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Dottore, il camice o il cappuccino? La nuova frontiera della sanità

Medici e infermieri banditi da bar e mense se in divisa. Il nuovo regolamento della Città della Salute trasforma i baristi in controllori dell'igiene ospedaliera

Dottore, il camice o il cappuccino? La nuova frontiera della sanità

Finalmente! Dopo anni di silenzio colpevole, la sanità pubblica affronta il suo più grande problema: medici e infermieri che osano sorseggiare un caffè o addentare un panino con addosso il camice. Un'emergenza da codice rosso, evidentemente, se il commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino, Thomas Schael, ha sentito il bisogno di intervenire con una circolare destinata a cambiare la storia dell'igiene ospedaliera.

D'ora in poi, niente più pause pranzo o colazioni per chi indossa la divisa di lavoro. E guai a farsi vedere in mensa o al bar con il camice o l'uniforme della sala operatoria! Nell’ottica del miglioramento dei criteri di igiene e sicurezza e nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, proclama la circolare, bisognerà stabilire una netta separazione tra i luoghi sanitari e quelli non sanitari. Traduzione: sanitari affamati, ma in regola.

thomas schael

Thomas Schael

Non paghi del divieto, i vertici sanitari hanno pensato bene di arruolare baristi e addetti mensa come nuovi guardiani della purezza igienica. Saranno loro, con piglio da sceriffi, a vigilare e impedire il consumo di pasti e bevande a chiunque osi presentarsi con una divisa da lavoro. Perché, ovviamente, se medici e infermieri non badano all'igiene, chi meglio del personale della ristorazione per rimetterli in riga? D’altronde, non c'è nulla di più pericoloso di un chirurgo con un cappuccino in mano!

L’obiettivo è chiaro: rendere il sistema sanitario più sicuro, partendo dal bersaglio numero uno della contaminazione: il medico in pausa caffè. Poco importa se poi gli stessi camici e le stesse divise viaggiano su autobus, tram e metropolitane senza che nessuno batta ciglio. Quello che conta è dare un segnale forte: le emergenze sono secondarie, l'igiene da bar viene prima!

E così, mentre i turni di 12 ore continuano a massacrarsi e i reparti scoppiano per la mancanza di personale, la sanità pubblica si concentra su ciò che davvero fa la differenza: vietare agli operatori sanitari di sfamarsi senza prima passare dallo spogliatoio. Forse il prossimo passo sarà imporre agli stessi di firmare un'autocertificazione prima di ogni pausa, dichiarando di essere vestiti in modo consono per l'assunzione di alimenti.

Insomma, una rivoluzione epocale. Chissà quale sarà la prossima grande idea: un autovelox per chi cammina troppo veloce nei corridoi dell’ospedale? O forse un ticket per accedere alla macchinetta del caffè? La battaglia per l’igiene è appena cominciata.

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