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Riceviamo e pubblichiamo

L'ex sindaco Corgiat a muso duro: i "palazzoni" sono di Piastra

L'ex sindaco di Settimo Torinese replica alle accuse: 'Responsabilità dell'attuale amministrazione. Se volete, confrontiamoci in pubblico, carte alla mano'

L'ex sindaco Corgiat a muso duro: i "palazzoni" sono di Piastra

Elena Piastra e Aldo Corgiat

Una lunga e appassionata lettera di Aldo Corgiat. L'ex sindaco di Settimo Torinese, rompe il silenzio per rispondere alle accuse sull'intervento edilizio di via Sanzio. Con toni netti e documenti alla mano, Corgiat respinge al mittente ogni responsabilità, puntando il dito contro l'attuale amministrazione e i suoi supporter. Un duro atto di accusa contro la disinformazione e l'ipocrisia della politica locale. Un invito, infine, al confronto pubblico per ristabilire la verità.

Liborio La Mattina

Non capisco chi, per non assumersi le proprie responsabilità, debba falsificare i fatti pur avendone piena conoscenza.
Mi riferisco all’attuale amministrazione comunale e ai suoi supporter che, immagino, non abbiano altri interessi se non quello di ripetere storielle totalmente prive di fondamento ma ben elaborate da professionisti della disinformazione.
Da molti anni ho rinunciato a scrivere su Facebook perché era, e in parte lo è ancora, uno sfogatoio di rabbia, di frustrazione e a volte di odio e violenza verbale.
Tuttavia la recente ripresa di dibattito sul brutto intervento edilizio in via Sanzio (concordo con chi dice che è molto brutto) mi ha nuovamente e da parte dei soliti noti supporter del Partito Democratico locale e dell’attuale Sindacatirato in ballo.
Provo nuovamente a ripeterlo. Il sottoscritto non ha nessuna responsabilità su quella scelta e se avessi dovuto gestirla io, lo avrei fatto in modo certamente diverso rispetto a quello scelto dall’attuale Sindaca nonché assessore all’urbanistica. A dirlo non sono io ma gli atti e le delibere che chi vuole ed è davvero interessato non a spargere fango ma a ricostruire la verità può richiedere e leggere.

Senza andare troppo indietro nel tempo (altrimenti si dovrebbe partire dalla cessione da parte della Curia Torinese dei terreni per la realizzazione del villaggio Fiat) basta ricordare che tutti i terreni che vanno dal fiume Po al villaggio Fiat(compresi i parchi Pertini, De Gasperi e Berlinguer) fino ad arrivare all’ex cascina Bordina, all’ospedale e a via Santa Cristina, erano di proprietà delle Molinette (Fondazione San Giovanni Battista).
Con la seconda riforma sanitaria del 1992 i beni ad uso sanitario vennero trasferiti prima ai Comuni e poi intorno al 2000 alle Regioni. In questo passaggio di proprietà (io ero all’opposizione con il PDS) il Comune cedette alle acciaierie Ferrero e all’impresa Mazzucchetti di San Mauro i diritti per realizzare una discarica di tipo B per i materiali inerti di scarto della fonderia. In cambio realizzò il Parco Pertini e parte di via Santa Cristina. Quando il sindaco Giovanni Ossola inaugurò il Parco Pertini io ero all’opposizione.

Poi ripassò tutto alle Regioni. Ossola negoziò con le Molinette (direttore Luigi Odasso), nel periodo compreso tra il 1999 e il 2001, il passaggio di tutte le aree delle Molinette in cambio di cubatura da realizzarsi in prossimità di via Sanzio e via Fracasso. Io non ero in amministrazione e non condivisi quella scelta. Le delibere del Comune e la convenzione sono state assunte nel 2001, anno nel quale venne arrestato per fatti diversi il direttore delle MolinetteLuigi Odasso. Presidente regionale era Enzo Ghigo (Forza Italia) e coimputato nel processo ad Odasso era l’onorevole Martinat (Alleanza Nazionale, ora Fratelli d’Italia).

Iniziai a fare il Sindaco nel 2004 e fui presente, con l’ex sindaco Ossola, che promosse l'incontro in qualità di firmatario della convenzione, ad una riunione con il vicepresidente della Regione Paolo Peveraro e il direttore amministrativo delle Molinette, i quali chiedevano una maggiore cubatura e valorizzazione delle aree dismesse. Ricordo che minacciai di proporre al Consiglio Comunale la revoca dell’atto e l’avvio dell’esproprio (per il quale in realtà non avremmo avuto i fondi necessari). Al termine dell’incontro sia Ossola che Peveraro mi chiesero di chiudere la pratica e di firmare (Ossola mi disse che non avrebbe acconsentito ad una revoca degli atti già assunti e Peveraro minacciò la richiesta danni al Comune di Settimo).

Il racconto finisce qui, per quanto mi riguarda, e mi dispiace per chi continua a nascondersi dietro le bugie, ma la responsabilità della realizzazione e del pessimo stile del palazzaccio all’ingresso del parco è tutto e solamente dell’attuale amministrazione che non ha voluto sentire nessuno, né si è confrontata con chi forse poteva darle qualche consiglio per evitare questo brutto biglietto di ingresso.

A voi voglio però dire che ci potevano essere molte altre soluzioni per gestire una decisione antica che poteva forse essere evitata se non si fosse iniziato negli anni ’90 ad autorizzare la discarica.

Infine anche i 5 Stelle, che oggi sono in Giunta e fingono di indignarsi, si sono dimostrati a Settimo inaffidabili o quanto meno ingenui. La sorpresa più grande l’ho avuta quando, come esempio di imprenditore green ed ecologico, fu portato dal Movimento 5 Stelle in sala del consiglio comunale proprio colui che ha realizzato l'intervento in questione.

Tutto ha un limite, anche l'ipocrisia e la falsificazione della realtà, e su questa storia la Giunta e la politica locale hanno ampiamente superato questo limite.

Cari amici del PD, 5 Stelle e Centrodestra, cara Sindaca e supporter vari, ora potete sfogarvi e mandare in onda il solito giro di insulti. Tuttavia vi avviso che tutto quanto ho affermato è documentato e documentabile e quindi forse sarebbe più saggio da parte vostra guardare avanti (siete ancora giovani). Chi fosse invece davvero interessato a comprendere può organizzare un confronto pubblico e invitarmi. Parteciperei volentieri e così potremmo, guardandoci negli occhi, scoprire la verità.

Aldo Corgiat Loia

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