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04 Maggio 2025 - 00:27
Luis Antonio Tagle (Filippine)
Mentre a Roma si preparano le stanze del Conclave e i cardinali cominciano ad affluire sotto l’occhio attento della stampa mondiale, a Londra le lavagne dei bookmaker si affollano di nomi, quote e pronostici. Il futuro della Chiesa Cattolica passa anche — paradossalmente — dai centri scommesse. Un’industria dell’azzardo che, fuori dai confini italiani, considera l’elezione del prossimo Pontefice alla stregua di un evento sportivo, una partita da Champions o una corsa di cavalli.
Scommettere sul nuovo Papa non è un’eresia legale in Inghilterra, dove le agenzie accettano puntate su ogni dettaglio: chi sarà eletto, da quale Paese arriverà, quanti scrutini serviranno per raggiungere il quorum, e persino quale nome sceglierà il successore di Papa Francesco. Il tutto, naturalmente, condito da quote variabili, percentuali implicite e una narrativa che mescola spiritualità e cinismo.
Il nome in cima alla lista è quello del Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, con una quota media attorno al 2.50. Tradotto: secondo i bookmaker, ha una probabilità su tre di salire al soglio pontificio. Dietro di lui, il filippino Luis Antonio Tagle, volto noto della Curia romana e spesso indicato come “il Papa dell’Asia”. Poi arrivano i nomi più noti anche al pubblico italiano: Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, dato a 6.00, a pari merito con il ghanese Peter Turkson, che rappresenterebbe una storica apertura verso l’Africa.
Pietro Parolin
Spicca anche un outsider che fino a poco tempo fa sembrava un nome buono solo per le cronache locali: Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, oggi accreditato a 8.00. Le sue origini italiane ma il ruolo in Terra Santa lo rendono una figura interessante per chi punta su un Papa “di transizione” o dalla forte connotazione simbolica.
E poi ci sono i “grandi nomi” che tornano ciclicamente ad ogni Conclave: Robert Sarah, guineano, conservatore, molto amato dagli ambienti tradizionalisti, dato a 10.00; l’ungherese Péter Erdő, figura di compromesso tra Europa dell’Est e Roma, accreditato a 11.00.
Non mancano le scommesse sul futuro nome del Papa. Secondo i principali siti di betting, Francesco II è l’opzione più probabile (quota 2.50), segno di continuità e rispetto per l’eredità del Papa gesuita. Seguono “Benedetto”, a 4.00, che potrebbe rappresentare un omaggio al teologo tedesco, e “Giovanni Paolo”, a 6.00, nostalgia canaglia di un’epoca carismatica e comunicativa.
Chi volesse rischiare, può scommettere su un nome nuovo di zecca, o su opzioni più simboliche come “Pio”, “Leone” o “Celestino”, ognuna delle quali porta con sé una precisa suggestione storica.
Candidato | Quota media | Probabilità implicita |
---|---|---|
Pietro Parolin (Italia) | 2,50 | ~31% |
Luis Antonio Tagle (Filippine) | 3,00 | ~25% |
Matteo Zuppi (Italia) | 6,00 | ~14% |
Peter Turkson (Ghana) | 6,00 | ~14% |
Pierbattista Pizzaballa (Israele) | 8,00 | ~11% |
Robert Sarah (Guinea) | 10,00 | ~9% |
Péter Erdő (Ungheria) | 11,00 | ~8% |
Fonte: dati aggregati da vari bookmaker internazionali al 3 maggio 2025.
Ma l’Italia, dove le scommesse su eventi religiosi sono vietate per legge, non è da meno quanto a creatività. Anzi: per ovviare al divieto, qualche genio del web ha inventato il Fantapapa, ispirato al più noto Fantacalcio. Il meccanismo è semplice: si selezionano 11 cardinali e si guadagnano punti in base alla loro visibilità mediatica, alle voci di corridoio e — ovviamente — all’eventuale elezione.
Nel momento in cui scriviamo, oltre 60.000 giocatori hanno iscritto la propria squadra. Ogni partecipante sceglie un “modulo” (conservatori, progressisti, outsider…), assegna il ruolo di “cardinale bomber” (quello su cui scommette tutto) e incrocia le dita. C’è chi punta sul favoritissimo Parolin, chi gioca la carta africana con Turkson, chi si affida all’outsider americano, e chi invece si diverte a costruire squadre impossibili, piene di ultraottantenni e ritirati a vita privata.
Ogni giorno, il sito aggiorna la classifica: si assegnano punti se il cardinale viene citato sui media, se partecipa a una conferenza stampa, se qualche esperto vaticanista lo menziona come “papabile”. È una liturgia laica, ma partecipata. E, in fondo, nemmeno così distante dal modo in cui certi giochi di potere si svolgono davvero nelle stanze vaticane.
Che si tratti di scommesse vere o di giochi virtuali, il paradosso è evidente: mentre la Chiesa si appresta a scegliere una figura guida per oltre un miliardo di cattolici, migliaia di persone — credenti e non — si divertono a fare pronostici, come se si trattasse della finale dei Mondiali. Ma questo dice molto sul fascino planetario del Conclave: un evento coperto dal segreto, denso di simboli, in cui pochi uomini chiusi in una stanza decidono il nome, il volto e la linea pastorale di colui che sarà chiamato a rappresentare Cristo sulla Terra.
E se il nuovo Papa verrà davvero da un Paese mai rappresentato prima — come suggerisce un altro mercato di scommesse con una probabilità stimata al 60% — allora la portata storica della scelta sarà ancora più evidente. Che si tratti di una svolta geopolitica, di un ritorno all’Europa, o di una conferma della linea di Papa Francesco, poco importa: i bookmaker stanno già facendo i loro conti.
E nel frattempo, in tutta Italia, c’è chi aggiorna la formazione del Fantapapa, sperando che il proprio “attaccante” metta a segno il gol più importante: il Habemus Papam.
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