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Tesla come auto aziendali, bufera su Cidiu: “Scelta discutibile”

Fratelli d’Italia denuncia l’assegnazione di auto elettriche premium a due dipendenti di una società pubblica

Tesla come auto aziendali, bufera su Cidiu

Tesla come auto aziendali, bufera su Cidiu: “Scelta discutibile” (foto di repertorio)

Sta facendo discutere l’assegnazione di due auto Tesla a dipendenti della Cidiu Spa, società partecipata pubblica che si occupa della gestione dei rifiuti in diversi Comuni della zona ovest del Torinese. A sollevare il caso è stato il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, che ha definito l’operazione un “benefit di lusso” inopportuno, soprattutto in un momento di pressione fiscale e di aumento delle tariffe.

Le due autovetture elettriche di fascia alta sarebbero state assegnate a titolo di utilizzo aziendale tramite contratto di noleggio quadriennale, con un costo annuo compreso tra gli 8.000 e i 9.000 euro per ciascuna vettura. Il sindaco di Rivoli, Alessandro Errigo, ha confermato la vicenda in risposta all’interrogazione presentata dai consiglieri Valerio Calosso, Vincenzo Vozzo e Federico Depetris.

Proprio Depetris, relatore dell’iniziativa consiliare, ha dichiarato: “Questa spesa ci appare inopportuna e incoerente con il momento attuale, in cui si chiedono sacrifici ai cittadini. È un cattivo esempio, e un’occasione utile per rivedere l’intera politica dei benefit nelle partecipate pubbliche”, invocando principi di parsimonia, trasparenza, equità e sostenibilità.

Il punto centrale della polemica è il contrasto tra l’immagine di una società di servizio pubblico e la scelta di dotare i dipendenti di mezzi premium come le Tesla. Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia ha inoltre ricordato che, recentemente, l’amministrazione di centrosinistra ha approvato un aumento della TARI, la tassa sui rifiuti, rendendo la notizia ancora più indigesta agli occhi dell’opinione pubblica. “Mentre ai cittadini si chiedono sacrifici, Cidiu si permette auto di lusso”, hanno commentato i consiglieri.

Al momento Cidiu Spa non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla scelta, né sono noti i motivi specifici alla base della decisione di assegnare vetture elettriche di fascia alta come dotazione aziendale. Tuttavia, la questione rischia di allargarsi e aprire una riflessione più ampia sulla gestione delle risorse pubbliche da parte delle aziende partecipate, sulla coerenza tra benefit e missione sociale e sulla necessità di un maggiore controllo da parte delle istituzioni locali.

In attesa di ulteriori chiarimenti, la vicenda è destinata a rimanere al centro del dibattito politico cittadino, anche perché tocca temi sensibili come la fiducia nei confronti dei servizi pubblici, l’uso del denaro dei contribuenti e il rapporto tra efficienza e sobrietà nella pubblica amministrazione.

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