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30 Aprile 2025 - 16:07
Il 17 aprile 2025 resterà inciso nella memoria di Ivrea e di tutti coloro che amano la canoa come una data da dimenticare. Eppure sarà impossibile farlo. Perché in quelle ore drammatiche, in cui la piena della Dora Baltea ha inghiottito strutture, sradicato pali, portato via corde, ancoraggi, attrezzature, si è vista la vera faccia di una comunità. Quella che non si arrende, nemmeno quando tutto sembra perduto.
Il campo slalom dell’Ivrea Canoa Club è da decenni un punto di riferimento per la canoa italiana e internazionale. Non è solo un impianto sportivo: è il cuore di una passione, è palestra di vita per centinaia di giovani, è la casa di chi ha scelto lo sport di fiume non come hobby ma come vocazione. Ma quel giorno, sotto la furia dell’acqua, quel cuore ha smesso di battere.
Le immagini della distruzione hanno fatto il giro dei social e delle chat interne: pali piegati, corde trascinate via come fili d’erba, il letto del canale ingombro di detriti, lo scivolo d’ingresso deformato. Il campo era irriconoscibile. In poche ore, un piccolo mondo fatto di fatica, tecnica, sacrifici e sogni era stato messo in ginocchio da una forza naturale incontrollabile.
Eppure, già la mattina stessa, prima ancora che il livello dell’acqua iniziasse a ritirarsi, i volontari erano lì. Silenziosi, determinati. I ragazzi del club, allenatori, soci, amici: tutti armati di pale, rastrelli, carriole, corde, tiranti. Tutti uniti da un solo pensiero: non possiamo lasciare che finisca così. Non un lamento, non un passo indietro. Solo mani sporche, schiene piegate e sguardi concentrati. È cominciata così, nel fango, la ricostruzione.
I danni, però, erano gravi. Troppo gravi per pensare di farcela da soli. È allora che è nata l’idea della raccolta fondi. Niente frasi a effetto, nessuna strategia di marketing: solo parole sincere, lanciate sulla piattaforma GoFundMe come un appello disperato ma dignitoso: Aiutaci a Ricostruire il Campo di Slalom!.
Chi conosce l’Ivrea Canoa Club sa bene cosa rappresenta quel canale artificiale. È l’orgoglio di una città, il teatro di imprese sportive, un punto d’incontro tra generazioni. È il luogo dove si è formato più di un campione, ma anche dove tanti bambini hanno imparato a non avere paura dell’acqua, a credere in sé stessi, a risalire la corrente non solo con la pagaia ma con il coraggio.
La risposta non si è fatta attendere. Nel giro di pochi giorni, centinaia di persone hanno aperto il cuore – e il portafogli – contribuendo alla raccolta. Sono arrivati doni piccoli e grandi, con messaggi commoventi, da chi aveva mosso i primi colpi di pagaia proprio lì, o da chi, pur non avendo mai praticato la canoa, riconosce in quel campo un simbolo di comunità e impegno. C’è stato chi ha donato cinque euro e chi cento, ma ogni gesto ha avuto lo stesso peso: quello della solidarietà concreta.
Nel giro di poche ore la cifra raccolta ha superato i mille euro. Dopo pochi giorni, ha toccato quota 4.773 euro. E non solo: tanti club sportivi, anche di altre discipline, hanno rilanciato l’appello, pubblicandolo sui loro social. Il messaggio era chiaro: il Canoa Club Ivrea non è solo. E non deve restare solo.
Non sono mancate nemmeno le voci dall’estero: sostenitori tedeschi, francesi, britannici. Segno di quanto quel tratto della Dora sia noto e amato anche oltre confine. Ivrea, infatti, è una delle capitali europee della canoa slalom e del kayak cross, e non è un caso che proprio qui si siano svolte negli anni passati manifestazioni di rilevanza internazionale. Il campo è omologato per competizioni di alto livello, e la sua chiusura avrebbe rappresentato non solo un danno sportivo, ma una perdita di visibilità per l’intero territorio.
Invece, grazie alla raccolta fondi e al lavoro instancabile dei volontari, il campo è stato rimesso in funzione in tempo record. I detriti sono stati rimossi, le attrezzature sostituite, la sicurezza ripristinata. Una corsa contro il tempo che ha avuto successo: dal 2 al 4 maggio, infatti, Ivrea ospiterà regolarmente le gare internazionali di slalom e kayak cross, valide per il ranking mondiale.
Quasi 170 atleti iscritti, provenienti da numerose nazioni, scenderanno in acqua lungo il canale di Ivrea. Sarà una festa dello sport, una babele di lingue, colori, bandiere, ma soprattutto la dimostrazione che quando una comunità ci crede, nulla è davvero perduto.
C’è chi ha definito questa storia una “favola sportiva”. Ma le favole sono invenzioni. Qui, invece, c’è realtà. Una realtà fatta di pioggia, fango, corde spezzate, ma anche di mani unite, muscoli tesi, speranze condivise.
Il Canoa Club Ivrea non ha solo ricostruito un campo. Ha dato una lezione a tutti: la vera forza non è nella pagaia, ma nella volontà di remare insieme.
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