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20 Aprile 2025 - 01:56
Stefano Lo Russo a Cavagnolo con il sindaco del paese, Andrea Gavazza
C’erano i materassi, le coperte piegate con cura, i pasti caldi offerti dalla RSA di Brusasco. C’erano i sorrisi stanchi dei volontari e gli sguardi persi di chi, in una notte, ha perso tutto. Cavagnolo, come Monteu da Po, come Brusasco, come Lauriano, piange e si rialza. E lo fa insieme.
Lì, al Palazzetto dello Sport, cuore operativo dell’emergenza sfollati, sono passate ore dure, ma anche dense di solidarietà. Un luogo di accoglienza trasformato in casa temporanea, dove il dolore si è fatto meno pesante grazie a chi, in silenzio, si è seduto accanto. La Croce Rossa, la Protezione Civile, i volontari, la Parrocchia, la Comunità Siloe: ognuno ha fatto la propria parte.
Ieri, sabato di Pasqua, la giornata è cominciata con il fango da togliere dalle cantine e si è chiusa con le parole del parroco, don Armand, che durante la messa della sera ha detto: “Grazie. Grazie alla grande solidarietà che stanno dimostrando le comunità dei paesi più colpiti. Monteu, Cavagnolo, Brusasco: siete un cuore solo”.
Nel pomeriggio è arrivata anche una visita importante, quella del sindaco di Torino e della Città Metropolitana, Stefano Lo Russo, che ha voluto vedere con i propri occhi le case ATC evacuate, le persone sfollate, il centro d’accoglienza. Accompagnato dal sindaco Andrea Gavazza, Lo Russo si è poi recato a Monteu da Po e Brusasco, incontrando Elisa Ghion e Giulio Bosso: “Siamo qui per ascoltare, per agire, per non lasciarvi soli”, ha promesso.
Nel frattempo, si è fatto anche il punto sulla gestione dell’emergenza abitativa. Tre le fasi previste per i residenti delle palazzine ATC colpite dall’alluvione.
Fase 1: l’accoglienza straordinaria al Palazzetto, che terminerà lunedì 21 aprile.
Fase 2: per i nuclei sfollati al primo piano (in totale cinque), sistemazione temporanea nella struttura “Santa Fede” della Comunità Siloe.
Fase 3: entro un mese, assegnazione definitiva di nuovi alloggi ai cinque nuclei sfollati che non torneranno alle loro case, in altre abitazioni tra Cavagnolo, Crescentino e Chivasso.
E c’è un altro annuncio che guarda lontano. ATC ha espresso la volontà di costruire nuove case popolari su un terreno più sicuro, lontano dall’area a rischio esondazione, per poi demolire le attuali palazzine. Perché un’altra notte come quella del 17 aprile non dovrà mai più accadere.
Oggi Cavagnolo si rialza. Piano, nel fango. Ma con la dignità di chi non ha mai smesso di tendere la mano. E con la forza di chi, anche senza più una casa, ha trovato una comunità intera pronta a ricostruire.
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