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Patrick Zaki in Canavese: un incontro di resistenza e riflessione

Nel Teatro Pavarotti di Leini, il giovane ricercatore egiziano racconta la sua esperienza di prigionia e l'importanza di difendere i diritti umani ogni giorno

La libertà raccontata da Patrick Zaki: un incontro di resistenza e riflessione

Domenica 13 aprile, il Teatro Civico Pavarotti di Leini è stato teatro di un incontro straordinario, un momento di riflessione che ha coinvolto il pubblico in un viaggio emotivo e intellettuale. Il protagonista di questa esperienza unica è stato Patrick Zaki, il giovane ricercatore egiziano che ha vissuto sulla propria pelle la privazione della libertà, subendo una lunga e ingiusta detenzione nelle prigioni dell'Egitto. Un incontro che ha colpito nel profondo e che ha messo in luce il valore assoluto della libertà, un tema che Zaki ha trattato con straordinaria lucidità e passione.

L'evento ha preso avvio con l'intervento dell'assessore alla cultura Luca Conforti, che ha subito posto l'accento sull'importanza di riflettere sul significato della libertà, un concetto che oggi, troppo spesso, viene dato per scontato.

"La libertà è un dono troppo prezioso – ha dichiarato Zakima è un dono che deve essere difeso ogni giorno, specialmente in tempi come quelli che viviamo, quando i diritti vengono cancellati troppo spesso in molte parti del mondo". Le sue parole hanno risonato con forza nel cuore del pubblico, soprattutto in un periodo in cui le libertà individuali sembrano essere messe sotto pressione in molti paesi.

Zaki ha raccontato, senza retorica ma con una lucida consapevolezza, la sua lunga prigionia in Egitto, la sofferenza e l’ingiustizia di un sistema che non solo l’ha privato della libertà, ma ha cercato di cancellare la sua identità e il suo impegno civile. Eppure, nonostante la durezza delle condizioni, Zaki ha trovato la forza di resistere e di lottare per ciò in cui credeva: un mondo più giusto, solidale e libero. La sua esperienza è diventata un potente simbolo di resistenza.

A introdurre l’incontro sono stati anche Marco Balbo e Ivan Biacolella, due giovani che, nei mesi precedenti, hanno partecipato al viaggio promosso dal Comune verso Cracovia e ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. Le loro parole hanno avuto il compito di aprire uno spunto di riflessione sulla memoria storica e sulla lotta contro ogni forma di discriminazione, non solo quella razziale, ma anche quella sociale e politica.

Il saluto finale del sindaco Luca Torella ha chiuso l'incontro con una riflessione sulle violazioni dei diritti umani e sul valore della libertà.

"Ogni uomo nasce libero e uguale nei diritti", ha ricordato il sindaco, citando l'articolo 1 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, datata 26 agosto 1789. È un richiamo che non può essere dimenticato, soprattutto oggi, quando il rischio di perdere questa libertà è tanto concreto quanto invisibile.

L'incontro al Teatro Pavarotti di Leini 

L’assessore Luca Conforti ha sottolineato che l'incontro al Teatro Pavarotti non solo celebrava la liberazione del nostro Paese, ma ricordava anche come la libertà che oggi viviamo non sia stata mai scontata. È frutto di un lungo processo di lotte, sacrifici e resistenza. La libertà, ha aggiunto, non può essere separata dalla comunità, dalla partecipazione e dal contrasto a tutte le forme di razzismo, fascismo e violenza.

Il messaggio di Zaki è chiaro e potente: la libertà non è qualcosa che si conquista una volta per tutte, ma è una battaglia che va combattuta ogni giorno. 

La scelta di Patrick Zaki di non rimanere silente, nonostante tutto, diventa un esempio di resistenza e di attivismo civile. Zaki ha scelto di raccontare la sua storia e di continuare a combattere per i diritti umani, nonostante le cicatrici che la sua prigionia gli ha lasciato. La sua testimonianza è la dimostrazione che la resistenza non è solo una questione di azioni clamorose, ma anche di scelte quotidiane, di impegno civile e di lotta contro l’indifferenza.

L’incontro è stato un invito a non dare mai per scontata la nostra libertà e a impegnarci, ogni giorno, per difendere i diritti degli altri. È stato un monito a non voltarsi dall’altra parte quando vediamo che la libertà di qualcuno viene violata. La libertà non è mai un bene individuale, ma un bene collettivo, che riguarda tutti e che richiede un impegno costante, solidale e collettivo per essere preservato.

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