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Don Roberto Milanesio nuovo parroco di Nole, Mathi, Villanova e Grosso: finisce l’era dei fratelli Marino

Dalla Chieri delle periferie al Canavese delle valli: il sacerdote montanaro guiderà quattro comunità in sinergia. Il modello Repole ridisegna la mappa delle parrocchie e valorizza laici e diaconi

Don Roberto Milanesio nuovo parroco di Nole, Mathi, Villanova e Grosso: finisce l’era dei fratelli Marino

Don Roberto Milanesio in Montagna

Una nuova pagina si apre per le comunità parrocchiali di Nole, Mathi, Villanova Canavese e Grosso. A prenderne la guida, dopo l’annunciato addio dei fratelli don Antonio e don Vincenzo Marino, sarà don Roberto Milanesio, classe 1964, oggi parroco a Chieri, dove amministra le parrocchie di Santa Maria Maddalena e San Luigi Gonzaga.

La notizia circolava da settimane, ma ora è ufficiale. A comunicarlo, nel corso delle messe dello scorso fine settimana, sono stati proprio don Antonio e don Vincenzo, che a settembre saluteranno i fedeli. Con loro se ne va un pezzo di storia recente: don Antonio, a Nole dal 2014, ha seguito da vicino la ricostruzione del campanile e della chiesa di San Vincenzo Martire dopo il crollo del 2006. Don Vincenzo, a Mathi dal 2016, ha vissuto l’intera fase di rilancio dell’oratorio San Raffaele, portandolo quasi al completamento, e il delicato passaggio di gestione dell’asilo “Varetto” e di “Casa Chantal”.

Ma è tempo di voltare pagina. E lo si farà con un unico parroco per quattro parrocchie, in linea con l’indirizzo tracciato dall’Arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, recentemente nominato cardinale da Papa Francesco. Un modello nuovo, più sinodale, meno centrato sulla figura del singolo prete “tuttofare” e più orientato alla condivisione dei ministeri. «Non più un sacerdote per ogni campanile», ha detto Repole, ma una Chiesa che valorizza i laici, i diaconi, le relazioni.

In questo contesto arriva don Roberto Milanesio, sacerdote dal tratto mite ma deciso, ordinato nel 1997, con un curriculum pastorale che parla di concretezza e ascolto.

A Chieri, dove è arrivato nel 2018 da Savigliano, ha messo radici profonde: oratori vivi, doposcuola attivi anche in pandemia, centri estivi aperti a tutti, spettacoli teatrali, attività sportive. Un’azione pastorale fatta di piccoli passi, come in montagna – sua grande passione – dove si sale lentamente, ma si arriva lontano.

Don Roberto Milanesio

«Fare comunità è la cosa più importante», ha detto spesso don Roberto, che oggi si trova a passare dal tessuto urbano complesso di Chieri al paesaggio variegato del Canavese, dove le comunità si sono già messe in moto: da anni esiste una sinergia tra gli oratori di Nole, Mathi e Villanova, che potrà ora estendersi anche a Grosso, dove don Silvio Caretto, presente dal 2010, continuerà il suo servizio come collaboratore.

Giovedì 15 maggio, nella sala Millennium dell’oratorio di Mathi, don Milanesio ha incontrato per la prima volta i consigli pastorali delle quattro parrocchie, insieme a don Mario Aversano, vicario territoriale. Un'occasione per cominciare a conoscersi, costruire relazioni, avviare un nuovo cammino. Con lui anche Iosif Mihaes, il diacono di Nole, e un gruppo di laici che già operano nelle varie realtà.

Un cambio epocale, insomma, che chiude un capitolo e ne apre uno tutto da scrivere. Don Antonio saluterà ufficialmente la comunità di Nole domenica 7 settembre, nella festa patronale di San Grato, per poi fare ingresso a Settimo Torinese. Lì condividerà la guida di due parrocchie con don Antonio Bortone, a sua volta incaricato delle comunità di San Vincenzo de Paoli, San Giuseppe Artigiano e San Guglielmo Abate nella frazione Mezzi Po.

Per don Vincenzo, che ha lasciato un’impronta forte a Mathi, si attende l’ufficializzazione della prossima destinazione nei prossimi giorni. Quel che è certo è che le loro comunità non dimenticheranno facilmente il lavoro fatto, e che ora toccherà a don Roberto camminare accanto ai fedeli, con il passo paziente dell’alpinista e lo sguardo aperto di chi sa che la vetta non si conquista da soli.

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