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Mazzè ricorda i morti ammazzati dal fascismo

Ottantesimo della Liberazione: storie di torture, vendette e sangue innocente. Omaggio ai partigiani e alle donne che hanno conquistato la libertà a costo della vita

L'Assessora alla cultura

Isabella Bellissimo

L'evoluzione di un individuo si celebra in ogni percorso affrontato con la consapevolezza dei propri errori. Comprendere come trasformare le mancanze del passato in una nuova spinta verso una condizione sociale più giusta e accogliente per tutti rappresenta l'ambizione di una società sana e cosciente.

Un esempio vivido di questo processo è il tentativo di onorare l'identità di coloro le cui idee, sofferenze, paure, sogni e sacrifici hanno incarnato la forza intrinseca dell'umanità che si oppone alla distruzione generata dal dominio. Quelle voci e quei volti umani, con le loro età, i loro luoghi di nascita e le loro storie personali, amplificano il sentimento del dovere di mantenere vivo il loro ricordo per migliorare i destini di migliaia di persone che oggi subiscono angherie e meritano un mondo più accogliente per il loro naturale modo di essere.

Giovedì 24 aprile, al Comune di Mazzè, si è celebrato l'ottantesimo anniversario della Liberazione dall'occupazione nazifascista con l'evento "Echi di Libertà: voci e testimonianze del nostro territorio". Nella Sala Consiliare si sono alternati documenti storici e testimonianze di episodi avvenuti nel Canavese, in particolare le tragedie di Campagnette e del Rocaplà. A condurre l'incontro sono stati l'assessora alla Cultura e Turismo Isabella Bellissimo e il relatore Serafino Anzola.

"Questa non è una conferenza, è una riunione tra amici", ha esordito Bellissimo. "E come tale ve la proponiamo". L'assessora ha colto l'occasione per ringraziare i cittadini e i membri dell'amministrazione comunale che hanno dato un contributo fondamentale all'organizzazione dell'evento. Ha inoltre sottolineato il primo sostegno ufficiale della Biblioteca Civica di Mazzè, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura: "Un evento che mi fa particolarmente piacere perché è una ripartenza, ma anche un giusto riconoscimento ai nostri volontari che, con il loro servizio silenzioso ma inestimabile, hanno arricchito questa comunità".

L'Asssessora alla cultura Isabella Bellissimo insieme alla volontaria della Biblioteca Lidia Ferrua  

Il Relatore Serafino Anzola 

A prendere la parola per i volontari della Biblioteca è stata Lidia Ferrua, che con la sua testimonianza ha evidenziato quanto ogni gesto sia importante affinché le nuove generazioni possano parlare di libertà, giustizia e democrazia come basi fondanti. "La nostra biblioteca non è solo un luogo di conservazione del sapere. Il nostro impegno, come volontari, è quello di far crescere una comunità consapevole", ha ricordato Ferrua, consapevole del valore della memoria anche per esperienza personale: suo padre fu ferito, da partigiano, nelle valli cuneesi. "Saper riconoscere il valore della pace, della solidarietà e dei diritti umani. Ogni libro che prestiamo, ogni attività che organizziamo, è un piccolo passo verso un futuro in cui la memoria della Liberazione non vada mai perduta".

La presentazione è proseguita con una carrellata di video e immagini che illustravano la rapida ascesa e il dominio del ventennio fascista, culminati nell’acclamazione popolare e nel controllo delle istituzioni. Si è poi passati alla sua crisi: la sfiducia del Gran Consiglio Fascista e la formazione del governo Badoglio. In un momento in cui l’Italia sperava di uscire dalla devastante Seconda Guerra Mondiale, Serafino Anzola ha focalizzato l'attenzione su due tragici episodi locali: Campagnette e Rocaplà.

Dal 1943 al 1945, l’Italia si trovò a un bivio: arrendersi all’occupazione tedesca o resistere. Il Centro-Sud era già liberato dagli Alleati, mentre il Nord rimaneva sotto il controllo nazifascista. Mussolini, deposto dal Re e liberato dai tedeschi, tornò al comando della Repubblica Sociale Italiana.

In questo contesto Anzola ha descritto la figura di Raffaele Manganiello, Prefetto di Torino e fedele servitore del regime. Catturato dai partigiani a Rondissone insieme alle sue guardie del corpo e a una donna incinta, fu portato nella base di Campagnette. Dopo l'esecuzione delle sue guardie, anche Manganiello fu ucciso, nonostante i tentativi di salvarsi scaricando la responsabilità sul Duce. La donna, nonostante le suppliche, fu anch'essa giustiziata.

Il 14 settembre 1944, il giorno dopo, le camicie nere reagirono con violenza, minacciando di incendiare interi paesi e compiendo rappresaglie: tra le vittime, Francesco Monti, un contadino sordomuto di 65 anni, assassinato mentre lavorava nei campi.

Il secondo tragico episodio è avvenuto il 28 aprile 1945 al Rocaplà: due ragazzi di sedici anni, in fuga dai rastrellamenti, furono colpiti dai nazi-fascisti appostati sulle alture. Prola Silvio morì sul colpo, mentre Marco Camino spirò in ospedale il giorno seguente, proprio mentre Mussolini veniva giustiziato a Piazzale Loreto.

Isabella Bellissimo ha voluto poi richiamare l’attenzione sull’importante ruolo delle donne nella Resistenza, citando Miriam Mafai: "L’impegno femminile era accettato solo se motivato da legami familiari o sentimentali, non se nato da scelta autonoma". Le donne furono staffette, assistenti dei partigiani, trasportatrici di armi, protagoniste nei “Gruppi di Difesa della Donna”, nati nel 1943, che coinvolsero circa 50mila donne. Molte furono arrestate, torturate e uccise. "La Resistenza è stata il frutto maturo che ci ha portato all'agognato diritto di voto", ha sottolineato, richiamandosi anche al film "C’è ancora domani" di Paola Cortellesi, con la scena finale delle donne unite nella conquista del voto.

Per valorizzare ulteriormente il contributo femminile, la compagnia teatrale Lo Zodiaco di Caluso si è esibita in una performance dedicata alla staffetta Teresa Ronchetti, narrata da Francesca Siragusa e accompagnata dalla voce di Catia Sale con "Combattente" di Fiorella Mannoia.

In chiusura, il sindaco di Mazzè Marco Formia ha sottolineato che celebrare il 25 aprile è un atto di sobrietà e di rispetto, in contrasto con chi vorrebbe limitare le commemorazioni in nome di altri eventi. Francesca Siragusa ha ribadito il ruolo centrale delle donne nella Resistenza.

Il prossimo appuntamento sarà il 28 settembre con una visita guidata del Museo Diffuso della Resistenza nei luoghi dell’antico ghetto ebraico torinese. Il Comune di Mazzè comunicherà presto tutti i dettagli. È nostro dovere coltivare la memoria della Liberazione, senza lasciarci distrarre o condizionare da chi vorrebbe marginalizzarne il valore. La storia, i sacrifici, la lotta per la libertà e la democrazia devono restare al centro della nostra coscienza collettiva, per non cadere nella pericolosa amnesia che in passato ha portato all'acclamazione del Duce. Dobbiamo rimanere partigiani nella mente e nello spirito, capaci di pensare con la nostra testa e di difendere i valori che ci hanno resi ciò che siamo.

Le informazioni su Raffaela Manganiello

Altre slide concernenti ruolo femminile nella Resistenza 

Il valore delle staffette 

L'esibizione narrativa di Francesca Siragusa sulla vita della staffetta Teresa Ronchetti

La performance cantata di Catia Sale : il brano musicale di Fiorella Mannoia " Combattente" con dietro le immagini della Resistenza

L'intervento del Sindaco Marco Formia

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