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I monaci buddisti arrivano in Canavese: un messaggio di pace che commuove l’Italia

Un pellegrinaggio che attraversa l’Europa per portare un messaggio di speranza, meditazione e scambio culturale, culminato in una straordinaria fusione tra la comunità thailandese e quella piemontese

I monaci buddisti arrivano in Canavese: un messaggio di pace che commuove l’Italia

I monaci buddisti arrivano in Canavese: un messaggio di pace che commuove l’Italia

Un gruppo di monaci buddisti, una macchia arancione che si aggira per la campagna uggiosa d’aprile, campi verdi brillanti per la pioggia degli ultimi giorni e loro; i monaci in cammino. Nel tragitto meditano, salutano la gente, ma soprattutto sorridono e regalano a chi incontrano un’energia speciale.

La loro marcia silenziosa e meditativa è potente; parla di pace, di speranza, di spiritualità. Mentre le loro sagome arancioni si allontanano con gli occhi rivolti verso le montagne della Francia, si ha la sensazione che qualcosa sia successo. Quell’immagine rimane nei cuori di chi li ha incontrati, e forse possono davvero scuotere le coscienze. E così i monaci buddisti sono arrivati a San Benigno Canavese con un messaggio che parla al cuore del mondo.

Ma lì, a San Benigno, è accaduto qualcosa di più. Qualcosa di profondo. Un incontro che ha intrecciato sguardi, mani, storie e spiritualità. Un momento raro in cui l’intercultura ha smesso di essere un concetto astratto ma ha attraversato il senso profondo dello scambio, di un dialogo che avviene con i gesti, con lo sguardo, con i sorrisi.

Il World Peace Walk 2025 è una marcia che attraversa l’Europa a piedi, ma soprattutto una potente impresa spirituale.  Il gruppo di monaci sta effettuando un cammino che parte dalla Sicilia e arriva in Norvegia attraversando Italia, Francia,  Svizzera, Germania, Lussemburgo, Belgio e Olanda. Ogni giorno percorrono circa 40 chilometri; una sfida quotidiana con i piedi per terra e la mente rivolta al cielo.

La loro missione: seminare pace, una pace concreta, costruita con i gesti, non nei palazzi ma tra la gente, con la gente. E così, giorno dopo giorno, paese dopo paese, questi monaci camminano in silenzio, meditando, accogliendo e donando.

San Benigno Canavese ad oggi è stata la tappa più significativa del loro cammino. Tutto ha preso vita grazie alla famiglia Bocco che ha avuto un ruolo fondamentale.

Il rito religioso buddista a San Benigno Canavese 

Samran Dennapa, di origini tailandesi e residente a San Benigno da quasi vent’anni, ha reso possibile ciò che inizialmente sembrava solo un'ospitalità temporanea. Insieme a suo marito Giulio Bocco hanno aperto le porte non solo della loro casa, ma dell’intera comunità.

Dovevano essere nove monaci con cinque accompagnatori. Alla fine, per motivi di salute, sono arrivati in sette. Ma ciò che hanno trovato è stato qualcosa di unico: un abbraccio collettivo, l'accoglienza di un paese intero che ha voluto non solo osservare, ma partecipare.

Il 13 aprile è il Songkran, il capodanno tailandese. Una ricorrenza che è insieme spirituale e simbolica: rappresenta il rinnovamento, il ringraziamento, la benedizione. Un momento sacro in cui ci si ferma, si onora chi è più anziano e si chiede perdono versando acqua sulle mani in un gesto di umiltà e connessione.

A San Benigno, questo rito è stato condiviso con la comunità piemontese in un evento interculturale autentico. Sotto la settecentesca Ala Comunale, si è svolta la cerimonia con la presenza del sindaco Alberto Graffino e del parroco Don Mario Viano. L'acqua versata, i sorrisi scambiati, i canti e le danze tradizionali tailandesi hanno creato un ponte fra mondi che, in fondo, cercano le stesse cose: pace, rispetto, ascolto.

Il momento centrale della celebrazione è stato il Tak Bat, l’offerta del cibo ai monaci. In Tailandia è un rito quotidiano: i monaci, che non possono cucinare né toccare denaro, camminano per i villaggi con la loro ciotola alla ricerca della generosità dei laici.

Questa tradizione ci viene spiegata da Dennapa: “Noi lavoriamo per i soldi, per la materia. I monaci si occupano dello spirito. Ma la vita non funziona con solo spirito o sola materia. Per questo ci aiutiamo: noi li nutriamo fisicamente, loro nutrono il nostro spirito. E’ scambio, è equilibrio. La spiritualità non vive senza la comunità. E la comunità, a sua volta, si eleva se coltiva anche il proprio spirito”.

Durante l’incontro, il parroco don Mario ha scelto di modificare il percorso della processione della Domenica delle Palme per non interferire con la cerimonia buddista e al termine del rito religioso della domenica ha raggiunto l’Ala Comunale per unirsi alla celebrazione tailandese.  

Dennapa Samran ha spiegato: "Nella nostra cultura, i monaci sono visti come portatori di pace, ed è questa la loro missione principale. È davvero bello ciò che stanno facendo, perché viaggiano e permettono alla gente di incontrarli, di vedere con i propri occhi la loro presenza e il loro messaggio. Siamo felici di poter trasmettere questo messaggio anche alla comunità di San Benigno, mostrandole la nostra cultura tailandese e spiegando cosa rappresentano la religione e la filosofia buddista”.

La comunità di San Benigno accoglie i monaci buddisti 

I monaci sono rimasti molto colpiti dall’ospitalità e dalla disponibilità incontrata in Italia, come ha raccontato il monaco Sutham Nateetong: “Noi camminiamo e meditiamo. È il nostro modo di crescere spiritualmente. Ma qui in Italia è difficile restare in silenzio: la gente ci saluta, ci sorride, ci parla. Così abbiamo iniziato a camminare con il sorriso stampato sul volto”.

Alla fine della cerimonia, sia il sindaco Graffino che il parroco hanno firmato un registro simbolico che i monaci fanno firmare in ogni paese visitato. È una sorta di impegno morale a sostenere il messaggio di pace, unità e compassione che la marcia vuole diffondere.

E forse proprio San Benigno, con la sua piccola-grande comunità, ha saputo incarnare questo messaggio meglio di molti altri luoghi.

“Mai così importante come in questo momento storico – ha detto il sindaco Graffino – è stato ospitare un evento che parla di pace, di abbattimento delle barriere, di comunione tra popoli.”

Giulio Bocco ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno supportato l'evento, dal sindaco al parroco, ai cittadini di San Benigno. Un grazie speciale anche all’associazione tailandese di Torino per l’organizzazione.

Il World Peace Walk 2025 proseguirà il suo viaggio verso nord: i monaci camminano. Sempre. Ma ogni tanto si fermano, e in quei momenti costruiscono ponti invisibili che uniscono le anime. E San Benigno ne è diventato un tratto importante, incastonato in un cammino che parla a tutta l’umanità.

Ora i monaci sono diretti verso la Francia e, dopo lo scambio avvenuto a San Benigno Canavese, hanno attraversato la Valle di Susa, continuando a incontrare sorrisi e generosità.

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