Cerca

Attualità

A Ivrea 40 giorni per una carta d’identità. Per fortuna esiste Perosa Canavese

Il consigliere Massimiliano De Stefano attacca: “Un’esperienza surreale, altro che servizio pubblico: qui servono ferie apposta per ottenere un documento”

A Ivrea 40 giorni per una carta d’identità. Per fortuna esiste Perosa Canavese

Massimiliano De Stefano

Quaranta giorni. Non per una visita specialistica, non per un passaporto in piena emergenza mondiale. No, per rinnovare la carta d’identità a Ivrea. Lo denuncia con sarcasmo e una certa esasperazione il consigliere comunale Massimiliano De Stefano, che accende i riflettori sull’ennesimo disservizio targato Ufficio Anagrafe.

"Il rinnovo della carta d’identità presso il Comune di Ivrea si configura come un’esperienza frustrante e surreale", dice De Stefano. Surreale è dir poco: si prenota, si aspetta, si aspetta ancora e poi – se tutto va bene – si ottiene un appuntamento nel mese successivo. Altro che digitalizzazione e servizi smart. A Ivrea la vera innovazione è la pazienza.

E dire che il sito ufficiale del Comune promette la consegna entro sei giorni lavorativi dalla rilevazione dei dati.

Ma c’è un dettaglio: per rilevare quei dati bisogna prima riuscire a varcare la soglia dell’anagrafe. E quella, stando a quanto raccontano i cittadini (e a quanto denuncia De Stefano), è impresa che richiede prenotazioni con largo anticipo. Tipo le ferie a Ferragosto, ma meno divertente.

"È inaccettabile che ci vogliano almeno 40 giorni per completare una semplice operazione, quando altri Comuni riescono a farlo in un giorno", attacca il consigliere. E porta un esempio concreto: "Un cittadino, con urgenze personali, si è visto assegnare una data troppo lontana e ha dovuto rivolgersi a Perosa Canavese. Lì ha fatto tutto in ventiquattro ore."

Sì, Perosa Canavese, non Londra. A quanto pare basta fare qualche chilometro e la burocrazia smette di somigliare a un romanzo dell’assurdo. "Chissà quanti cittadini fanno la stessa cosa e non lo sappiamo perché subiscono in silenzio", riflette De Stefano. E in effetti, per chi ha bisogno urgente di un documento, Ivrea oggi è più una trappola che un punto di riferimento.

"Non chiediamo certo il miracolo delle 24 ore", precisa il consigliere, "ma quaranta giorni (o anche di più) sono davvero da terzo mondo. È irrispettoso nei confronti dei cittadini."

 

Il Comune, per la cronaca, consente – in teoria – di ottenere una carta cartacea per casi urgenti, previa documentazione. Ma anche lì si aprono altri passaggi, altre richieste, altra burocrazia. Insomma: se non hai un certificato che attesti l’urgenza di respirare, arrangiati.

E mentre in città si parla di nuovi sportelli, digitalizzazioni, innovazione e grandi visioni per il futuro, la gente aspetta. E aspetta. E aspetta. "Prima di pensare ad altri sportelli (si riferisce allo sportello stranieri, ndr), cerchiamo di rendere efficienti quelli esistenti", conclude De Stefano. E come dargli torto?

Per ora, il miglior servizio per il cittadino eporediese resta il navigatore: impostare “Perosa Canavese”, prendere appuntamento, salire in macchina e tornare con la carta d’identità in tasca.

In un solo giorno. Fantascienza? No. Basta uscire da Ivrea.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori