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Ivrea in Azione

La piscina chiude, la coerenza affondata

Da oppositore indignato a sostenitore silente della chiusura della piscina comunale: il doppio volto di Luca Spitale e l’inerzia di un’amministrazione che lascia Ivrea senz’acqua e senza risposte

Luca Spitale

Luca Spitale

Nel 2023, la scena politica di Ivrea è stata segnata da una decisione tanto simbolica quanto devastante: la chiusura della piscina comunale. Una scelta compiuta dall’amministrazione guidata da Stefano Sertoli, che allora aveva suscitato – giustamente – l’indignazione del Partito Democratico e dell’allora segretario cittadino del Pd. Oggi, però, si presenta un paradosso che non può essere ignorato.

Luca Spitale, presidente de consiglio, si trova nella scomoda posizione di dover giustificare l’esatto opposto di ciò che ieri condannava con veemenza. Dov’è finito il difensore dei più fragili, l’accusatore dell’incapacità di programmazione, il paladino della trasparenza e del diritto allo sport per tutti?Semplice: oggi governa. E prende decisioni che mettono a repentaglio servizi essenziali per la cittadinanza.

doretto

La piscina comunale non è soltanto una struttura sportiva. E’ un punto di riferimento per bambini, adulti e persone con disabilità. Un luogo che contribuisce al benessere psicofisico e all’inclusione sociale. Emblematico il caso dell’Associazione Sclerosi Multipla Canavesana, che utilizza la vasca ogni sabato per attività terapeutiche fondamentali. Tutto cancellato. Senza preavviso. Senza una comunicazione ufficiale. Solo una nota infelice e impattante apparsa su un giornale locale.

L'amministrazione prova a giustificarsi parlando di ristrutturazione. Ma ciò che i cittadini vedono è una chiusura a tempo indefinito. Si promette la riapertura entro un anno, ma anche il più ingenuo degli osservatori nutre dubbi sulla reale volontà di rispettare questa scadenza. C’è il sospetto, più che fondato, che la piscina tornerà a vivere solo a ridosso delle prossime elezioni comunali, diventando l’ennesimo strumento di campagna elettorale.

Tre sarebbero oggi le opzioni sul tavolo: ricorrere a un partenariato pubblico-privato, pubblicare un bando o affrontare direttamente la ristrutturazione come Comune. Peccato che, a due anni dall’inizio del mandato, si sia ancora fermi alla fase delle ipotesi, delle riflessioni, delle valutazioni. Sembra il gioco del pacco nel quiz televisivo: apriamo la busta uno, due o tre? Intanto, gli utenti restano a secco.

Resta un dato incontestabile: Ivrea, città Patrimonio dell’Umanità riconosciuta dall’UNESCO, non ha una piscina comunale funzionante. Non ha una struttura polifunzionale. Non ha un luogo dove i più piccoli imparano a nuotare, dove gli anziani possono fare movimento in sicurezza, dove le associazioni svolgono attività preziose. Una mancanza grave, che incide sulla salute, sulla socialità e sulla qualità della vita.

È fondamentale che l’attenzione su questa vicenda resti alta. La distanza tra l’amministrazione e i cittadini è evidente, e non può essere minimizzata. Serve un confronto vero, serve ascolto, serve coraggio decisionale. Servono soprattutto serietà e coerenza.

E permettetemi una nota personale. Non si può continuare ad attaccare chi, come me, svolge con impegno e senso civico il proprio ruolo di consigliere comunale di opposizione. Se le critiche infastidiscono, caro Luca Spitale, fattene una ragione. E prima di accusare gli altri, prova a ringraziare te stesso: per il caos che hai contribuito a creare.

Ciao!!

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