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Taglia, risparmia e obbedisce. Tavagnasco manda i robot a tagliare l'erba dei prati

Tavagnasco rivoluziona la manutenzione del verde: robot intelligenti al posto del giardiniere tradizionale per un prato sempre perfetto e un risparmio garantito.

Taglia, risparmia, obbedisce: Tavagnasco manda i robot a tagliare l'erba di prato

Taglia, risparmia, obbedisce: Tavagnasco manda i robot a tagliare l'erba di prato

C’era una volta il giardiniere comunale, figura mitologica armata di decespugliatore, cappello di paglia e bestemmia facile. Uno di quelli che conoscevano ogni buca del campo sportivo e ogni cespuglio ribelle della piazza, che tagliavano l’erba seguendo il ritmo delle stagioni e delle gambe stanche. Poi sono arrivati i bandi, gli appalti, le ditte esterne, le cooperative. Si è iniziato a parlare di “ottimizzazione del servizio”, di “affidamento pluriennale”, di “rotazione degli operatori”. E il giardiniere è diventato una voce di bilancio.

Adesso siamo nel futuro, signore e signori: a Tavagnasco, minuscolo ma ambizioso comune del Canavese, l’erba non si taglia più a mano. Ci pensano cinque robot. Cinque. Una vera squadra di tagliaerba intelligenti, talmente intelligenti che sanno anche quando NON tagliare. Tipo quando piove. O quando trovano una pietra. O magari un cittadino che protesta. Perché, si sa, i robot non sono stupidi: sanno schivare gli ostacoli e, a quanto pare, anche le grane.

È successo davvero: a inizio maggio, il Comune ha completato l’installazione e la programmazione di cinque macchine per la manutenzione del verde. Sì, proprio robot. Non metafore. Non paragoni con funzionari comunali un po’ rigidi. Robot veri, con sensori, GPS, telecamere, App e antifurto. Perché, si sa, nel dubbio qualcuno avrebbe potuto tentare di rubarsene uno per farsi il giardino a gratis. Ma niente paura: se rubi un robot, diventa inutilizzabile. Come certe delibere approvate a maggioranza e poi subito dimenticate.

Le cinque macchinette si occuperanno del taglio del verde in aree strategiche: campo sportivo, zona Palatenda, spazio intorno alla scuola e alla chiesa. Il cuore (verde) del paese. Dove passa la processione, dove s’inaugura il monumento, dove il sindaco può fare la foto col prato tagliato. Il resto – siepi, pendenze, ferrovia – resta alle ditte che finora hanno svolto il lavoro alla vecchia maniera: col sudore della fronte, la benzina nel motore e le erbacce nei calzini.

Ma qui si punta in alto: niente più dipendenti, niente più mezze misure. L’erba deve essere tagliata sempre, bene, senza lamentele né ritardi. E quindi ecco che entra in scena il progresso, vestito da scatola con le ruote, con gli occhi a sensore e il cervello in cloud. Li guardi e ti chiedi se non stiano anche prendendo appunti per conto di qualche entità superiore. Magari la Corte dei Conti. O magari Google Maps, che fra un po’ segnalerà anche i marciapiedi col taglio più elegante.

L’operazione è costata 20mila euro, tutto compreso: acquisto, installazione degli impianti elettrici, programmazione dei percorsi. Un tempo si spendevano circa 22-23mila euro all’anno per il verde pubblico. Ora, secondo le previsioni, si risparmieranno 8mila euro l’anno. Fatti due conti (con la calcolatrice, non con l’IA), il Comune stima di ammortizzare tutto in meno di tre anni. Un investimento lungimirante, certo. Ma anche un po’ simbolico. Perché con quei soldi, chissà, forse si poteva finanziare un doposcuola. O aggiustare due panchine. Ma vuoi mettere un prato sempre perfetto?

Municipio

I robot, oltre a tagliare, sanno evitare gli ostacoli, memorizzare i percorsi, aggiornarsi sul meteo e – udite udite – segnalare via App il motivo per cui non sono passati da una certa area. Magari ci stava giocando un bambino. Magari c’era una sedia spostata. Magari hanno solo deciso di scioperare in silenzio. A loro modo. Ma senza cortei. Dopotutto, anche loro hanno una dignità: tagliano, ma non si umiliano.

Le ditte che finora curavano il verde non sono state del tutto disintegrate. Continueranno a lavorare sulle aree più complesse, dove la tecnologia non osa spingersi. Come i pendii lungo la ferrovia. Perché là, in effetti, il robot rischia di fare la fine di una pallina da golf su una pista nera. Almeno per ora. Ma il messaggio è chiaro: il grosso del visibile, del pubblico, del rappresentabile… lo fanno le macchine. Agli umani restano i margini. Gli angoli. I posti dove non si vede. Dove non passa nessuno. Dove non si taglia il nastro. Lì sì, puoi ancora usare un decespugliatore vero. Per ora.

Ma vogliamo parlare dell’immagine? Il prato rasato ogni giorno come un campo da Wimbledon. I bambini che corrono senza inciampare nell’ortica. Il prete che esce e benedice un’aiuola perfetta. Il turista che scatta la foto pensando di essere finito nella Svizzera del Canavese. È anche questo che si compra coi robot: la cartolina amministrativa del paese moderno, quella da postare sulla pagina ufficiale, con tanto di like, emoji e hashtag #Innovazione. Poco importa se dietro c’è una ditta dimezzata, un giardiniere disoccupato o un cittadino che si chiede se il prossimo ad essere sostituito sarà il messo comunale. O magari l’addetto stampa.

Perché il futuro è arrivato. Ha le ruote. E non ha bisogno di ferie.

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