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Cronaca

Dimenticato da vivo, abbandonato da morto: la triste fine di Marileno Fusetti ex calciatore della Juventus

Nessuno ha reclamato il corpo dell’ex talento della Juventus, morto in solitudine. Ora gli amici tentano una colletta per dargli degna sepoltura

Dimenticato da vivo, abbandonato da morto: la triste fine di  Marileno Fusetti ex calciatore della Juventus

Marileno Fusetti

Marileno Fusetti, nato il 23 marzo 1951 a Donada (Rovigo), era un centrocampista dal talento cristallino. Cresciuto nelle giovanili della Juventus negli anni ‘60, si distingueva per il suo mancino raffinato e la visione di gioco. Una mezzala elegante, capace di incantare chiunque lo vedesse giocare. Il suo futuro sembrava segnato, destinato ai grandi palcoscenici del calcio italiano. Ma la vita aveva in serbo per lui una trama ben diversa.

Dopo gli anni in bianconero, la sua carriera lo portò lontano dai riflettori, attraverso squadre di provincia: Pistoiese, Benevento, Puteolana, fino al Saviglianese, dove militò tra il 1976 e il 1978. Lasciò il calcio giocato nel 1982, tentando di restare nell’ambiente come dirigente in varie società dell’Alessandrino. Ma il declino era già iniziato.

Le difficoltà economiche, il gioco d’azzardo, la solitudine. L’ex talento che un tempo faceva sognare i tifosi, si ritrovò sempre più ai margini, scivolando in un’esistenza precaria. Un lento declino che lo portò a vivere in condizioni di estremo disagio, fino a dormire nelle gallerie di Torino, tra i clochard, avvolto nel freddo e nei ricordi.

Il 19 febbraio 2025, Marileno Fusetti è morto in totale solitudine. Nessun familiare ha reclamato la sua salma, che giace ancora nella camera mortuaria dell’ospedale Mauriziano di Torino. Nessun parente, nessun affetto, nessuno che abbia risposto al suo ultimo appello. Un destino crudele, quello riservato a un uomo che aveva dato tutto al calcio e che, una volta spenti i riflettori, è stato dimenticato.

Eppure, nel silenzio della sua morte, un ultimo barlume di speranza si è acceso. La notizia della sua scomparsa ha iniziato a circolare tra i vecchi compagni di squadra, tra chi lo aveva conosciuto e stimato. Igor Moretti, un amico di lunga data, ha lanciato un appello su Facebook: "Scusate, ma ho appena saputo che la salma di Marileno Fusetti è ancora all’ospedale Mauriziano di Torino nella camera mortuaria e stanno aspettando perché non ci sono soldi per il funerale. Pubblico questo post per avvisare tutti e magari per provare a fare una colletta per far sì che si possa ricongiungere alla sua povera Mamma qui al Cimitero di Collegno. Premesso che non ho la minima idea di come si possa fare, se c’è qualcuno che sa come muoversi mi contatti anche su Messenger."

Un grido disperato, un ultimo tentativo di ridare dignità a chi, in vita, l’ha lentamente persa. Gli amici di un tempo si stanno mobilitando, provano a raccogliere fondi per garantire a Marileno un’ultima casa, accanto alla madre, nel cimitero di Collegno. Perché nel calcio si può essere dimenticati, ma in uno spogliatoio non si è mai veramente soli.

A parlare di Fusetti è anche Roberto Quaglia, oggi organizzatore di raduni di ex giocatori juventini: "Marileno era un talento, uno di quelli veri, una mezzala sinistra, che ha giocato per una decina d'anni nel settore giovanile della Juve di Mario Pedrale: è stato al Viareggio con la squadra di Viola e Rolfo, nel '71 con la De Martino ha sfidato la prima squadra".

Tanto bravo che Viola, due scudetti e 328 partite tra i professionisti, spesso gli faceva da riserva.

Era anche il tempo in cui in quel settore giovanile giocavano Roberto Bettega e Salvatore Jacolino di un anno più anziani. "Andato via dalla Juve ha iniziato ad avere qualche problema di soldi, ha girato per diverse squadre in C e poi nei dilettanti piemontesi fino ad arrivare a Grugliasco a inizi Anni Ottanta", racconta Quaglia, riferendo poi che l'amico aveva cambiato molti mestieri e sembrava essersi rasserenato quando si era trasferito nell'Alessandrino con una compagna, da cui si era però poi separato.

"Sappiamo - conclude l'amico - che negli ultimi tempi viveva come poteva, qualche volta dormiva all'addiaccio in Galleria San Federico (nel centro di Torino, ndr) con altri clochard".

Ma questa non è solo la storia di Marileno Fusetti. È la storia di tanti ex calciatori, campioni per un giorno e poi fantasmi per sempre. Il calcio professionistico che genera miliardi non è in grado di garantire un futuro ai suoi figli caduti nell’ombra. Quante altre storie come questa si consumano nel silenzio? Quanti altri giocatori, finito il tempo dei contratti e degli stipendi, finiscono per essere abbandonati?

Marileno non deve essere dimenticato. Almeno nella morte, merita di non restare solo.

A questo link la raccolta fondi link

https://www.paypal.com/pools/c/9cQVnblBOf

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