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Un nuovo capitolo per lo sport a Ivrea: il Comune cerca eroi per salvare i campi da tennis

In vista di una rinascita sportiva: il Comune di Ivrea avvia un bando per riqualificare un complesso sportivo in stato di abbandono, tra sfide impegnative e opportunità per le associazioni dilettantistiche

Campo da tennis occupato e distrutto. Luogo di spaccio?

Rete tagliata

C’erano una volta quattro campi da tennis in terra rossa, due campi polivalenti in erba sintetica, una club house, spogliatoi e perfino un angolo verde. Tutto a Ivrea, in via Cascinette 8, dove lo sport di base era di casa. Oggi quell’impianto è chiuso, inutilizzato, in stato di abbandono. Ma ora, come in una fiaba moderna, il Comune tenta di scriverne un nuovo capitolo. E lo fa con un avviso pubblico appena pubblicato all’albo pretorio: una chiamata rivolta alle associazioni e società sportive dilettantistiche senza fini di lucro per prendere in carico la riqualificazione, l’ammodernamento e la gestione dell’impianto.

L’amministrazione, insomma, cerca un soggetto capace di restituire vita e dignità a un pezzo di patrimonio sportivo della città, promettendo in cambio una concessione gratuita e un contributo economico una tantum fino a 50.000 euro. In cambio, però, chiede molto. Forse troppo.

Si tratta del secondo bando. Il primo pubblicata il 5 agosto 2024 con scadenza al 30 settembre è, infatti andato deserto. Nessun partecipante, nessuna offerta. Solo silenzio e desolazione.

L’avviso, questa volta, è dettagliato, quasi chirurgico. Il gestore dovrà garantire, con risorse proprie, il recupero di almeno due campi da tennis, realizzare spazi per altri sport (padel, pickleball, beach volley, pallacanestro, pallavolo...), zone d’ombra e socializzazione, coperture invernali, risparmio energetico, tariffe agevolate, tariffe scontate per residenti e disabili, 50 ore gratuite per il Comune, un piano economico-finanziario asseverato, e persino un cronoprogramma che divida gli interventi in due fasi, con una prima riconsegna dell’impianto entro 60 giorni e completamento dei lavori entro un anno.

Ma non basta: serve dimostrare di aver gestito impianti sportivi per almeno 3 anni negli ultimi 10, di essere regolarmente iscritti al registro delle attività sportive dilettantistiche, di non avere debiti con l’amministrazione, di non avere conflitti d’interesse, di non essere mai stati inadempienti in passato.

E bisogna aver già fatto un sopralluogo obbligatorio, da prenotare entro il 3 giugno, altrimenti niente candidatura.

Insomma, più che una manifestazione d’interesse, una corsa a ostacoli. Dove l’ostacolo più grosso resta uno: trovare davvero qualcuno disposto a investire su un impianto che oggi non vale nulla, nella speranza che domani diventi un punto di riferimento per lo sport eporediese.

Il sindaco Matteo Chiantore

Il Comune promette una concessione gratuita della durata minima di cinque anni e massima di venti, legata al valore dell’intervento. Ma non basta: l’intero costo della gestione ordinaria e straordinaria — manutenzione, bollette, vigilanza, assicurazioni, personale — è totalmente a carico del concessionario. Tutti gli eventuali utili? Dovranno essere reinvestiti nell’impianto, previa approvazione dell’amministrazione. E non solo: il piano economico dovrà contenere anche analisi finanziarie sofisticate (VAN, TIR, DSCR) e sarà oggetto di valutazione severa da parte di una Commissione tecnica nominata dal Comune.

E se a rispondere all’avviso sarà solo un soggetto? In quel caso sarà la Giunta comunale a decidere se il progetto merita il riconoscimento del “pubblico interesse”. Altrimenti, niente concessione. Nessuna prelazione, nessun automatismo.

Certo, per una realtà sportiva ben strutturata, con visione, esperienza e voglia di investire su Ivrea, l’occasione potrebbe essere ghiotta. Anche perché la destinazione urbanistica dell’area (SV18) — parco, gioco, sport — è perfettamente compatibile, e l’area, secondo il CDU, si trova in una zona “mista” ma non critica sotto il profilo geologico.

La scadenza per presentare le candidature è il 16 giugno alle ore 12, via PEC. I tempi sono stretti. Le richieste sono molte. Ma l’impianto, se risorge, potrebbe diventare un simbolo di rigenerazione urbana e sportiva. A patto che qualcuno sia pronto a raccogliere la sfida.

E se nessuno si facesse avanti? Resterà l’ennesimo bando disertato, e via Cascinette 8 continuerà a raccontare una storia di declino senza epilogo.

Fin qui, il presente. Ma perché i vecchi gestori se ne sono andati?

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immagini tennis

tennis

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La risposta è tutta in una delibera di giunta del 16 maggio 2024, che certifica un accordo transattivo tra Comune e ASD Tennis Club. L’associazione rinuncia alla causa intentata presso il TAR Piemonte, il Comune rinuncia alla pretesa di un credito da 23.769 euro. E così, il Circolo saluta Ivrea e emigra a Bollengo. Fine del braccio di ferro, ma anche fine di un’epoca.

Tutto nasce nel novembre 2022, con una decisione dell’allora amministrazione guidata da Stefano Sertoli. L’ASD Tennis aveva sottoscritto un contratto di locazione di 6 anni + 6 anni, eseguito lavori, attirato clienti. Ma alla fine del primo periodo, l’Amministrazione si accorge – con colpevole ritardo – che quel contratto non era valido. Perché?

Perché l’impianto è iscritto tra i beni patrimoniali indisponibili del Comune. Tradotto: non si può affittare, ma solo concedere tramite evidenza pubblica. Lo scrive l’avvocato Dal Piaz in un parere legale che sembra uscito da un trattato di diritto bizantino: “Su tali beni insiste un vincolo funzionale coerente con la loro vocazione naturale ad essere impiegati in favore della collettività”.

Risultato: contratto revocato, affidamento in concessione temporanea fino al 31 luglio 2023 per un canone di 14.740 euro IVA compresa, e via al contenzioso davanti al TAR. In un gioco di carte bollate e delibere a raffica, il Comune si copre le spalle: se il TAR avesse dato ragione all’associazione, ci sarebbe stato un rischio risarcimento per mancato guadagno. Così, nel dubbio, meglio permettere l’attività fino a luglio 2024, giusto per non compromettere la stagione sportiva.

Poi l’accordo. Ognuno si paga il proprio avvocato, si stringono le mani (più o meno), e si volta pagina.

Una vicenda triste, gestita peggio. Dove a rimetterci sono stati gli sportivi, i cittadini, l’associazione storica guidata da Vittorio e Marcello Crotta, che per 25 anni hanno rappresentato il tennis eporediese.  

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