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Missione Rifiuti: a Caluso arriva la vigilanza armata. Ma il vero agente segreto è l’operatore ecologico

Tra controlli privati, sanzioni e sacchetti abbandonati, la politica locale si confronta con un’emergenza quotidiana. Ma la vera sfida non è il nemico invisibile: è l’educazione civica e il rispetto per il territorio.

Lista Civica " Caluso per un futuro in comune"

Il Presidente Giuseppe Ferrero

L’ennesima sfida per la politica calusiese è tutt’altro che passata. Anzi, si ripresenta ogni giorno, sotto forma di sacchetti abbandonati, ingombranti scaricati nottetempo e mozziconi di sigaretta lanciati con disinvoltura sui marciapiedi. Non sarà certo un rifiuto facile da riciclare, questa quotidiana emergenza ambientale: la gestione dei rifiuti richiede qualcosa di più di un semplice intervento tecnico. Serve un cambio di mentalità. Serve presenza. Serve qualcuno disposto ad assumersi la responsabilità di proteggere davvero il paese.

E qui, quasi come un sussurro ironico che rompe la serietà della questione, nasce una domanda tanto imprevista quanto provocatoria: e se il vero agente segreto, colui chiamato a infiltrarsi nel labirinto dei nostri scarti, a smascherare le cattive abitudini e a difendere l’ambiente, non fosse un sofisticato 007 in smoking, ma l’umile e spesso invisibile figura dell’operatore ecologico? Un ribaltamento di prospettiva che, con un sorriso, ci spinge a ripensare il ruolo di ciascuno nella complessa e urgente “Missione Rifiuti”.

In realtà, la risposta istituzionale più concreta sembra essere l’arrivo di un servizio privato di sorveglianza, proveniente da Burolo, incaricato di vigilare sull’abbandono dei rifiuti e sul corretto conferimento della differenziata. Persone in divisa, armate e con potere sanzionatorio: questa la proposta della maggioranza consiliare per contrastare inciviltà e incuria. Il costo? Circa 5.000 euro all’anno. Ma sarà davvero la soluzione efficace?

Lo sottolinea la Giunta di Minoranza, che non ne mette in discussione l’intenzione, ma la reale utilità: “Non conosciamo ancora nel dettaglio le modalità operative di questo servizio: quante ore, in quali fasce orarie, e soprattutto se gli agenti saranno davvero competenti nel distinguere cosa va e cosa non va conferito in un bidone della plastica.” Perché sì, anche una bottiglia può diventare un rebus se contiene impurità superiori al 20%, e lo stesso vale per l’organico, che richiede attenzione e conoscenza.

La Lista Civica “Caluso per un Futuro Comune” pone allora alcune domande fondamentali. Questa scelta terrà conto dell’importanza della sensibilizzazione? I cittadini verranno informati e coinvolti in un percorso condiviso? O si limiterà tutto a qualche ora di pattugliamento settimanale?

“Non si può mettere un carabiniere dietro ogni cittadino”, ricorda Giuseppe Ferrero, portavoce dell’opposizione. “La sensibilizzazione resta lo strumento più forte. È illusorio pensare che poche ore di controllo bastino a cambiare comportamenti radicati. Serve un’informazione costante, periodica, efficace.”

Molti rifiuti vengono lasciati vicino alle isole ecologiche, portando ulteriormente difficoltà nell'accumulo dei rifiuti senza controllo

Cassonetti pieni, non sempre con le giuste attenzioni


Il rischio che può capitare senza le giuste attenzioni o la limitazione dei bidoni per evitare la caduta 


Una situazione costante in alcune aree 

La Lista Civica " Caluso per un futuro comune"

A destare perplessità è anche la scelta di escludere le GEV, le Guardie Ecologiche Volontarie della Città Metropolitana di Torino, che già operano con successo sul territorio – ad esempio nel parco del Lago di Candia – e che, a fronte del solo rimborso carburante, potrebbero garantire gli stessi controlli. Anzi, forse di più. Il tutto con un risparmio di circa 3.000 euro annui. Perché non coinvolgerle, se sono già attive, formate e autorizzate a sanzionare?

E ancora: a Ivrea esistono gruppi simili che collaborano con enti pubblici in convenzione. Perché non guardare a questi modelli prima di affidarsi a privati armati?

L’opposizione non chiude le porte al confronto: “Non siamo contrari a strumenti come le telecamere, le foto-trappole, né al controllo del territorio. Ma non possiamo illuderci che bastino.” Se il servizio funziona solo poche ore a settimana, “è evidente che l’incivile agirà appena si spengono i riflettori. E allora, che controllo è?”

Si chiede quindi l’apertura di un tavolo di confronto, per riflettere insieme sulle alternative. Se poi la maggioranza deciderà di procedere da sola, sarà una scelta legittima, frutto del mandato democratico. Ma la minoranza ribadisce la propria posizione: servono percorsi di sensibilizzazione, trasparenza nelle decisioni, e attenzione alle spese pubbliche.

Perché a farne le spese, nel senso più letterale, potrebbero essere proprio i cittadini. Tra odori nauseabondi, rischio incendi, proliferazione di insetti, ratti e volatili nelle zone limitrofe alle isole ecologiche, la vivibilità del paese rischia di peggiorare, insieme alla qualità della vita.

L’obiettivo dev’essere uno solo: un controllo giusto, equo, consapevole. E accompagnato da un’informazione capillare. Magari ripensando e potenziando le isole ecologiche, creando spazi adatti anche allo spegnimento delle sigarette, per scoraggiare gesti incivili ma ancora troppo comuni.

Forse, in fondo, non serve uno 007. Basta un cittadino informato. Un operatore ecologico rispettato. Un paese che crede nella propria bellezza. E che decide, davvero, di difenderla.

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