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Raccoglie 21.500 mozziconi da solo. E noi cosa stiamo facendo per le nostre città?

Ogni giorno cammina per la città e raccoglie le sigarette gettate a terra. In due mesi ne ha raccolte oltre 21 mila. Il suo gesto silenzioso diventa un esempio di civiltà e rispetto per l’ambiente. "Non chiedo che tutti facciano come me, ma almeno smettete di buttarle a terra".

Daniele Benzi

Daniele Benzi

Ha 22 anni, si chiama Daniele Benzi e cammina ogni giorno per Rimini con un obiettivo semplice ma rivoluzionario: raccogliere mozziconi di sigaretta. In due mesi ne ha raccolti 21.500. E non vuole applausi, ma solo rispetto per la città.

A volte la rivoluzione inizia in silenzio. Non servono megafoni, cortei o proclami. Basta un gesto ripetuto, ostinato, costante. Basta chinarsi e raccogliere. È quello che ha fatto Daniele Benzi, 22 anni, nato e cresciuto a Rimini, che dal 4 febbraio al 4 aprile 2025 ha camminato per le strade della sua città con una missione: liberarla dai mozziconi di sigaretta.

Il conto è impressionante. 21.500 mozziconi raccolti, uno per uno. Ogni singola cicca è stata tolta dal marciapiede, dalla sabbia, dai bordi delle strade, dai parchi. Nessun finanziamento, nessuna campagna istituzionale, nessuna divisa da "volontario ufficiale". Solo le sue mani, il suo tempo, la sua volontà.

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“L’ho fatto per senso civico, per rispetto verso la mia città. E anche per capire quanti ne avrei trovati, così, per curiosità. Non mi aspettavo questi numeri”, ha spiegato Daniele, che ha voluto raccontare la sua esperienza anche alle testate locali e che il 9 aprile è finito su TG4, in un servizio che ha fatto il giro del web.

Il suo messaggio è disarmante nella sua semplicità: “Non pretendo che tutti inizino a raccoglierli, ma almeno che non li buttino a terra. Sarebbe già un grande passo avanti”. Un monito gentile, ma fermo, che arriva in una società in cui spesso ci si abitua al brutto, si passa accanto al degrado senza più farci caso. Daniele, invece, ha deciso di non chiudere gli occhi. Di agire.

Le sue passeggiate, inizialmente solo personali, sono diventate un gesto simbolico, un piccolo atto di resistenza urbana. Un modo per dimostrare che la cura del bene comune non ha bisogno di grandi strutture, ma di grandi cuori.

La sua è anche una lezione a chi ogni giorno invoca decoro, pulizia e sicurezza senza muovere un dito. A chi si lamenta dei rifiuti ma poi spegne la sigaretta sul marciapiede. A chi attende che “qualcun altro” faccia qualcosa. E invece quel “qualcun altro” è arrivato: si chiama Daniele, ha 22 anni, e ha deciso che per amare la propria città bisogna iniziare dalle piccole cose.

Le immagini che allega, con i sacchetti pieni di mozziconi ordinati come trofei di una battaglia silenziosa, parlano da sole. In una di queste si intravedono le sue mani, sporche ma fiere. Mani giovani, che raccontano un’Italia diversa: quella che non urla, non vandalizza, non delega. Ma che raccoglie.

Daniele oggi continua le sue passeggiate, con lo stesso spirito. Non cerca medaglie. Cerca coscienze da svegliare. E forse, dopo aver letto la sua storia, la prossima volta che ci capiterà un mozzicone sotto i piedi, ci penseremo due volte prima di ignorarlo.

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