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23 Aprile 2025 - 10:00
Viaggiare in Italia può essere un pericolo quotidiano
Ogni anno, nel silenzio delle statistiche e nel fragore dei soccorsi, le strade italiane diventano teatro di tragedie annunciate. Incidenti che si ripetono con una puntualità feroce, lasciando dietro di sé famiglie distrutte, vite spezzate e una domanda sempre più urgente: quanto è davvero sicuro muoversi sulle nostre arterie?
Incrociando i dati più recenti di ISTAT, ACI e Polizia di Stato, emerge una geografia del pericolo che inchioda il Paese alle sue responsabilità. In cima alla lista nera delle strade più pericolose d’Italia svetta la Strada Statale 16 Adriatica, un nastro d’asfalto che corre lungo la costa, costellato di incroci pericolosi, punti ciechi e tratte ad alto traffico dove ogni distrazione può essere fatale. Lungo questo tracciato si contano decine di sinistri mortali l’anno, in un crescendo che non accenna a rallentare.
Subito dietro c’è l’Autostrada A1, la mitica “Autostrada del Sole”, che collega Milano a Napoli. Un asse strategico per l’Italia, ma anche un campo minato di sorpassi azzardati, velocità eccessive e code infinite. E poi c’è la Statale 36 del Lago di Como e dello Spluga, una strada che coniuga bellezza paesaggistica e insidie strutturali: corsie ridotte, gallerie strette, picchi di traffico nel fine settimana. Lì, il rischio è una costante.
Il bollettino non migliora spostandosi verso il mare. La Strada Statale 1 Aurelia, che attraversa il litorale tirrenico, è un misto esplosivo di traffico locale, turistico e mezzi pesanti. Lì dove il panorama richiama vacanzieri, la realtà presenta curve strette e sorpassi impossibili. Ma l’emergenza assume contorni drammatici lungo la SS148 Pontina, tra Roma e Terracina. Le cronache raccontano di incidenti quotidiani, spesso causati da imprudenze, sorpassi rischiosi e, soprattutto, una manutenzione stradale indegna di una via così cruciale. Nonostante petizioni, denunce e appelli accorati, la messa in sicurezza sembra sempre rimandata.
Nelle grandi città la situazione non migliora. A Roma, il Grande Raccordo Anulare è una trappola per chi lo percorre ogni giorno: intersezioni pericolose, traffico massiccio e uno stillicidio di tamponamenti, incidenti e ingorghi che paralizzano l’Urbe. A Milano, invece, le Tangenziali Est e Nord sono sorvegliate speciali. Mezzi pesanti, cantieri continui e velocità mal gestite fanno da cornice a una media di sinistri ben superiore alla soglia di allarme.
Questa mappa dell’emergenza impone una risposta immediata. Non si tratta solo di aggiustare buche o cambiare cartelli, ma di un ripensamento complessivo della sicurezza stradale. Servono investimenti strutturali, più controlli, campagne di prevenzione serie, e un patto tra istituzioni e cittadini per cambiare rotta. Perché il vero incidente, oggi, è l’indifferenza con cui accettiamo che tutto questo sia normale.
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