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Ottant’anni di libertà: conserviamola, difendiamola, amiamola!

Favria celebra gli ottant'anni dalla Liberazione con una cerimonia intensa e partecipata: memoria, orgoglio e impegno per difendere ogni giorno la libertà conquistata

Ottant’anni di libertà: conserviamola, difendiamola, amiamola!

Ottant’anni di libertà: conserviamola, difendiamola, amiamola!

Sono trascorsi ottant’anni da quel 25 aprile del 1945, ottant’anni da quando l'Italia, con fatica e coraggio, si rialzò dalla tragedia della guerra e dell’oppressione. Ottant’anni da quando la libertà, soffocata da un ventennio di dittatura, fu finalmente riconquistata da un popolo che seppe scegliere la dignità e la democrazia.

Anche quest’anno, Favria ha voluto celebrare questa ricorrenza con una cerimonia intensa, commovente, che ha coinvolto l’intera comunità. Presenti le associazioni cittadine: Anpi, Gruppo Alpini, Fidas, Pro Loco, Vigili del Fuoco, Croce Rossa di Rivarolo, Carabinieri della caserma di Rivarolo con il loro comandante, Associazione Carabinieri in Congedo, Polizia Locale, Vice Sindaca, Assessori, amministratori comunali, il Consiglio Comunale dei Ragazzi guidato dalla giovane sindaca Giulia Coha, insegnanti, la Dirigente scolastica Valeria Miottie la Filarmonica Favriese, che ha donato la colonna sonora della giornata, suonando musiche solenni come l’Inno d’Italia, Fischia il vento e Il Piave.

Quest’anno la Festa della Liberazione è coincisa con i giorni di lutto per la scomparsa di Papa Francesco. Per questo, la Filarmonica ha voluto mantenere un tono più sobrio, rinunciando alle marce festive che negli scorsi anni allietavano il corteo. Dopo l’alzabandiera eseguito dagli Alpini, la bandiera è stata issata e poi fatta scendere a mezz’asta, in segno di lutto, come annunciato dal capo gruppo.

Il corteo ha poi raggiunto la sede dell’Anpi, vicino al gruppo Alpini. Qui, il Sindaco Vittorio Bellone ha chiesto un minuto di silenzio per il Pontefice, per poi ricordare nel suo discorso che "il 25 aprile non è solo il ricordo di una conquista passata, ma una scelta quotidiana, un impegno per difendere ogni giorno la libertà e la democrazia conquistate da chi ebbe il coraggio di resistere e lottare."

Emozionante l’intervento di Giulia Coha, giovane sindaca del Consiglio Comunale dei Ragazzi, che ha portato la voce fresca e sincera delle nuove generazioni, sottolineando l’importanza di custodire i valori della pace e della libertà. Alcuni alunni hanno poi letto pensieri contro la guerra, parole semplici ma cariche di speranza, che hanno toccato il cuore di tutti i presenti.

Un momento particolarmente sentito è stato l’arrivo del 95enne Mario Enrietti, che, tramite i video realizzati dal nipote Eraldo, ha voluto condividere la sua preziosa testimonianza di ragazzo testimone degli eventi del 1944. Un lungo applauso ha abbracciato la sua figura, custode vivente della memoria.

La Dirigente scolastica Valeria Miotti ha poi preso la parola, ricordando quanto sia attuale oggi il valore della Liberazione, in un mondo ancora segnato da conflitti e ingiustizie.

Nel mio intervento, ho voluto sottolineare che ricordare il 25 aprile significa non solo onorare il passato, ma impegnarsi, ogni giorno, a difendere i principi su cui si fonda la nostra convivenza civile. "È nella Resistenza che affondano le radici della nostra Repubblica e della nostra Costituzione. L'Europa stessa, come spazio di pace, è nata da quell’anelito di libertà e di giustizia. Dopo ottant’anni, dobbiamo essere fieri di essere figli di quella straordinaria stagione di coraggio, portando avanti, con determinazione e consapevolezza, i valori che ci sono stati consegnati."

Purtroppo, i testimoni diretti stanno scomparendo. Sta a noi, alle nuove generazioni, mantenere viva la memoria, non come un racconto lontano, ma come parte integrante della nostra identità.

Il corteo, composto e silenzioso, si è poi diretto verso la Chiesa Parrocchiale, dove è stata celebrata la Santa Messa. Dopo la funzione, i partecipanti hanno reso omaggio alle lapidi e ai quattro monumenti cittadini, in un gesto di rispetto e riconoscenza verso chi ha sacrificato tutto per donare a noi il dono più prezioso: la libertà.

La cerimonia di Favria, intensa e partecipata, ci lascia un messaggio chiaro: occorre attingere all’esempio di chi, ottant’anni fa, seppe risalire dagli abissi della distruzione, costruendo, con fatica e speranza, un futuro di libertà e democrazia.

Viva il 25 aprile, viva la Resistenza, viva la libertà!

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