Cerca

Attualità

Roberto Marsero alla Targa Florio: il sogno siciliano di un venariese

Dalle strade di Venaria ai tornanti delle Madonie, un navigatore piemontese entra nella leggenda della corsa più antica del mondo

Un venariese alla conquista della Targa Florio: Roberto Marsero e la sfida siciliana

Roberto Marsero (@marco roncaglia)

Cosa spinge un uomo ad affrontare le strade antiche e affascinanti della Sicilia, sfidando curve strette, salite ardite e discese mozzafiato? Non è soltanto la passione per i motori. Non è solo l’adrenalina. È qualcosa di più profondo, di più romantico: è il richiamo di una leggenda. La Targa Florio. Una gara che non è semplicemente una competizione automobilistica, ma un rito. Una sfida contro il tempo, contro sé stessi, contro la storia. Nata nel 1906 grazie all’intuizione del visionario Vincenzo Florio, la Targa Florio è la corsa più antica ancora in attività. Un nome che riecheggia nei box, nei paddock, nei sogni dei piloti. Una reliquia viva del mondo dell’automobilismo, che continua a stregare appassionati, professionisti e sognatori.

Ed è proprio in questa cornice di mito e memoria che quest’anno entra anche un pezzo di Piemonte. Alla 109esima edizione della Targa Florio, in programma dall’8 al 10 maggio 2025, ci sarà anche un venariese: Roberto Marsero, che vestirà i panni del navigatore accanto al pilota pinerolese Roberto Gobbin. I due, uniti dalla passione e da una preparazione meticolosa, affronteranno le strade siciliane a bordo di una Fiat 124 Abarth Rally, un gioiello d’altri tempi, curato nei minimi dettagli dalla squadra Evo Sport di Monforte d’Alba.

La partecipazione di Marsero non è un semplice colpo di fortuna, ma il frutto di un lavoro intenso. “Abbiamo studiato a lungo le prove speciali, riguardando i video più e più volte”, spiega Marsero, portacolori della storica scuderia Meteco Corse. “Le strade della Targa sono molto diverse da quelle a cui siamo abituati: larghe, veloci, spettacolari. Nulla a che vedere con i tratti più stretti e tecnici del Ciocco o del Rally Regione Piemonte”. E proprio per questo la loro Abarth, con la sua trazione posteriore e l’assetto aggressivo, potrebbe rivelarsi l’arma giusta. “È una macchina che ama salire, che ama mordere l’asfalto in accelerazione. E in Sicilia ci sarà pane per i suoi denti”, aggiunge il navigatore venariese, con lo sguardo già proiettato verso il via.

Ma oltre la tecnica, c’è l’emozione. Partecipare alla Targa Florio significa entrare in un album di fotografie viventi dove scorrono i bolidi e i nomi che hanno fatto la storia: Bugatti, Alfa Romeo, Ferrari, Porsche, Mercedes, Maserati, Abarth. Tutti hanno lasciato un segno sulle strade delle Madonie. “Quando la gara cambiò format e divenne un rally, la nostra 124 Abarth era già al tramonto della sua carriera da protagonista. Eppure oggi, tornare qui con quella vettura ha qualcosa di poetico”, racconta Gobbin, con la consapevolezza di chi non corre solo per il cronometro, ma per scrivere un nuovo capitolo in una saga gloriosa. “Sono certo che i siciliani, con la loro passione travolgente, sapranno accogliere la nostra berlinetta torinese con tutto l’affetto e l’entusiasmo che questa corsa merita”.

La 109esima edizione della Targa Florio promette spettacolo. Valida come terza prova del Campionato Italiano Assoluto Rally-Sparco, la gara scatterà l’8 maggio da Palermo, ma il clima competitivo si respirerà già dal 6 maggio, quando cominceranno le verifiche tecniche e sportive. I partecipanti si confronteranno su un tracciato totale di 777,75 chilometri, di cui 109,92 km cronometrati, distribuiti in dodici prove speciali dai nomi che sanno di epica: Targa, Campofelice, Scillato, La Generosa. L’arrivo è fissato per il 9 maggio al Florio Village, dove si tireranno le somme di una battaglia fatta di decimi di secondo e cuore.

Per Roberto Marsero, essere là significa molto. Significa rappresentare Venaria Reale, portare il nome della sua città tra le vette dell’automobilismo nazionale, vivere una delle esperienze più intense della sua carriera sportiva. Insieme a Gobbin, affronterà ogni curva non solo con la concentrazione che impone la gara, ma con l’orgoglio di chi sa di far parte di qualcosa di più grande. Di un racconto che dura da oltre un secolo. Di una leggenda che continua a scriversi, una tappa alla volta, un chilometro dopo l’altro.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori