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Settimo Torinese al buio da mesi. La luce torna dopo la protesta della Lega

Piazze centrali spente, cittadini esasperati e blackout continui. Per la sindaca Piastra è solo “percezione”, ma bastano dieci minuti di striscione per far riaccendere i lampioni

Settimo Torinese al buio da mesi. La luce torna dopo la protesta della Lega

la protesta della Lega

A Settimo Torinese c’è un nuovo sport urbano: camminare al buio in pieno centro, evitando buche, pali, e pure i proclami dell’Amministrazione. Succede da mesi in Piazza Donatori, Piazza Vittorio Veneto, via Teologo Antonino e in tante altre zone del centro. Luci spente, sicurezza azzerata, e una domanda che rimbalza tra i residenti: ma è mai possibile che nessuno al Comune se ne accorga?

Ieri sera la risposta è arrivata. Anzi, si è accesa. Un gruppo di militanti della Lega Settimo Torinese ha inscenato una protesta in piazza, portando uno striscione con su scritto: !. E come per magia, dieci minuti dopo... le luci si riaccendono. Letteralmente.

la luce

Dieci minuti dopo la protesta, come per magia, la luce è tornata

“Ci hanno avvisato che era tornata la luce dieci minuti dopo aver srotolato lo striscione”, racconta il consigliere comunale Manolo Maugeri. E se non fosse tutto drammaticamente vero, sembrerebbe una scena da commedia. Di quelle nere.

Sui social della Lega il commento è al vetriolo: “Abbiamo fatto luce dove la Giunta ha preferito il buio. ‘Riaccendiamo le speranze’, perché loro hanno spento anche quelle.”

Peccato che a Palazzo la linea resti la stessa: per la sindaca Elena Piastra e per il suo PD non esistono blackout, ma “percezioni”. Un po’ come dire che se inciampi su una radice in mezzo alla strada, non è colpa del marciapiede, ma del tuo piede.

Eppure le testimonianze sono ovunque. La gente scivola, si lamenta, segnala. Ma dal Comune nessuna risposta, se non la solita giaculatoria sulla transizione ecologica, le lampadine LED e l’efficienza energetica.

Il punto però è semplice: qui non è questione di risparmio, ma di abbandono. Le luci si spengono come si è spenta l’attenzione su interi quartieri. Il problema non è tecnico. È politico. È simbolico. È l’ennesima conferma di un’amministrazione che, tra blackout e post sui social, ha perso il contatto con la realtà — e forse anche col pulsante “on” del Comune.

Ma se serve una manifestazione per far riaccendere un lampione, la prossima proposta potrebbe essere: presidio permanente sotto ogni palo spento. Magari con un generatore autonomo. O con una batteria di domande scomode.

Insomma, Settimo è al buio. Ma non per caso. È una scelta. O peggio: un’abitudine.

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