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Cent’anni tra le lettere. Carmagnola celebra lo storico postino Giuseppe Giordano

Poste Italiane rende omaggio a uno dei portalettere più longevi d’Italia: per decenni ha servito la comunità con dedizione, diventando un simbolo silenzioso di presenza e affidabilità

Cent’anni tra le lettere. Carmagnola celebra lo storico postino Giuseppe Giordano

Giuseppe Giordano

Cento anni. Cento esatti. Una cifra tonda che sa di incredibile, ma che oggi a Carmagnola ha preso la forma gentile e concreta di Giuseppe Giordano, storico portalettere della città, tra i più longevi d’Italia, festeggiato questa mattina all’interno dell’ufficio postale da Poste Italiane.

Un momento semplice, sobrio, com’era lui sul lavoro. Ma anche carico di significato. Perché Giuseppe non è stato solo un dipendente delle Poste. È stato un punto di riferimento. Un volto conosciuto e rispettato da tutti. Uno di quelli che, passando per strada, non guardavi nemmeno più: faceva parte del paesaggio quotidiano, come la torre del municipio o la panchina in piazza.

A rendergli omaggio è arrivata una delegazione ufficiale dell’azienda, che ha voluto celebrare non solo il traguardo personale del secolo di vita, ma anche l’impronta che Giordano ha lasciato su un intero territorio. Anni di servizio, chilometri di strade battute, lettere consegnate con precisione, pazienza, discrezione. Anni in cui il lavoro non era solo una mansione, ma un servizio vero e proprio alla cittadinanza.

Giuseppe Giordano

Giuseppe Giordano

Giuseppe Giordano

Insieme a lui, questa mattina, c’erano anche i colleghi del Centro di distribuzione della zona. Una trentina di portalettere, oggi. Uomini e donne che percorrono ogni giorno le strade di Carmagnola e dei comuni vicini – Isolabella, Poirino, Pralormo, Carignano, Castagnole Piemonte, Lombriasco, Osasio, Pancalieri, Piobesi Torinese, Virle Piemonte – per consegnare non solo posta e pacchi, ma anche continuità. E memoria.

Perché il mestiere del postino, nonostante le innovazioni tecnologiche e i nuovi mezzi, resta un mestiere di relazione, di conoscenza diretta del territorio, di spirito di servizio. Cambiano le dotazioni – oggi ci sono i palmari, i furgoni elettrici, la tracciabilità in tempo reale – ma resta il cuore del lavoro: arrivare a destinazione, esserci, entrare nelle vite delle persone senza fare rumore.

In questo senso, Giuseppe Giordano è stato e rimane un esempio raro. Non solo per l’età, non solo per il traguardo. Ma perché è uno dei portalettere più longevi d’Italia, e ha saputo incarnare fino in fondo l’identità di un mestiere che, spesso nell’ombra, costruisce ogni giorno il senso di comunità.

La sua lunga vita si intreccia con la storia del servizio postale, con quella di un’Italia che cambiava, mentre lui restava. Ogni mattina, stesso orario, stesso giro. Ogni giorno, con quella cura che si mette solo in ciò che si ama davvero.

Oggi l’Italia cambia, corre, digitalizza. Ma a Carmagnola il tempo si è fermato per un attimo. E ha applaudito un uomo che, in silenzio, ha fatto il suo dovere. Per una vita intera.

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