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Ivrea in Azione

Chitarre ai maranza, multe per i cittadini

Mentre l’amministrazione si rifugia nei proclami e nei ricordi da centro sociale, le strade restano buie, la microcriminalità dilaga e la priorità resta il disco orario. Ivrea affonda nell’insicurezza tra promesse mancate e arroganza istituzionale

Chitarre ai maranza, multe per i cittadini

Chitarre ai maranza, multe per i cittadini

C'è qualcosa di profondamente stonato nel modo in cui l’amministrazione comunale affronta – o meglio, finge di affrontare– il tema sicurezza. Un governo cittadino che cambia linguaggio ma resta sordo alla percezione reale dei cittadini, confinato in un universo parallelo in cui le marginalità sociali si curano con una chitarra, un libro, e qualche poesia da recital scolastico. È questa l’immagine plastica di un passato recente che oggi si sgretola davanti a una timida quanto tardiva presa d’atto del sindaco: la microcriminalità esiste. Lo ha detto pubblicamente sulla Sentinella del Canavese. Un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco ritardo per l’amministrazione.

Peccato che alle parole non seguano i fatti. Le mozioni delle opposizioni che cercavano di mettere la sicurezza al centro dell’agenda politica sono state sistematicamente bocciate. Intanto, i cittadini e i commercianti – quelli veri, quelli che ogni giorno alzano le saracinesche in una città sempre più invivibile – si organizzano: 2.000 firme per chiedere più telecamere, una migliore illuminazione e una presenza costante della polizia municipale. Richieste semplici, di buon senso. Eppure, come nelle migliori commedie all’italiana, il sindaco (che il teatro per inciso lo conosce bene) ha risposto con vaghe promesse e date evanescenti. Le telecamere? Forse. L’illuminazione? Non pervenuta. Le strade rimangono al buio, cornice perfetta per chi vuole delinquere indisturbato.

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E la polizia municipale? Qui il capolavoro. L’amministrazione si è superata, spiegando che molti agenti provengono da altri settori, come le biblioteche, e che quindi non sarebbero idonei a svolgere un servizio di prossimità. Una perla di creatività burocratica che meriterebbe una menzione speciale al Ministero dell’Interno. Chissà cosa ne pensa Sua Eccellenza il Prefetto, chiamato in causa ogni volta che lo Stato cerca di mettere una pezza al disastro comunale. Anche le ordinanze prefettizie, del resto, faticano a trovare attuazione in una città dove la sinistra arranca, barcolla e infine cade, trascinando con sé il senso stesso di legalità.

In compenso, i solerti ausiliari del traffico di Ivrea Parcheggi non perdono un colpo. Disco orario, zone blu, multe: lì sì che si combatte con rigore. È più facile colpire l’automobilista distratto che garantire la sicurezza nelle zone calde della città. È più semplice far cassa che prendersi cura del bene comune. L’effetto finale è grottesco: una città in cui il problema non è il ladro o lo spacciatore, ma chi ha lasciato l’auto mezz’ora in più senza aggiornare il disco.

Il risultato? Una città stanca, arrabbiata, disillusa. Una città che osserva con sgomento l’arroganza di una giunta incapace di ascoltare, che ignora sistematicamente le istanze di chi lavora e produce, e che infine impone decisioni scellerate come l’arrivo improvviso di 100 autobus sostitutivi in Corso Nigra, con tanto di pseudo-stazione blindata al Movicentro. Nessun coinvolgimento, nessuna valutazione d’impatto. Solo imposizioni calate dall’alto.

Questa amministrazione sembra ormai specializzata nel mettere in difficoltà chi cerca di mandare avanti la propria attività. Politicizzazione e “interessi personali” guidano le scelte più importanti, schiacciando le necessità reali di una comunità che ha fame di soluzioni concrete. I cittadini non vogliono slogan né performance da salotto letterario. Chiedono strade sicure, quartieri vivi, istituzioni presenti. E se domani ci fossero le elezioni, questa sinistra confusa e autoreferenziale rischierebbe la débâcle anche in una città storicamente di centrosinistra.

Quando dicono che lo Stato non fa nulla e non interviene, il mio grazie va solo al Prefetto, al Capitano Grasso e a tutte le forze dell'ordine. Altro che seggiole e banchetti e danze fra un carciofino condito e un po' di hummus di ceci

Insomma, le chitarre e i libri non bastano più. Serve coraggio, serve pragmatismo, serve un ritorno urgente alla realtà. Perché la sicurezza non si suona: si garantisce. Ciao!!

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Commenti all'articolo

  • Tizzy

    07 Maggio 2025 - 00:46

    La vergogna è italiana. La colpa è solamente nostra che permettiamo a questi burocrati di governare,di mangiare caviale alla faccia nostra e con i nostri soldi e intanto la delinquenza ride e se né fa due baffi. Alla fine i delinquenti siamo noi cittadini italiani e multati di conseguenza. Che ridere e che vergogna.

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  • Sovietico Eporediese

    06 Maggio 2025 - 21:44

    Lei forse ha scordato il compito degli esercenti e commercianti e dei locali: creare movimento sociale e cittadino che garantisce un presidio del territorio cittadino, ma d'altronde se si fa la crociata contro tutti i locali e centri aggregativi e non si dà nulla da fare ai giovani e si chiude mezza città alle 18/20. Lei forse non si ricorda cos'era la situazione della Stazione di Ivrea pre 2014.

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