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30 Aprile 2025 - 14:57
80Resistenza, un festival per ricordare, unire e guardare avanti
È stato un 25 aprile diverso. Non solo per l’aria di primavera carica di pioggia, non solo per la voglia di ritrovarsi in piazza, ma perché per la prima volta un'intera comunità si è fatta festival. Non una celebrazione rituale, ma un cammino partecipato e condiviso lungo tre giorni, tra memoria, attualità, parole e musica: è nato così il Festival 80Resistenza, un esperimento riuscito di cittadinanza attiva e memoria collettiva, distribuito tra Cirié, Lanzo e Monastero di Lanzo, con il patrocinio dei tre Comuni e l’entusiasmo di decine di associazioni e realtà del territorio.
Dalle sezioni ANPI alle ARCI, dalla Società Operaia Ciriacese ai Legacoop, passando per gli scout, i centri studi storici, i giovani di ProvinciaLotta, gli studenti, gli attori e i poeti: tutti insieme per costruire un programma che ha saputo mettere in dialogo generazioni diverse su temi senza tempo.
Il Festival è partito nel pomeriggio del 25 aprile con una biciclettata simbolica, una piccola marcia silenziosa della memoria su due ruote, che ha collegato Caselle a San Maurizio, fino alle Preson dij Partisan. Un viaggio nella storia per non dimenticare, per vedere con i propri occhi i luoghi della detenzione dei resistenti e respirare un passato che ancora parla al presente.
La sera, invece, Cirié si è riempita di voci e colori. Il corteo “Mettete fiori nei vostri cannoni” ha attraversato le vie del centro accompagnato da riflessioni dei gruppi scout di San Francesco al Campo e Mathi, poesie lette con passione da Cristiano Falcomer di Lunathica, e gli interventi potenti dei ragazzi di Nole e dei giovani attivisti. Si è parlato di lavoro, di non violenza, di ambiente, di mafia, di migrazioni. Si è parlato, soprattutto, di Resistenza. Quella storica e quella quotidiana.
A chiudere la serata è stato lo storico Eric Gobetti, che ha tracciato un ponte tra l’esperienza partigiana italiana e le altre resistenze europee e mondiali. Un racconto vibrante, necessario, che ha ricordato come l’ideale di giustizia abbia unito uomini e donne di Paesi diversi in un’unica lotta per la libertà.
Il sabato 26 aprile ha portato il festival a Lanzo, dove i temi della sera prima sono stati approfonditi in sei workshop, animati da esperti, associazioni, volontari. Incontri partecipati da giovani, adulti, anziani: un abbraccio generazionale attorno a temi cruciali. Particolarmente toccanti i laboratori su mafia, ambiente e ruolo delle donne nella Resistenza, con gli interventi della dottoressa Barbara Berruti e di Franca Mariano, arricchiti dalle testimonianze dirette su internati militari nei campi di concentramento. Non mancava uno spazio per bambini e adolescenti, che hanno potuto toccare con mano la storia grazie a giochi, racconti e attività a loro dedicate.
Il maltempo della domenica non ha fermato lo spirito del Festival. La “camminata resistente” e le celebrazioni nel Parco della Resistenza e della Pace a Chiaves sono state spostate nella parrocchiale, dove Ivan Ravalli e i T’ses Folkhanno regalato un reading musicale sui partigiani delle valli. Momenti di emozione e intensità, coronati dalle parole di Fulvio Grandinetti, giovane voce dell’ANPI provinciale, che ha ricordato con fermezza che “la Costituzione è un grande arcobaleno di idee diverse che si sono confrontate per un bene comune. È il frutto più prezioso della Resistenza”.
Poi la festa è proseguita. Prima un aperitivo offerto dall’amministrazione locale, poi il ritorno a Lanzo, dove musica e canti hanno portato energia e gioia. Canzoni partigiane, ma anche balli, risate, abbracci. Una festa popolare, vera, accessibile. Una celebrazione che ha saputo unire il passato al presente, l’impegno alla leggerezza.
Il Festival 80Resistenza si concluderà giovedì 1 maggio, alle ore 21, in piazza San Giovanni a Cirié, con il concerto di Harp4, Oaks e Caterina Vormstein. Sarà l’ultima tappa di questo viaggio emozionante, che ha dimostrato che la Resistenza non è solo una data sul calendario, ma una pratica quotidiana. E che ci si può incontrare, anche nelle differenze, per costruire insieme una memoria viva.
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