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Gabry Ponte all'Eurovision: un ultimo posto che brilla di successo

Ecco chi è il dj torinese che ha conquistato il pubblico ma non la classifica, chiudendola con appena 27 punti

Gabry Ponte all'Eurovision: un ultimo posto che brilla di successo

Gabry Ponte all'Eurovision

Cosa significa davvero vincere? Questa è la domanda che sorge spontanea dopo l'Eurovision Song Contest di Basilea, dove il dj torinese Gabry Ponte ha fatto ballare la St. Jakobshalle con il suo brano "Tutta l'Italia", ma ha chiuso in ultima posizione con soli 27 punti. Nonostante il risultato, la sua esibizione è stata un trionfo di energia e passione, conquistando il pubblico presente e quello dei social.



Gabry Ponte, in gara per San Marino, ha portato sul palco un'esibizione impeccabile, che ha raccolto applausi scroscianti e commenti entusiasti sui social media. "Siamo tutti con te Gabry, forza tutti a votare", "Bravissimo, speriamo vinca lui", "Orgoglio italiano e gareggia per la Repubblica di San Marino", sono solo alcuni dei messaggi di supporto che hanno inondato la rete. Nonostante il piazzamento, la partecipazione all'Eurovision rappresenta per Ponte una vetrina straordinaria, avendo riportato San Marino in finale dopo un'assenza dal 2021.

Il 2025 si conferma un anno memorabile per il dj torinese. "Tutta l'Italia", scelto da Carlo Conti come sigla per Sanremo 2025, è diventato un tormentone che ha risuonato anche al concertone del 1° maggio. E l'estate si prospetta altrettanto brillante, con un concerto evento allo stadio San Siro di Milano già sold-out. Questo ultimo posto, paradossalmente, non fa che aggiungere un tocco di unicità al suo percorso artistico.



A trionfare a Basilea è stata l'Austria con JJ e il brano "Wasted Love", seguita da Israele, Estonia, Svezia e Italia, con Lucio Corsi che ha conquistato un rispettabile quinto posto con "Volevo essere un duro". La classifica finale ha visto un mix di talenti e stili, con artisti provenienti da tutta Europa che hanno dato vita a una competizione avvincente.

L'Eurovision Song Contest rimane una delle più grandi piattaforme musicali al mondo, capace di lanciare carriere e consolidare artisti già affermati. Per Gabry Ponte, la partecipazione ha rappresentato un'opportunità per farsi conoscere a livello internazionale, dimostrando che a volte il vero successo non si misura solo con i punti, ma con l'impatto che si lascia nel cuore del pubblico.

Gabry Ponte, l’anima dance di Torino che ha fatto ballare l’Europa

C’è un pezzo d’Europa che ha ballato al ritmo di un DJ torinese. C’è una generazione cresciuta tra discoteche e autoradio che ha imparato a scandire il proprio tempo con una cassa dritta, un ritornello catchy e un nome inciso a fuoco nella scena dance italiana: Gabry Ponte. Classe 1973, torinese doc, il suo vero nome è Gabriele Ponte. Quello che all’anagrafe potrebbe sembrare uno qualunque, nei club e nei palazzetti ha fatto invece la storia dell’elettronica mainstream. Tra Italia e mondo, tra passato pop e presente electro-tech, tra Eurodance nostalgica e palchi festivalieri da migliaia di persone, Gabry Ponte è oggi uno dei produttori più longevi, riconoscibili e rispettati del panorama musicale italiano.

La sua carriera comincia davvero a decollare nel 1999, quando con Jeffrey Jey e Maury Lobina fonda gli Eiffel 65. Un progetto che esplode immediatamente grazie a “Blue (Da Ba Dee)”, brano-manifesto dell’Eurodance che conquista le classifiche mondiali, dagli Stati Uniti al Giappone. L’album “Europop” diventa un caso internazionale: vendite milionarie, dischi di platino e una cifra stilistica chiara fatta di vocoder, beat trascinanti e testi surreali. Gabry Ponte è il motore ritmico del gruppo, il “deejay dietro le quinte”, ma anche il volto più vicino al clubbing vero.

Dopo pochi anni decide di intraprendere una carriera solista, e anche lì non sbaglia il colpo. Brani come “Geordie” (reinterpretazione dance del classico di Fabrizio De André), “Time to Rock”, “La Danza delle Streghe” e “Figli di Pitagora” diventano inni da pista e tormentoni radiofonici, aprendo la strada a una lunga stagione in cui Gabry Ponte riesce a portare la dance in tutte le case, senza mai snaturare la propria identità da DJ da consolle.

Negli anni 2010, mentre molti artisti della sua generazione si perdono o si ripiegano in nostalgie revival, lui fa l’opposto: cambia pelle, si aggiorna, abbraccia l’evoluzione EDM e si avvicina al linguaggio dei grandi festival. Le sue produzioni diventano più aggressive, più moderne, con contaminazioni electro-house, psytrance e techno melodica. Arrivano collaborazioni con artisti della scena urban (da Danti a Shade), produzioni con cantanti pop e un rinnovato protagonismo nel panorama live, grazie a set sempre più spettacolari.

Ma è anche online che Ponte costruisce un nuovo pubblico: TikTok, Instagram, YouTube. Le sue tracce spopolano tra i giovanissimi, i mashup virali lo riportano in classifica, e il suo stile ironico e diretto lo rende riconoscibile anche ai più giovani. È uno dei pochissimi DJ italiani ad aver saputo attraversare tre decenni senza mai apparire fuori fuoco, fuori tempo, fuori scena.

I numeri parlano da soli: oltre 2 miliardi di stream totali, centinaia di date ogni anno, decine di dischi d’oro e di platino, una nomination agli MTV Europe Music Awards, e collaborazioni con artisti internazionali come Timmy Trumpet, R3HAB e Lum!x (con cui ha firmato la hit “Monster”). Ma più dei numeri, contano le intuizioni: aver capito che la dance può essere anche politica culturale (portare la musica elettronica in prima serata tv, o in contesti impensabili fino a dieci anni fa), e aver mantenuto Torino come punto fermo. Non solo luogo d’origine, ma anche cuore di una sensibilità musicale aperta, europea, elegante.

Nel 2022, Gabry Ponte ha reso pubblica la sua operazione al cuore per una valvola aortica difettosa congenita. Una notizia che ha fatto il giro del web e che ha generato grande empatia nei fan. Lui l’ha affrontata con il solito spirito diretto e autoironico, postando video e aggiornamenti, mostrando il dietro le quinte di una fragilità affrontata con forza. È tornato a esibirsi pochi mesi dopo, più carico di prima. Come se il battito non fosse mai mancato.

Gabry Ponte continua a suonare nei festival di mezza Europa, è presenza fissa nei club italiani, e lavora in studio con una dedizione quasi artigianale. Non è mai diventato una caricatura di sé stesso. E se anche “Blue” è stato remixato e rivisitato mille volte (da David Guetta a Bebe Rexha), lui rimane fedele alla regola numero uno del DJ: fare ballare, senza barriere.

Che sia a Ibiza, a Rimini o sotto la Mole, Gabry Ponte è ancora lì. Con la sua consolle, il suo beat, e quel sorriso da eterno ragazzo che sa che la musica – quando è fatta bene – non ha età.

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