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Donne vittime di violenza, bambini in fuga, uomini da rieducare: ecco la rete che salva vite in Piemonte

Dal centro anti-violenza di Chivasso alle case rifugio, passando per sportelli decentrati e percorsi per aggressori: così il C.I.S.S.-A.C. di Caluso e l’associazione Punto a Capo costruiscono un modello unico di accoglienza e rinascita sociale

Il presidente della C.I.S.S.-A.C

Savino Beiletti

In una società sempre più frenetica e frammentata, c’è chi sceglie consapevolmente di fermarsi per tendere la mano a chi vive quotidianamente nella fragilità. In un clima segnato da crescente sfiducia, isolamento e insicurezze, soprattutto tra i più giovani, alcune realtà territoriali dimostrano che è ancora possibile costruire comunità solidali e percorsi di rinascita.

Non si tratta solo di rispondere a bisogni individuali, ma di generare un cambiamento culturale profondo: promuovere relazioni sane, accrescere la consapevolezza emotiva, superare stereotipi di genere. Ancora oggi, infatti, si avverte una forte pressione emotiva sull’uomo, contrapposta a un’idea stereotipata di debolezza e protezione dovuta alla donna. Una dinamica distorta che può degenerare in aggressività da un lato e dipendenza affettiva dall’altro.

In questo contesto si inserisce l’importante lavoro del Consorzio C.I.S.S.-A.C. di Caluso, da anni in prima linea insieme a organizzazioni del territorio come il Centro Anti-violenza Punto a Capo di Chivasso, guidato da Lina Borghesio, nella lotta alla povertà, all’emarginazione e, soprattutto, alla violenza di genere.

“L’Associazione Punto a Capo continua a essere una presenza concreta e attiva per il benessere delle persone in difficoltà, in particolare donne vittime di violenza”, sottolinea Savino Beiletti, presidente del C.I.S.S.-A.C.

“Negli anni, è stata costruita una rete solida e integrata, capace di accogliere, proteggere e accompagnare le persone vulnerabili verso l’autonomia, in stretta collaborazione con i Servizi Sociali e con il nostro Consorzio.”

Uno degli ambiti più delicati in cui opera Punto a Capo è proprio il supporto alle donne che subiscono violenza domestica, spesso accompagnate dai figli minori. Un lavoro multidisciplinare, che unisce ascolto empatico, competenze tecniche e risorse logistiche. Attualmente, l’associazione gestisce sei strutture dedicate all’accoglienza, tra cui una casa ricavata da un bene confiscato alla criminalità organizzata – simbolo potente di riscatto civile – e un’altra concessa in comodato gratuito dall’Arcidiocesi di Torino.

Luoghi come Casa Ile e Casa Mariuccia offrono non solo ospitalità sicura, ma anche sostegno psicologico individuale e di gruppo, consulenza legale, accompagnamento nella denuncia e supporto nella ricerca di lavoro e di una nuova abitazione. Tutti i servizi sono gratuiti e finalizzati a restituire dignità, libertà e prospettive concrete alle donne accolte.

Parallelamente, l’associazione promuove percorsi rivolti agli uomini autori di violenza, attraverso sportelli territoriali e progetti specifici come quelli attivati all’interno della Tana del Lupo.

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“Non si può affrontare la violenza solo dal lato di chi la subisce”, spiega ancora Beiletti.

“È necessario intervenire anche sul comportamento degli aggressori, con percorsi di consapevolezza e responsabilizzazione. Non si nasce consapevolmente violenti: spesso dietro l’aggressore c’è una storia complessa, a volte fatta di violenza subita.”

Per questo motivo, Punto a Capo offre percorsi riabilitativi con consulenze psicologiche individuali e gruppi di riflessione. È un lavoro delicato, che comporta scelte difficili ma necessarie, nella convinzione che solo intervenendo alla radice si possa interrompere il ciclo della sopraffazione.

Il Centro anti-violenza ha anche attivato sportelli decentrati, per garantire l’accesso ai servizi anche a chi vive in aree periferiche e isolate. L’approccio resta sempre centrato sulla persona, nel rispetto dei suoi tempi e delle sue scelte.

La collaborazione tra il Consorzio C.I.S.S.-A.C. e Punto a Capo ha portato all’attivazione di numerosi protocolli d’intesa. Due, in particolare, rappresentano il cuore operativo di questa alleanza: il primo è dedicato alla prevenzione e al contrasto della violenza, con azioni coordinate di formazione, sensibilizzazione e sostegno alle vittime; il secondo si concentra sugli autori di violenza, con l’obiettivo di ridurre le recidive attraverso percorsi rieducativi.

Il consorzio ha inoltre sostenuto l’associazione nella partecipazione a bandi regionali finalizzati al reinserimento lavorativo e abitativo delle donne, e alla crescita dei Centri per Uomini Autori di Violenza (C.U.A.V.).

Nel 2023, grazie al progetto Fare Comunità, finanziato dalla Regione Piemonte e vinto dal C.I.S.S.-A.C. con Punto a Capo come partner principale, è stato attivato un corso di formazione per operatori e volontari, con l’obiettivo di rafforzare la rete territoriale e le competenze contro la violenza.

“L’esperienza con Punto a Capo dimostra che unire le forze tra pubblico e privato sociale è l’unica via per garantire protezione, equità e giustizia sociale”, conclude Beiletti.

“Questa stretta collaborazione rappresenta un valore fondante per offrire risposte concrete, integrate e continuative ai bisogni delle persone e delle comunità.”

In una società ancora profondamente divisa, è urgente riconoscere e sostenere quelle realtà che agiscono al centro di un sentito percorso umano: dalle case rifugio agli sportelli, dai corsi di formazione agli interventi rivolti agli uomini autori di violenza. Un sistema integrato e coraggioso che merita di essere conosciuto, sostenuto e replicato.

Lina Borghesio, presidente dell'Associazione Punto a Capo 

Consorzio Intercomunale Servizi Socio- Assistenziali Caluso 

Flash Mob organizzato dal Centro Anti-violenza di Lina Borghesio con l'Associazione Culturale Teatro a Canone di Luca Vonella per ricordare le vittime di femminicidio a Chivasso al centro della piazza nel giorno della Giornata Internazionale Contro la Violenza di genere del 2023

L'intervento di Lina Borghesio, Presidente del centro anti-violenza, in ricordo delle vittime di femminicidio a Chivasso 

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