanto inquietante: “Ieri pomeriggio, ore 17.30, zona Movicentro. Spintoni e litigi sulle scale per andare ai binari. Nessuno controllava nulla. C’erano famiglie, ragazzi, anziani”.

Ivrea trema, non per una bottiglia, ma per ciò che rappresenta. Perché non si tratta solo di un episodio isolato, ma di una scia di segnali che raccontano una città in affanno. Dove il confine tra “ragazzata” e degrado si fa sempre più sottile. E dove i cittadini, nel silenzio delle istituzioni, parlano tra loro. A voce alta. E con rabbia.

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