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30 Marzo 2025 - 11:11
Stefano Lo Russo
Una folla imponente, ordinata, festosa. Secondo le prime stime erano oltre 20mila le persone riunite questa mattina, domenica 30 marzo, a Parco Dora, tradizionale punto di riferimento per la comunità musulmana torinese, per celebrare l’Eid al-Fitr, la festa che segna la fine del Ramadan, mese sacro del digiuno e della preghiera.
Un rito collettivo, partecipato e vissuto con grande spiritualità, che da anni rappresenta uno dei momenti più visibili e significativi della presenza islamica a Torino. Migliaia di famiglie, uomini, donne e bambini si sono dati appuntamento sin dalle prime ore del mattino sotto la grande tettoia post-industriale del parco, trasformata in un enorme spazio di preghiera a cielo aperto, per salutare la fine del digiuno e augurarsi reciprocamente pace, prosperità e serenità.
Accanto alla comunità musulmana, anche le istituzioni cittadine hanno voluto testimoniare la propria vicinanza. Presente il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, accompagnato da Valentino Castellani, uno dei suoi predecessori. In un clima di grande rispetto e ascolto reciproco, Lo Russo ha ribadito il valore dell’inclusione come fondamento della Torino contemporanea.
«Torino è una città che si è costruita sulla capacità di includere persone che arrivavano da luoghi diversi, con usanze diverse e religioni diverse», ha affermato il primo cittadino. «E questo ha permesso a molte persone di trovare qui un'occasione di vita, di riscatto sociale. Sappiamo che ci sono situazioni complesse. Ma le religioni parlano di amore, non di odio. Parlano di pace, non di guerra. Parlano di confronto e di incontro, non di scontro».
Una dichiarazione che suona non solo come messaggio di speranza in tempi internazionali difficili, ma anche come presa di posizione netta contro ogni forma di discriminazione o strumentalizzazione religiosa.
La giornata di Eid al-Fitr, come da tradizione, è proseguita con i momenti conviviali: scambi di dolci, abbracci, sorrisi e fotografie di gruppo. L’atmosfera di festa ha pervaso ogni angolo del parco, trasformandolo in un mosaico vivente di lingue, abiti, profumi e colori. E ancora una volta, Torino si è mostrata per quella che è: una città plurale, meticcia, capace di riconoscere e valorizzare le differenze.
I responsabili delle associazioni islamiche torinesi hanno ringraziato il Comune per il sostegno e l’ascolto, sottolineando come “il dialogo interreligioso non sia un’opzione, ma una necessità per costruire una comunità coesa”. Un messaggio chiaro, che da Parco Dora sembra voler raggiungere non solo ogni angolo della città, ma anche oltre.
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