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Vercelli
21 Maggio 2025 - 07:02
Un momento del sopralluogo dell'architetto Andreas Kipar con il sindaco Roberto Scheda
VERCELLI. Un anno e mezzo dopo la pagliacciata con il martello pneumatico - ideata e messa in pratica insieme all'ex sindaco Andrea Corsaro - ad uso dei fotografi e dei grulli sensibili a queste gag, l'archistar Andreas Kipar la mattina di venerdì 16 maggio è tornato a Vercelli per un sopralluogo sul cantiere di viale Garibaldi, il nuovo garden boulevard da lui progettato. Cantiere che avrebbe dovuto chiudere (perlomeno: così si leggeva sul cartello) entro gennaio, ma poi il sempre acuto e perspicace assessore Massimo Simion ha spiegato che «ci sono state le piogge» - evento raro e non prevedibile, a Vercelli, in un anno e mezzo - e quindi il termine dei lavori è slittato a fine maggio.
Opera naturale è ch'uom favella
Il garrulo Kipar appena sceso dal treno (così non ha avuto il problema di parcheggiare in zona stazione: quello se lo risolvano i vercellesi) si è posizionato all'inizio del viale e, affiancato dal sindaco Roberto Scheda e da alcuni fotogenici assessori, ha improvvisato una breve concione puntualmente raccolta dagli araldi di palazzo (domanda, vera, che testimonia lo stato del giornalismo vercellese, abituato a chiedere all'oste un giudizio sulla qualità del proprio vino: «Promosso, quindi, il garden boulevard?»; risposta: «sì»). L'archistar ha detto che il nuovo viale gli «piace tantissimo» (pensa se diceva «no, è un obbrobrio»), e ha aggiunto: «Sono sceso dal treno e sto vedendo tante persone che usano il viale per passeggiare, lo usano nella quotidianità. E ciò che mi piace, soprattutto, è che si fermano a parlare». Grande notizia: prima dell'avvio del progetto Kipar, come i vercellesi ricorderanno, in viale Garibaldi «nella quotidianità» non passeggiava mai nessuno: per decenni è sempre stato deserto, e i pochi che vi si avventuravano lo percorrevano in religioso silenzio, al più salutando gli altri rari passanti con un lieve cenno del capo. Ora, grazie alla matita di Kipar - e dopo avere speso tre milioni di euro, lievitati di almeno 200 mila rispetto al preventivo, più il lauto onorario del progettista - i vercellesi passeggiano sul viale e, soprattutto, percorrendolo hanno finalmente riacquistato il dono della favella e il gusto della conversazione.
Bella d'erbe famiglia e d'animali
Sulle ali dell'entusiasmo, poi, il loquace Kipar ha affermato che grazie ai suoi progetti «Vercelli diventa un modello: città d'arte, città della gioventù e del verde». Vaste programme, si direbbe.
Sulla “città d'arte” c'è poco da aggiungere: l'archistar si inserisce, buon ultimo, nel già nutrito elenco dei forestieri scopritori dell'acqua calda. Su Vercelli “città della gioventù” Kipar prende una cantonata epocale: a Vercelli solo il 20% della popolazione ha meno di 24 anni, mentre il 42% ne ha più di 55; aggiungiamo pure, per soprammercato, gli universitari (quasi tutti pendolari che arrivano al mattino e se ne vanno nel pomeriggio, della città frequentano solo le aule), che però di viale Garibaldi - vecchio o rinnovato che sia - percorrono al più i primi dieci metri quando proprio vogliono usare l'ingresso secondario dell'ex ospedaletto; ma da qui a dire “città della gioventù” ce ne passa: Vercelli - è un dato di fatto - è una città di gente che va a lavorare altrove e soprattutto una città di vecchi, di cui l'attuale primo cittadino è perfetto testimonial. Quanto alla “città verde”, poi, Vercelli aveva già 52,1 metri quadri di verde urbano per abitante prima che arrivasse Kipar (Novara ne ha 14,3, Alessandria 27,3, Torino 28), e non è certo la piantumazione di pregiati arbusti e tenere pianticelle sul garden boulevard a mutarne la posizione nella classifica delle città più verdi d'Italia.
Esta selva selvaggia e aspra e forte
A Vercelli il “verde” (viali, parchi, giardini pubblici) costituisce da tempo, per il Comune, un problema per i costi di manutenzione. Già lo era prima, ma ora il garden boulevard - con la geniale combo kipariana orto botanico + manto stradale non percorribile da mezzi d'opera - rende necessario intervenire manualmente su tutto il viale. L'assessore Antonio Prencipe nel gennaio scorso spiegava: «Su quel viale non possiamo di certo passare con il tagliaerba; è richiesta molta più attenzione e perizia nella potatura delle numerose piantine, che va fatta obbligatoriamente a mano, così come la monda delle infestanti e gli interventi contro i parassiti». Grossi problemi anche per la potatura degli alberi, che prima avveniva periodicamente posizionando i mezzi con cestello in mezzo al viale: «ora c’è l’asfalto drenante, che non permette l’accesso ai mezzi perché con il loro peso, si rovinerebbe. Il costo sarà il doppio o il triplo rispetto alle potature standard: sarà come potare gli alberi avendo sotto una cristalleria». E d'autunno, quando cadono le foglie? Come le si raccoglieranno? Negli altri viali cittadini si passa con i “soffiatori”, «ma su viale Garibaldi non si possono usare per via dello strato di pacciamatura che ricopre le aiuole e che verrebbe spazzato via; quindi questo lavoro va fatto a mano. Senza contare che servirebbero delle squadre solo per ripulirlo dalle numerose cartacce».
Gli uffici comunali nelle scorse settimane hanno acquisito alcuni preventivi che fanno impennare la spesa, per la manutenzione del garden boulevard, fino a 250 mila euro l'anno: 680 euro al giorno, domeniche e festività comprese. Ma ai rilevi sui costi l'ineffabile Kipar ha risposto: «Bisognerà starci dietro, come qualsiasi proprietario di casa con giardino deve fare, ma la bellezza è tale che ne vale la pena. Non siete da soli a Vercelli con questi problemi». Ah, beh, allora... mal comune, mezzo gaudio. Poi magari al Comune tocca abbassare la soglia dell'addizionale Irpef per cavare qualche euro anche dalle tasche dei poveri, e diserbare il resto della città con il glifosato per risparmiare, ma qui - ha concluso Kipar, che vede lungo - «guardo verso il boulevard della diversità e guardo verso il futuro».
Vo mesurando a passi tardi et lenti
Il costosissimo garden boulevard realizzato dall'archistar può piacere o meno, ma sicuramente sconta alcuni oggettivi errori progettuali. Uno dei più evidenti è il mancato studio degli attraversamenti delle aiuole, troppo rari e distanti tra loro. Ma dove non ci ha pensato il progettista provvedono i vercellesi stessi quando devono spostarsi da un lato all'altro del viale, o i camerieri che devono servire i clienti nei dehors: passano in mezzo alle aiuole, calpestando le preziose e delicate piantine. Lo stesso Kipar, durante il sopralluogo, ha ammesso a denti stretti «vedremo di sistemare i passaggi». Un aspetto del tutto marginale, quando si progetta un viale pedonale.
Ma non dite ai vercellesi - nemmeno a quelli che rallegrano la giornata di Kipar quando sul viale «si fermano a parlare» - che il compenso al progettista per il garden boulevard è stato di oltre 200 mila euro, perché rischiate di avere in risposta - come già si leggono sulle pagine social cittadine - epiteti irriferibili.
Al termine del sopralluogo, dopo aver deliziato gli astanti con queste perle di saggezza e prima di risalire sul treno, Kipar ha salutato con un auspicio: «Presto su viale Garibaldi vedremo arrivare le farfalle». In Comune, invece, di “farfalle” - fatture da pagare per la manutenzione del viale - ne vedranno, d'ora in poi, in tutte le stagioni.
Viale Garibaldi in una cartolina del secolo scorso
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