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26 Aprile 2025 - 23:58
Viva la Resistenza e il 25 aprile: con l’Anpi per sognare il futuro
Una moltitudine di settimesi ha partecipato alle celebrazioni per il 25 aprile, organizzate dall’Anpi in collaborazione con il Comune di Settimo. Un fiume di persone in corteo, per tracciare confini di memoria e di antifascismo, un programma di eventi coordinato dall’Anpi con Marta Rabacchi nel ruolo di coordinatrice.
Il Corpo Musicale “Città di Settimo” ha intonato più volte “Bella Ciao” e l’inno nazionale Italiano, simboli di un’Italia che non dimentica chi ha sacrificato la propria vita per la libertà. Quest’anno ricorreva anche l’80° anniversario della Liberazione, come ricordato anche da Silvio Bertotto, storico della città e presidente dell’Anpi di Settimo, un evento che unisce “Tutti coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione e nello stare insieme con dignità, da cittadini liberi - ha detto - Sogniamo con lucidità un’Italia accogliente, impegnata per la pace e capace di valorizzare le differenze”.
I numeri sono stati al centro dell’intervento dell’orazione del professor Alberto Doretto, 36 anni, settimese e membro dell’Anpi dal 2015. Le statistiche sono impietose: migliaia di vittime caduti nei conflitti a fuoco o giustiziati dalle milizie nazifasciste. Guerrino Nicoli, partigiano di 16 anni morto durante un combattimento ad Avigliana, è stato scelto come simbolo a cui intitolare la sezione Anpi di Settimo.
Oppure immigrati come Salvatore Lazzara, originario della Sicilia, pronto ad organizzare la Resistenza nella zona attorno a Settimo Torinese. Qui è diventato noto come il comandante “Matteo” e fino alla Liberazione ha condotto rischiose e fruttuose operazioni contro i nazifascisti, divenendo comandante di zona Sap. Classe 1920, è morto nel 2006. E poi le Fiamme Verdi e altri gruppi, non solo comunisti o socialisti, ma tante altre espressioni della società. Eroi. Tutti giovani con una speranza: quella di un futuro di libertà.
Già, la Libertà: ma che gusto ha la libertà?
Il presidente del consiglio comunale, Luca Rivoira ha citato suo nonno, all’epoca ragazzino rincuorato dagli americani di passaggio a Settimo con un pezzo di cioccolata. “Ecco, forse per lui la libertà aveva quel sapore - ha detto Rivoira - . Non aveva mai assaggiato la cioccolata e quella fu la prima volta”. E poi ha citato Papa Francesco, a 24 ore dai suoi funerali : “Il Papa aveva detto: chi sceglie la pace ha vinto. Chi sceglie la guerra, perde tutto”.
E anche la sindaca Elena Piastra si è chiesta cosa avrebbe fatto in quei momenti. “Quando hanno nominato il podestà a Settimo, Luigi Raspini si presentò comunque al suo posto da sindaco. Fu picchiato, maltrattato, tagliarono i baffi e li diedero l’olio di ricino - ha detto la sindaca - . Ma aveva scelto da quale parte stare. L’uomo è capace di orrori profondi, ma anche di gesti di coraggio”.
Eroi e sognatori. A quei tempi erano proprio i giovani a sventolare le bandiere della Libertà. Ma guardando la sala consiliare gremita, mancavano proprio loro: i giovani. L’età media è sempre più alta e dobbiamo interrogarci, a partire dall’amministrazione comunale, se è questa la città che vogliamo. L’energia dei 20 anni è impetuosa, capace di inebriare chiunque di entusiasmo, anche in occasioni come questa, trascinando anche i più restii verso i sogni citati da Bertotto. Ma dove sono finiti i giovani settimesi e quale potrebbe essere il modo per appassionarli alla vita cittadina? Ognuno, in cuor proprio, avrà una risposta.
Per adesso, però, quelle energie restano nascoste e disinteressate a ciò che accade qui. Sono distanti. E, intanto, il tempo fugge e anche quelli che erano giovani politici ieri, oggi non lo sono più.
Ultimo appuntamento: Martedì 29 aprile, gli studenti della scuola “Nicoli” con i loro professori metteranno in scena “Resistenza, così è stato”. Una riflessione dell’80° anniversario della Liberazione. Appuntamento in sala Levi alle 17,30 (repliche mattutine soltanto per le scuole).
Per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, nella sala del consiglio comunale, la sezione dell’Anpi di Settimo Torinese ha voluto rendere omaggio ai parenti degli uomini e delle donne della Resistenza. Presentandoli, il presidente Silvio Bertotto ha ricordato che «le nostre libertà, la nostra carta costituzionale e le ragioni del nostro vivere civile affondano le radici nell’Italia della Liberazione». «Ci vengono – ha spiegato – dai tanti protagonisti della Resistenza, uomini e donne che, pur animati da differenti e anche contrastanti idee politiche, seppero unirsi per un grande obiettivo: la liberazione e la rinascita della patria straziata dal fascismo».
In sala erano presenti le nipoti di Guerrino Nicoli, il partigiano Balilla, caduto in combattimento ad Avigliana, medaglia d’oro al valor militare; il fratello di Umberto Marchetto, caduto negli scontri del Monte Soglio; la figlia del partigiano Benedetto Balsamo; la sorella di Dina Pieragnolo della brigata di manovra Spartaco II; la nipote e la nuora di Giovanni Ballarin, il partigiano Primula Rossa della 41a brigata Garibaldi; il figlio di Ovidio Giuntoli, lucchese, attivo nella Resistenza toscana; il figlio di Antonio Di Vita, partigiano della brigata Spartaco II; il figlio di Livio Musetti, il partigiano Icio della 3a brigata Garibaldi; il figlio di Vermiglio Marafante, il partigiano Mario della brigata Spartaco II; la nipote dei partigiani garibaldini Giovanni e Carlo Geninatti; il figlio di Ennio Adorni, benemerito della Resistenza parmense; il figlio di Quinto Osano, partigiano di Giustizia e libertà, deportato a Mauthausen; il figlio di Andrea Quassolo, il partigiano Frido, e di Franca Aldeghi, la patriota Fiorella, nonché nipote di Aurora Aldeghi, la partigiana Fiamma; i congiunti dei partigiani Libero, Quinto e Secondina Amore, tutti della 47a brigata Garibaldi.
Un saluto è stato rivolto a Ubaldo Ballarini, il giovanissimo resistente Fulmine delle brigate autonome comandate da Enrico Martini, che fu ferito durante la liberazione di Savona.
Al termine, Marta Rabacchi, vicepresidente dell’Anpi provinciale, ha menzionato i famigliari dei resistenti che, pur non partecipando alla cerimonia nella sala del consiglio comunale, hanno manifestato la loro vicinanza alla storica Associazione dei partigiani: la figlia del deportato Carlo Mazzi; la figlia del partigiano Giovanni Pecchiura; il nipote del caduto Valter Venturelli; la sorella di Alessandro Testa, fucilato al Martinetto di Torino; il nipote del giovanissimo caduto Luigi Bosio; la nipote del deportato Domenico Rossato; la sorella del partigiano disperso Domenico Grisotto; i parenti dei partigiani caduti Luigi Brusaferro e Domenico Moussanet; la figlia della partigiana Vera Verga.
«La Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino - dice Gabriele Vacis, regista settimese - in tempo di pandemia, ha continuato il proprio lavoro pedagogico in rete. Esplorando le relazioni tra comunicazione diretta e comunicazione mediata, competenze necessarie ad un attore contemporaneo. I nostri allievi, da casa loro, a Torino, ma anche a Napoli, a Trento, a Bari, ad Assisi, a Sanremo, a Vittorio Veneto, vogliono partecipare alle celebrazioni del 25 aprile con Oltre il ponte una bellissima poesia di Italo Calvino dalla musica originale di Sergio Liberovici musicalmente reinventata da Chiara Dello Iacovo e dai ragazzi della Scuola del Teatro Stabile di Torino». Era il 2020. Il video ha raccolto quasi 50mila visualizzazioni. Quasi tutti i protagonisti di questa meravigliosa clip, all'epoca giovani ventenni, hanno poi dato vita alla compagnia teatrale PoEM, Impresa Sociale. Giovani di talento. Loro sì.
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