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C’è stata una sera in cui Ivrea ha ricordato la libertà

Nella Sala Dorata la città ha celebrato l’Atto di Resa del 2 maggio 1945 e la fine dell’occupazione nazifascista. Presentato il libro “La Resistenza in Canavese” di Mario Beiletti: storia, voci e memoria di una terra che non dimentica

C’è stata una sera in cui Ivrea ha ricordato la libertà

C’è stata una sera, a Ivrea, in cui il passato ha preso per mano il presente. Una sera in cui non si è parlato di politica, non di cronaca nera, né di polemiche. Ma di Resistenza, di scelte coraggiose, di memoria. Il 5 maggio, dalle 17.30, nella Sala Dorata del Municipio il tempo ha fatto un passo indietro di settantanove anni.

In questo luogo solenne, gremito di cittadini, si è ricordato un momento cruciale: l’Atto di Resa firmato dai tedeschi con gli Alleati, il CLN e i partigiani, che mise fine a un incubo lungo vent’anni e diede inizio alla ricostruzione di una coscienza collettiva.

A dare il ritmo alla serata, la presentazione del libro “La Resistenza in Canavese”, curato da Mario Beiletti per le edizioni Pedrini. Un’opera storica, ma tutt’altro che fredda. Un racconto vivido che si chiude con il passaggio forse meno noto ma fondamentale: la resa della LXXV Divisione tedesca, in fuga dalla Liguria, che giunge a Ivrea nelle convulse giornate finali della guerra.

Il 2 maggio 1945, a Biella, l’atto viene siglato. I numeri impressionano ancora oggi: 61.000 militari della Wehrmachte 12.000 fascisti si arrendono, privando l’occupazione del suo ultimo respiro. Il giorno dopo, Ivrea è libera. Lo è sul serio. Senza più pattuglie, senza più retate. Lo è grazie a chi ha avuto il coraggio di dire no, a chi è salito in montagna, a chi ha pagato con la vita una scelta di dignità.

Il Sindaco Matteo Chiantore ha aperto l’incontro con parole misurate, ma dense di senso. Poi ha preso la parola Ennio Pedrini, editore e memoria storica a sua volta, e infine è arrivata la voce potente e dolce di Silvia Ribero, attrice, che ha letto pagine del libro trasformando la cronaca in emozione, i fatti in immagini.

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Ha fatto sentire la propria vicinanza anche Nino Boeti, presidente provinciale dell’Anpi, impossibilitato a partecipare, ma presente con un “caloroso abbraccio a tutti”, come recitava il suo messaggio. L’applauso che ne è seguito era forse anche per chi non c’è più: partigiani, staffette, donne e uomini del Canavese che hanno scritto, con le loro scelte, le prime righe della Costituzione.

Quella del 5 maggio non è stata una commemorazione qualsiasi. È stata una promessa sussurrata sottovoce, che la memoria non finirà. Che l’Anpi e i cittadini continueranno, con testardaggine e rispetto, a custodire quei valori. Perché non sono passati di moda. Perché senza memoria non c’è cittadinanza, solo oblio.

C’è stata una sera, sì, in cui Ivrea ha taciuto per ascoltare. E nel silenzio si è sentita tutta la forza della libertà conquistata. Di una città che non dimentica. Di una comunità che, ancora oggi, sa da che parte stare.

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