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Lanzo
18 Aprile 2025 - 01:39
Michele Vietti
Un sabato qualunque, se non fosse che le mura di Via San Giovanni Bosco, per la prima volta, hanno respirato l’eco silenziosa della storia. Quella vera, fatta di volti, archivi, passioni e dedizione. È stata inaugurata, sabato 12 aprile, la nuova sede operativa della Società Storica delle Valli di Lanzo, realtà viva e pulsante che da decenni custodisce il patrimonio culturale di questo angolo di Piemonte.
I nuovi locali — messi a disposizione dal Comune — non sono semplicemente un luogo dove conservare libri o tenere riunioni. Sono una promessa mantenuta e un gesto concreto: dare alla storia una dimora dignitosa, accessibile, condivisa. All’inaugurazione erano presenti molte figure simboliche del tessuto lanzese: Michele Vietti, presidente del sodalizio, Fabrizio Vottero, sindaco della città, e don Franco Gribaudo, parroco della chiesa di San Pietro in Vincoli. Ma soprattutto c’erano i cuori e i volti di chi crede che la memoria non sia polvere, ma seme.
Commossa e partecipata la presenza dei familiari di Attilio Bonci, storico locale e numismatico di fama, scomparso nel 2022. Il suo nome non ha bisogno di presentazioni tra chi ama la storia delle Valli. Fondatore nel 1966 del Circolo Numismatico di Lanzo, ricercatore instancabile, appassionato collezionista, Bonci ha lasciato un segno profondo. E oggi, grazie alla generosità dei suoi eredi, quel segno diventa concreto: la sua collezione libraria è stata donata alla Società Storica, perché possa continuare a ispirare, a parlare, a far scoprire.
Dopo l’inaugurazione, i soci si sono riuniti in assemblea per il rinnovo delle cariche. Nessuna sorpresa: Michele Vietti è stato riconfermato presidente. Una scelta di continuità, ma anche di fiducia. Insieme a lui, confermati anche Adriano Olivetti come vicepresidente, Ezio Sesia segretario, Dario Airola e Giancarlo Chiarle consiglieri. Due le new entry: Gualtiero Bundino e Daniela Berta, direttrice del Museo Nazionale della Montagna di Torino. Una presenza significativa, che testimonia il desiderio della Società di rafforzare i legami con le istituzioni culturali del territorio e della regione.
Non è solo un cambio d’indirizzo, ma un rinnovato senso di appartenenza, un ponte tra passato e futuro. Perché la storia — come amava ricordare Giovanni Donna d’Oldenico, fondatore della Società — non è un esercizio di nostalgia, ma un dovere di responsabilità civile. Studiare, approfondire, conservare, sì, ma anche coinvolgere, trasmettere, rendere vivo ciò che ci ha preceduti.
E oggi, in quella piccola sede di Via San Giovanni Bosco, tra vecchie fotografie, documenti e libri antichi, tutto questo prende forma. Una casa per la storia. Un luogo per la comunità. Una finestra aperta su ciò che siamo stati — e su ciò che possiamo ancora diventare.
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