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Cirié, 80 anni dalla Liberazione: c'è anche Pier Ferdinando Casini

Una città intera in corteo, il ricordo dei partigiani e l’orazione intensa del Presidente Senatore: "La libertà non si difende col silenzio. La Resistenza è un monito per l’oggi"

Cirié, 80 anni dalla Liberazione: c'è anche Pier Ferdinando Casini

Cirié, 80 anni dalla Liberazione: c'è anche Pier Ferdinando Casini

Cirié si è fermata davvero, questa mattina, per celebrare gli 80 anni dalla Liberazione. Una città intera che si è stretta attorno alla memoria, al senso profondo di una data che non è — e non sarà mai — solo una pagina di storia.
A rendere questa celebrazione ancora più intensa è stata la presenza di Pier Ferdinando Casini, il Presidente Senatore, salito a Palazzo D'Oria non per una cerimonia di rito, ma per consegnare a tutti un monito che ha avuto il sapore della verità.

La giornata è cominciata con un gesto carico di significato: l'inaugurazione della targa dedicata al partigiano Sebastiano Renna, fucilato nel 1945 presso l'attuale Scuola Beppe Fenoglio. Un momento semplice, ma potentissimo. Con il Sindaco Loredana Devietti, il Vicesindaco Buratto, e il Presidente ANPI Pier Gianni Genta, Cirié ha ricordato, con umiltà e gratitudine, chi ha dato tutto per la libertà.

Poi il corteo.
Lento, solenne, pieno di tricolori e di visi commossi. Dalla Piazzetta XXV Aprile — dove la Preghiera del Partigianoè stata recitata dagli studenti — fino al Monumento ai Caduti di Piazza D'Oria, passando per il Parco della Rimembranza. Una città che si è vestita di memoria, accompagnata dalle note della Filarmonica Devesina e dai passi orgogliosi della Pattuglia Bersaglieri Ciclisti.

Ma il cuore pulsante della giornata è stato a Palazzo D'Oria. Qui, dopo i saluti istituzionali e gli intensi interventi di Alessandro Pettinato e Nicolò Cammarata dell’Istituto Fermi Galilei, è arrivato lui: Pier Ferdinando Casini.
Non un ospite d'onore, ma una voce che ha saputo parlare all'anima di tutti.

"Pensavamo che le tragedie vissute nel Novecento non potessero ripetersi. Ma la storia ci ha smentiti" — ha detto Casini, con parole che sembravano tagliare l’aria.
E ancora: "La democrazia non si difende con l’indifferenza. La libertà non si mantiene col silenzio. Le derive autoritarie cominciano con piccoli cedimenti: la paura che diventa politica, il disprezzo per il dissenso".

In sala, il silenzio era assoluto. Qualcuno tratteneva il fiato. Perché quelle parole non erano lontane, non erano astratte. Erano un avvertimento che parlava del nostro presente, delle nostre paure di oggi.

In un’Italia attraversata da nuove inquietudini e vecchie nostalgie, la voce di Casini ha ricordato a tutti che la Resistenza non è finita, che il 25 aprile non è mai stato così attuale.

Cirié, con le sue scuole, i suoi sindaci, i suoi cittadini, ha risposto con una partecipazione straordinaria. E proprio ai giovani il Sindaco Devietti ha affidato un messaggio struggente: "Siete l'ultima generazione che può ascoltare chi ha vissuto quegli anni. Chiedete, ascoltate, prendete nota. Prima che sia troppo tardi".

Una mattinata che ha unito storia e futuro.
Una celebrazione che non si limiterà a una data sul calendario, ma che resterà scolpita nei cuori di chi c’era.
Perché, come ha ricordato Pier Ferdinando Casini, "la libertà è un cammino che non si può mai dare per scontato".

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