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Per chi suona la campana

Monsignor Salera rompe gli schemi: un diacono come segretario e una Chiesa più vicina alla gente

Il nuovo vescovo di Ivrea sceglie stile semplice, parola profonda e scelte non convenzionali. Tra meditazioni sulla Croce e visite pastorali, prende forma la sua visione della diocesi. Intanto a Chivasso si festeggiano i cinquant’anni di don Davide Smiderle, possibile stretto collaboratore

Monsignor Salera rompe gli schemi: un diacono come segretario e una Chiesa più vicina alla gente

Monsignor Salera

Ha destato una certa sorpresa la decisione del nuovo vescovo di Ivrea, monsignor Daniele Salera, di nominare un non sacerdote come suo segretario nella persona del diacono Marco Florio. In realtà non c'è nulla di cui stupirsi in quanto non c'è nessuna norma che preveda una tale figura né, tantomeno, che essa debba essere affidata ad un prete; il diacono poi, in ogni caso, è un ministro sacro con funzioni di assistenza nell'esercizio del culto (come la distribuzione dell’Eucarestia), la predicazione, l’amministrazione del Battesimo e le opere di carità.

Addirittura, le funzioni di segretario del vescovo, come quelle di cancelliere vescovile, potrebbero essere svolte da un laico o da una laica, così come avviene nell’arcidiocesi di Torino.

Monsignor Salera

Intanto proseguono con intensità le visite di monsignor Salera a tutte le realtà della diocesi: parrocchie, comunità civili, ospedali, istituzioni e associazioni varie. Una rassegna e una conoscenza della diocesi, dei suoi ministri e del laicato, in vista delle nuove nomine che vorrà effettuare, quasi certamente, si dice, entro giugno.

Ovunque, emerge il suo stile semplice, pacato e cordiale, offrendo la sua parola, sempre profonda e teologicamente densa, ma accessibile a tutti.

In questa Quaresima, fra le tante meditazioni, ha invitato a rivivere un esercizio antico, ma mai passato di moda:

«Scegliete un crocifisso che vi piace particolarmente (...) e ritrovatevi a pregare di fronte a quel crocifisso consegnando su quella Croce tutte le sofferenze che avete nel cuore; o anche tutti i peccati dai quali non riuscite a separarvi, o anche tutto il male che portate sulle spalle da una vita. Vi accorgerete che pian piano, preghiera dopo preghiera, quel Crocifisso avrà preso questi vostri pesi e ve li avrà tolti. Abbiamo bisogno del Crocifisso perché tolga il male dalla storia. Teniamo dunque stretta su di noi o davanti a noi la Croce di Cristo che rimane l’unico strumento per essere liberati e salvati».

Stat Crux dum volvitur orbisla Croce resta salda mentre il mondo gira, unico punto fermo in mezzo ai mutamenti e agli sconvolgimenti del mondo.

Il 23 marzo scorso, il prevosto di Chivasso, don Davide Smiderle, ha compiuto cinquant’anni ed è stato festeggiato anche oltre la comunità delle sue parrocchie. Ordinato sacerdote il 30 giugno 2001, biblista, egli ha rivitalizzato la pastorale e avviato nuove opere con piglio deciso e senza risparmiarsi. C’è chi scommette che il nuovo vescovo lo annovererà tra i suoi più stretti collaboratori.

Si prudens es rege nos.

* Frà Martino

Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen

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