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Il futuro è in buone mani: i bambini della 5B di Torino premiati al Quirinale per la loro lezione d'amore

Sergio Mattarella li ha chiamati “orgoglio del Paese”. Noi aggiungiamo: sono la risposta migliore a chi ha smesso di credere nella scuola, nei valori e nella speranza

Il futuro è in buone mani: i bambini della 5B di Torino premiati al Quirinale per la loro lezione d'amore

foto archivio

In un Paese spesso piegato dal cinismo e dalla sfiducia, arriva una notizia che scuote il cuore e illumina il futuro: i venti bambini della 5B della scuola primaria “G. Parini” di Torino, in corso Giulio Cesare, quartiere Aurora, sono stati premiati al Quirinale. Non per aver vinto una gara, un concorso o una medaglia, ma per qualcosa di infinitamente più grande: la loro straordinaria capacità di amare, includere, accogliere.

Sì, perché questi piccoli cittadini del mondo — nati tra il Marocco e il Perù, tra il Bangladesh e il Senegal, tra l’Egitto e la Cina — hanno deciso, senza bisogno di proclami o riflettori, di essere una squadra. Una squadra che ogni giorno si prende cura di un compagno con disabilità, trasformando la differenza in valore, la fragilità in forza, la disabilità in una lezione quotidiana di umanità.

“Tutti hanno imparato a usare il puntatore oculare con cui lui comunica. Tutti sanno cosa può e non può mangiare. Nei corridoi si divertono con la sua sedia a rotelle, lo spronano con affetto, lo proteggono dagli sguardi indiscreti”, si legge nella motivazione ufficiale. Ma quelle righe, così sobrie, non riescono a contenere l’emozione, l’intelligenza emotiva e la maturità che sprigionano questi bambini, più grandi di tanti adulti.

Una maestra di sostegno, commossa da ciò che ogni giorno vede accadere in aula, ha deciso di scrivere al Quirinale.

Con una premessa forte, limpida: “So che il riconoscimento di Alfiere è individuale, ma non posso sceglierne uno solo. Loro sono un tutt’uno. E guardandoli, io vedo il futuro. Un futuro che, grazie a loro, fa meno paura”.

Un futuro fatto di sguardi complici, di mani che si tendono spontanee, di voci che si abbassano quando serve, di un’intimità profonda e spontanea con la diversità, non imposta da regole o da leggi, ma nata nel cuore di chi non ha ancora nemmeno dieci anni.

A crederci per primo è Massimo Cellerino, il preside della scuola, che ha accompagnato con orgoglio e fermezza il cammino di questi piccoli eroi: “È una storia eccezionale. Noi pratichiamo l’educazione civica ogni giorno, non con le parole, ma con l’esempio. È così che si costruisce una società democratica e civile”.

La scuola Parini si trova in una delle zone più complesse di Torino. Eppure, tra quelle aule colorate e quei corridoi pieni di voci, ogni mattina nasce una piccola rivoluzione silenziosa. Non ci sono muri, né barriere culturali o linguistiche. Solo bambini che sanno che la felicità più grande si costruisce insieme.

foto archivio

E adesso, il loro esempio ha varcato i confini del quartiere, ha attraversato l’Italia ed è arrivato fino alle stanze del Quirinale, dove il presidente della Repubblica Sergio Mattarella li ha voluti onorare con una delle quattro targhe assegnate alle azioni collettive più meritevoli del Paese. Accanto a loro, altri 29 giovani “Alfieri della Repubblica”, per un’Italia che cresce non solo con la tecnologia, ma soprattutto con i valori.

Loro, i bambini della 5B, non sanno ancora cosa significhi “Alfieri della Repubblica”. Ma sanno bene cosa significhi essere amici, prendersi cura l’uno dell’altro, abbattere i pregiudizi con un abbraccio o un gioco inventato insieme. E questa, oggi più che mai, è la lezione che tutti noi dovremmo imparare da loro.

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