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Cronaca

Pascoli abusivi: l'allarme del sindaco di San Benigno Canavese e l'impegno del Prefetto di Torino

All’incontro con il Prefetto a Chivasso, i sindaci parlano anche di pecore, incidenti stradali e macelli clandestini

Pascoli abusivi: l'allarme del sindaco di San Benigno Canavese e l'impegno del Prefetto di Torino

Pascoli abusivi: l'allarme del sindaco di San Benigno Canavese e l'impegno del Prefetto di Torino

Doveva essere un confronto incentrato sulla sicurezza urbana e sulla criminalità nella zona della stazione di Chivasso, ma si è trasformato in un’occasione per portare sul tavolo una serie di problematiche che da anni affliggono il Canavese. Lunedì scorso, al Teatrino Civico di Chivasso, il Prefetto di Torino Donato Cafagna ha incontrato numerosi amministratori locali, tra cui il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, per discutere delle tensioni sociali e dell’insicurezza crescente nei centri nevralgici del territorio, con particolare attenzione al degrado percepito nell’area ferroviaria chivassese.

Nel corso della riunione, tuttavia, l’attenzione si è spostata anche sulle campagne e sulle colline, dove si continua a segnalare il fenomeno del pascolo abusivo. A intervenire su questo tema è stato il sindaco di San Benigno Canavese, Alberto Graffino, che ha richiamato l’attenzione sulla situazione nei territori rurali, parlando di animali lasciati liberi di circolare, recinzioni danneggiate e incidenti stradali. Un problema tutt’altro che secondario, che da tempo preoccupa non solo San Benigno ma anche molti comuni limitrofi.

pecore

Già in passato, una trentina di amministratori locali avevano scritto al Prefetto, segnalando la gravità della situazione e chiedendo un intervento coordinato. Il rischio, secondo diversi sindaci, è quello di trovarsi con ampie porzioni di territorio fuori controllo, dove l’assenza di regole facilita l’insorgere di tensioni, degrado e pratiche illecite. In alcuni casi, si sono verificati episodi di forte conflittualità tra allevatori, con conseguenze anche drammatiche.

Al tempo stesso, tra gli amministratori c’è chi riconosce la necessità di distinguere tra chi pratica la transumanza nel rispetto delle regole e chi invece se ne serve come copertura per attività abusive. La transumanza, infatti, è una tradizione millenaria ancora viva in molte aree del Piemonte, che prevede lo spostamento stagionale di pecore e altri animali tra pianura e montagna. Una pratica che affonda le sue radici nella storia rurale del territorio, ma che oggi rischia di entrare in rotta di collisione con le esigenze di sicurezza, tutela ambientale e rispetto della proprietà privata.

Dal canto suo, il Prefetto Donato Cafagna ha preso atto della molteplicità delle questioni emerse e ha manifestato l’intenzione di elaborare un piano d’azione strutturato. Il tema del pascolo abusivo, pur non essendo l’oggetto principale dell’incontro, è stato inserito tra le criticità da monitorare, con l’obiettivo di avviare un confronto più ampio tra Comuni, forze dell’ordine e altri soggetti competenti.

Nel frattempo, sul territorio si continua a registrare un clima di crescente tensione: da un lato i residenti esasperati per la presenza di animali vaganti e la mancanza di controlli, dall’altro i pastori regolari che chiedono di non essere accomunati a chi viola sistematicamente le norme.

Il quadro che emerge è quello di un Canavese diviso, tra città e campagna, tra degrado urbano e fragilità rurale, tra chi chiede più repressione e chi rivendica il diritto di lavorare nel rispetto della tradizione. E proprio per questo, più che mai, servono risposte chiare e azioni concrete.

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