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Cronaca

Sommersi, ma non sconfitti. Il cuore del Wakeboard Park Ivrea chiede aiuto per tornare a vivere

Dopo l’ennesima alluvione, il parco sportivo sull’acqua lancia un grido di speranza: “Aiutateci a ricostruire. Vogliamo vedervi di nuovo ridere, saltare, sognare”

Sommersi, ma non sconfitti. Il cuore del Wakeboard Park Ivrea chiede aiuto per tornare a vivere

Ci sono luoghi che vanno oltre la geografia. Non li trovi sulle mappe, ma nel cuore delle persone. Sono quei posti che profumano d’estate, di musica, di spritz bevuti al tramonto e di abbracci tra amici dopo una giornata in acqua. Uno di questi è il Wakeboard Park Ivrea, che il 17 aprile ha visto il sogno trasformarsi, ancora una volta, in un incubo di fango e distruzione.

La Dora Baltea ha rotto gli argini per la seconda volta in cinque anni. Come nel 2019, ha invaso tutto. Ma stavolta, raccontano i gestori, "l’acqua è salita fino al tetto delle nostre strutture. Non ha risparmiato niente. Né il bar, né i frigoriferi pieni, né le cucine pronte per accogliere l’estate. Nemmeno gli attrezzi, le tavole da wakeboard, i gazebo, i lettini, i nostri mezzi. Nulla."

Il Wakeboard Park Ivrea, per chi lo conosce, non è un semplice impianto sportivo. È un rifugio. È quella parentesi di libertà che comincia con una risata sul pontile e finisce con le luci basse della sera, tra storie raccontate davanti a una birra. È la palestra a cielo aperto dove si impara a cadere e rialzarsi, non solo sul wakeboard, ma nella vita.

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E oggi, di nuovo, devono rialzarsi.

“Affrontare tutto questo da soli è impossibile”, scrivono su GoFundMe, dove hanno lanciato una raccolta fondi con l’obiettivo di ricostruire ciò che l’acqua ha portato via. Servono soldi, certo. Ma soprattutto servono abbracci concreti, gesti, condivisioni, la sensazione che non siano soli nel fango, ma parte di una comunità che crede in loro.

I fondi raccolti saranno destinati a sanificare e ricostruire bar, servizi e magazzini, a ripristinare gli impianti wakeboard, a sostituire attrezzature danneggiate, a ricomprare gli strumenti per la manutenzione, a tornare operativi il prima possibile.

Perché l’estate, a Ivrea, non comincia davvero se non ci si tuffa almeno una volta nel loro mondo. Perché ogni evento saltato, ogni risata non condivisa, ogni brindisi mancato è una piccola ferita a ciò che rende vivi i territori: le persone, le passioni, la voglia di stare insieme.

“Vogliamo rivedervi saltare, ridere, ballare e rilassarvi da noi”, dicono dal team. E la voce, dietro quelle parole, trema di emozione ma anche di determinazione.

Non è solo un appello economico, ma un manifesto di resistenza, la prova che i sogni, anche quando si bagnano, galleggiano ancora.

Chi può donare, lo faccia. Chi non può, condivida. Parli del Wakeboard Park Ivrea. Parli della Dora che non è riuscita ad affondare un’idea di sport, di comunità e di bellezza. Parli di questo angolo di Canavese che vuole tornare a splendere sotto il sole, come ha sempre fatto.

Perché nessuna alluvione potrà mai travolgere davvero il coraggio di chi ama quello che fa.

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