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Centri estivi nel caos: famiglie deluse, quartieri dimenticati, disagi per chi lavora. Ma non è mai colpa della sindaca

Il Comune annuncia l’apertura delle iscrizioni, ma sui social esplode il malcontento.

Centri estivi nel caos: famiglie deluse, quartieri dimenticati, disagi per chi lavora. Ma non è mai colpa della sindaca

Genitori infuriati

Fiato alle trombe, rullo di tamburi: il Comune di Settimo Torinese, senza fretta, annuncia con entusiasmo l’apertura delle iscrizioni ai centri estivi, fissata per il 20 maggio. Ma il post, invece di rassicurare le famiglie, ha acceso la miccia. In poche ore, la pagina Facebook dell’Amministrazione è stata sommersa da commenti che definire "brutali" è poco.

Genitori infuriati, quartieri dimenticati, settimane scoperte e silenzi imbarazzanti. 

“Potevate aggiungere almeno dal 25 al 31 agosto… le date sono risicate come se i centri estivi fossero gratis”, attacca una madre, centrando subito il cuore del problema.

Perché i centri estivi comunali, anche quest’anno, copriranno a malapena metà dell’estate. Scuole primarie e medie escluse dalla terza: dal 23 giugno al 1° agosto, poi una misera settimana dal 1° al 5 settembre. Per l’infanzia, ancora peggio: dal 1° luglio al 1° agosto. Tutto il resto? Il nulla. Genitori lasciati a cavarsela da soli. “E dal 9 al 23 giugno chi lavora e non ha nessuno che può tenere i bambini come farà?”domanda un’altra cittadina. Nessuna risposta. Solo il vuoto.

Ma il capolavoro è la modalità d’iscrizione: si parte in ritardo rispetto a molte città vicine, e i posti saranno assegnati in base all’ordine cronologico. Una lotteria digitale che favorisce i più veloci, non certo i più bisognosi.

“Come ogni anno, finiranno in pochi minuti. Sempre peggio”, commenta una madre. “Spero che in futuro il Comune terrà conto delle lamentele dei cittadini”, scrive un altro. Speranze fragili, come ogni estate.

Poi c’è il caso più esplosivo: la scuola Roncalli, storica sede dei centri estivi nel quartiere Villaggio Fiat, completamente esclusa.

Motivo? Il Consiglio d’Istituto non ha ancora dato il via libera. Il Comune, chiamato a rispondere, si limita a scaricare la responsabilità: “Le scuole vengono messe a disposizione dagli istituti comprensivi, noi non possiamo disporne liberamente”. Tradotto: non è colpa nostra. 

“Mi dispiace che un Consiglio d’Istituto abbia detto no”, scrive una residente.

“Ma mi dispiace ancora di più che nessuno, in Comune, abbia pensato al disagio che si crea nel quartiere. Nessuna scuola vicina, nessuna alternativa. I centri estivi dovrebbero essere comodi, economici, a misura di famiglia. Invece chi non ha la macchina, chi ha i nonni anziani, chi lavora senza tutele dovrà arrangiarsi. Ancora.”

Villaggio Fiat dimenticato. Quartieri tagliati fuori. Zero pianificazione. E il Comune che risponde col solito linguaggio istituzionale, freddo, distante, impersonale. Come se il problema fosse tecnico, e non sociale. E come se chi lavora a tempo pieno con due figli e nessun aiuto potesse risolvere tutto con un clic.

E non finisce qui. Alcuni genitori chiedono se sarà possibile inserire la Roncalli in un secondo momento, una volta ottenuta l’approvazione del Consiglio. Silenzio. Altri segnalano che anche la scuola Rodari non compare nell’elenco. Ancora silenzio. Intanto il tempo passa, e le famiglie devono decidere subito come organizzarsi. Con quali alternative? Nessuna.

C'è una madre che chiede informazioni per i bambini certificati con legge 104. Anche qui: nessuna risposta pubblica. Nessuna rassicurazione. Solo il rischio concreto che l’inclusione resti una parola da convegno, non una realtà.

Risultato? Un post pensato per “comunicare” si trasforma in un elenco di tutto quello che non funziona: ritardi, esclusioni, disorganizzazione, disattenzione. E soprattutto, nessuna voglia di ascoltare. “Ci sono famiglie che lavorano, che non possono contare su nonni, su ferie, su bonus. E ci dite che la colpa è dei Consigli d’Istituto?” scrive una madre. Difficile darle torto.

A Settimo, l’estate per molti genitori non è una pausa: è un rompicapo. E i centri estivi comunali, che dovrebbero essere un aiuto concreto, rischiano di diventare l’ennesima delusione. Un altro servizio pubblico pensato per chi non ha bisogno. E chi ha bisogno davvero, come al solito, si arrangi.

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