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16 Marzo 2025 - 19:06
Vuoi mettere polenta con spezzatino. Un piatto povero solo all’apparenza, ma ricco di storia, di sapori autentici e di quella convivialità che da sempre caratterizza le feste di paese. Non è solo un incontro tra ingredienti, è un abbraccio caldo, un pezzo di memoria che si scioglie in bocca, il ricordo di pranzi in famiglia, di mani che mescolano senza fretta, di tempi in cui il cibo sapeva di casa. E domenica 16 marzo, a Verolengo, tutto questo è tornato a vivere nella piazza del paese, dove il profumo della polenta e dello spezzatino ha avvolto la comunità in un’atmosfera familiare e autentica.
L’iniziativa della Pro Loco Mansio Quadrata ha riportato in tavola la tradizione, risvegliando sapori che sanno di storia. Sin dal mattino, i volontari erano già all’opera, intenti a rimestare la polenta nei grandi paioli di rame, mentre la carne, immersa in un intingolo profumato di vino e spezie, si lasciava ammorbidire dalla cottura lenta, quella che solo il tempo e la pazienza possono trasformare in eccellenza. Ogni gesto aveva il sapore di un rito antico, tramandato da generazioni.
Quando l’ora di pranzo si è avvicinata, la piazza ha iniziato a riempirsi di persone. Non c’era fretta, solo una fila ordinata e lunga, fatta di gente che si scambiava sorrisi e chiacchiere, aspettando il proprio turno per ritirare una porzione di polenta e spezzatino. Ognuno con il proprio contenitore, proprio come una volta, pronto a portare a casa un piatto che non è solo cibo, ma un pezzo di tradizione da condividere in famiglia. Per alcuni era una domenica come tante, per altri il ritorno a sapori dell’infanzia, quando la polenta si versava sulla madia e si affettava con un filo, e lo spezzatino cuoceva lentamente sul fuoco della stufa, riempiendo la casa di profumi che parlavano di attesa e di festa.
Non c’è evento di paese che non veda protagonista la polenta, e non c’è polenta senza il giusto accompagnamento.La cottura è lenta, metodica, quasi meditativa. La farina di mais, scelta con cura, viene versata nell’acqua bollente e mescolata a lungo, fino a raggiungere la consistenza perfetta: morbida ma compatta, vellutata ma corposa. Lo spezzatino, invece, è un’arte a sé: la carne viene rosolata con cipolle, carote e sedano, sfumata con un buon vino rosso e poi lasciata cuocere piano, con il sugo che diventa sempre più denso, sempre più avvolgente. Quando finalmente incontra la polenta fumante, nasce un connubio perfetto, un’esplosione di sapore che racconta di lavoro nei campi, di tavole imbandite, di comunità che si riunisce attorno a un pasto semplice ma straordinario.
A Verolengo, in quella domenica, si è celebrato tutto questo. Non era solo una degustazione, ma un atto d’amore per la cucina di una volta, per la lentezza che esalta i sapori, per il piacere di sedersi a tavola senza fretta. I volontari della Pro Loco hanno servito decine e decine di porzioni, accolto complimenti e sorrisi, visto negli occhi dei partecipanti la soddisfazione di chi assapora qualcosa di vero, genuino.
Alla fine, quando gli ultimi paioli si sono svuotati e il profumo della carne ha iniziato a svanire nell’aria, è rimasta la sensazione di aver vissuto qualcosa di speciale. Perché la polenta con spezzatino non è solo un piatto: è calore, è identità, è casa. E a Verolengo, almeno per un giorno, tutti hanno avuto la possibilità di riscoprirlo.
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